Indagine antitrust USA contro Microsoft: nel mirino licenze software e cloud
Secondo fonti riportate inizialmente da Bloomberg e poi confermate dal Washington Post e dalla CNN, la Federal Trade Commission (FTC) statunitense ha avviato un’indagine antitrust su Microsoft, a cui avrebbe richiesto informazioni sui suoi settori cloud, IA e sicurezza informatica.
Sebbene la FTC non abbia rilasciato dichiarazioni, probabilmente per via delle festività del Ringraziamento, si possono ipotizzare i motivi dell’indagine. Nel settore cloud, le autorità europee hanno criticato Microsoft per offrire i suoi migliori contratti software solo ai clienti di Azure e, nonostante alcune concessioni, Google e altre aziende europee stanno chiedendo ulteriori cambiamenti.
Per quanto riguarda la sicurezza informatica, due elementi potrebbero destare preoccupazione: i frequenti difetti nei prodotti Microsoft, che hanno consentito ad esempio spionaggi come quello cinese su Exchange Online, e l’inclusione di Microsoft Defender in Windows, che ha reso quasi superflui gli antivirus concorrenti.
In ambito IA, l’attenzione potrebbe invece derivare dalle collaborazioni strette di Microsoft con OpenAI, viste da alcuni regolatori europei come un modo per eludere la supervisione che una vera acquisizione comporterebbe, pur ottenendo un dominio simile sul mercato.
Microsoft non è nuova a casi antitrust negli Stati Uniti. Tra il 1998 e il 2001, fu giudicata monopolista nei sistemi operativi per PC e rischiò di essere smembrata, ma un accordo successivo evitò questa misura in cambio di modifiche operative. Tuttavia, ciò potrebbe aver contribuito al fallimento di Microsoft nel creare un ecosistema competitivo per i suoi sistemi operativi mobili, come dimostrato dal flop di Windows Phone.
L’esito dell’indagine attuale è comunque incerto. L’amministrazione Trump entrante ha espresso l’intenzione di sostituire l’attuale presidente della FTC, Lina Khan, e potrebbe interromperne le iniziative. Tuttavia, Brendan Carr, designato a capo della Federal Communications Commission, ha criticato Microsoft definendola parte di un “cartello della censura”. Inoltre, Elon Musk, alleato di Trump, si è opposto all’accordo Microsoft-OpenAI e tutti questi fattori messi insieme potrebbero complicare ulteriormente il futuro di Microsoft.