Il Cispe presenta un framework per facilitare la compliance con il Data Act europeo
Il consorzio europeo CISPE (Cloud Infrastructure Services Providers in Europe) ha presentato un nuovo framework progettato per aiutare i suoi membri e i loro clienti a rispettare le normative del Data Act dell’Unione Europea. Questo regolamento, che entrerà in vigore nel settembre 2025, mira a promuovere lo scambio e l’uso dei dati all’interno dell’UE, stabilendo regole chiare su chi può accedere e utilizzare i dati nei vari settori economici.
Il Cloud Switching Framework di CISPE è stato sviluppato per semplificare la conformità ai requisiti del Data Act, soprattutto in merito alla portabilità dei dati e al passaggio tra diversi fornitori di servizi cloud. L’obiettivo principale del Data Act è quello di “potenziare i clienti europei” consentendo loro di sperimentare e cambiare facilmente tra diversi servizi cloud, sia adottando strategie single-cloud che multi-cloud a seconda delle loro esigenze commerciali in evoluzione.
Il framework fornisce linee guida e requisiti tecnici per aiutare i fornitori di cloud e i loro clienti a implementare i nuovi obblighi di conformità in materia di portabilità dei dati. CISPE lo descrive come una sorta di “checklist” pratica che copre l’intero processo di switching previsto dal Data Act, rendendo possibile per i fornitori dimostrare la propria aderenza attraverso credenziali verificabili in un formato leggibile automaticamente.
Il framework richiede che i provider di servizi cloud forniscano ai clienti informazioni dettagliate sui processi di migrazione, inclusi i formati dei dati, i costi associati e le eventuali limitazioni tecniche. Inoltre, i contratti devono garantire la possibilità per i clienti di passare o utilizzare più fornitori, specificando anche i requisiti per l’esportazione dei dati, le procedure di terminazione e il supporto tecnico durante il processo di switching.
Secondo un portavoce di CISPE, il framework è stato sviluppato in collaborazione con importanti revisori e si basa sullo standard ISO/IEC 17021-1 per la valutazione della conformità. Questo approccio mira non solo a soddisfare requisiti formali, ma anche a facilitare la conformità operativa attraverso certificazioni da parte di terzi in modo significativo e pratico.
Carla Arend, vicepresidente associato per la ricerca sul cloud presso IDC Europe, ha sottolineato che un recente sondaggio ha rivelato come le organizzazioni europee siano sempre più disposte a spostare i propri carichi di lavoro per ridurre i costi e sfuggire al rischio di “vendor lock-in”. Secondo Arend l’annuncio di CISPE aiuterà le aziende a evitare legami contrattuali vincolanti e a pianificare una strategia cloud flessibile.
Il framework è stato accolto positivamente anche da vari operatori del settore, tra cui il provider finlandese UpCloud e soprattutto AWS, il cui direttore delle politiche pubbliche EMEA Arnaud David ha dichiarato: “Abbiamo sostenuto il CISPE Cloud Switching Framework sin dall’inizio. È importante che sia disponibile ora per dare ai fornitori e ai clienti tempo sufficiente per valutare le loro opzioni cloud prima della scadenza del Data Act”.