Si è concluso la scorsa settimana InnovazionePiù, prima edizione del convegno digitale sull’impatto della tecnologia sulla società e sulle aziende italiane organizzato da Computerworld con la collaborazione delle testate del gruppo LSWR nei settori sanitario, farmaceutico, giuridico e della manifattura.

Si sono alternati sul palco virtuale 32 relatori in 10 sessioni nell’arco di tre giorni, con 900 presenze complessive da parte di quasi 300 partecipanti registrati.

Nei prossimi tre giorni presenteremo un’estrema sintesi delle discussioni, che ricordiamo rimangono disponibili per la visione in modalità “on-demand”, sempre gratuitamente previa registrazione sul sito (dopo il login, le registrazioni sono accessibili dal menu Programma).

Cominciamo in questo articolo con la sintesi della prima giornata, dedicata a diritto, istituzioni e collaborazione tra pubblico e privato, in particolare tra aziende manifatturiere e poli di ricerca.

Le politiche sul digitale, tra business e diritti

Nella sessione inaugurale, moderata da Andrea Grassi, editor di Computerworld, si è discusso del difficile rapporto che le aziende hanno con le leggi e diritti che toccano il mondo digitale, confuse da norme europee, nazionali, pronunciamenti dei Garanti e sentenze dei tribunali locali.

Si è cominciato dai recentissimi Digital Services Act e Digital Markets Act illustrati da Enrico Camilli, Esperto di politiche digitali, Direzione Generale CNECT della Commissione europea, che ne ha spiegato i principi e le principali conseguenze per gli operatori del settore e per il pubblico.

L’avv Giulia Sala, Senior Associate Studio Legale DGRS, Consulente legale IAB Italia, ha parlato del caso del Transparency & Consent Framework di IAB, che nelle intenzioni doveva garantire ai propri associati di operare in conformità con il GDPR, ma che è stato bocciato dal Garante belga per la privacy, creando scompiglio nel settore. Ha anche parlato dell’impatto di DMA e DSA sulla filiera della pubblicità, con nuove garanzie a tutela dei minori, ma anche degli inserzionisti pubblicitari, che dovranno poter misurare le prestazioni delle campagne in modo indipendente dalle piattaforme che le erogano.

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L’avv. Miriam Viggiano, Funzionario di area direttiva presso il Garante per la protezione dei dati personali, ha approfondito il tema del valore economico dei dati e della effettiva libertà del soggetto interessato di disporre di quel valore, sollevando un punto interessante: se ammettiamo la possibilità di scegliere se pagare per avere un servizio digitale, oppure offrire in cambio i nostri dati personali a fini di marketing, stiamo in qualche modo dicendo che c’è chi può avere tutelata la propria privacy perché può permettersi di pagare, e chi invece no.

L’Avv. Rocco Panetta dello Studio legale Panetta ha poi fatto alcuni esempi concreti delle difficoltà che le aziende incontrano nell’operare in un mercato in cui le interpretazioni sono diverse e cambiano nel tempo, creando disparità di condizioni tra i concorrenti.

Le nuove frontiere del diritto digitale

La mattinata è proseguita con la sessione moderata da Vittorio Colombani, responsabile editoriale di Edizioni La Tribuna. Il Professor Roberto Pardolesi, Direttore de Il Foro italiano, ha analizzato le prospettive poste dalla giustizia predittiva, e cioè da quell’insieme di formule matematiche che consentirebbero di prevedere l’esito delle controversie, rilevando che la componente umana nell’elaborazione di una sentenza non potrà mai mancare, scongiurando così la prospettiva del “giudice robot”.

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Il Dottor Valerio de Gioia, magistrato e Direttore scientifico della Rivista digitale NJUS, ha approfondito il tema del processo penale telematico, evidenziando le attuali carenze nella digitalizzazione della giustizia penale italiana, e auspicando una celere applicazione delle nuove norme sul processo penale a distanza.

Il Professor Roberto Pardolesi ha poi affrontato il tema delle principali problematiche e delle regole che ci aspettano in tema di responsabilità civile nel Metaverso, rilevando l’importanza dell’emanazione di norme che consentano di dare certezze giuridiche alle persone che agiscono in questo nuovo ambiente.

Aziende manifatturiere e poli di ricerca: una partnership necessaria

Nell’ultima sessione della giornata, moderata da Fabio Chiavieri, direttore tecnico della rivista L’Ammonitore, si è affrontato il tema della collaborazione tra PMI e università, centri di ricerca e laboratori, necessaria a garantire la spinta innovativa di cui le aziende hanno bisogno per competere.

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Il dott. Marco Sacco del Centro Nazionale per le Ricerche STIIMA – Istituto di Sistemi e Tecnologie Industriali Intelligenti per il Manifatturiero Avanzato, ha parlato dei corsi di formazione gratuiti incentrati su Realtà Virtuale, Realtà Aumentata e Realtà Mista che il CNR mette a disposizione delle PMI, e illustrato le più recenti iniziative su Industria 5.0, metaverso e intelligenza artificiale.

Partendo dall’introduzione del Digital Twin, il prof. Michele Monno, Ordinario di Tecnologie e Sistemi di Lavorazione Meccanica presso il Dipartimento di Meccanica del Politecnico di Milano e Direttore Scientifico del Laboratorio Musp, ha spiegato che c’è ancora molto da fare per incrementare la collaborazione tra imprese e Centri di Ricerca che in Italia è sempre stata piuttosto debole. L’approccio da prendere è di aiutare le aziende a comprendere le tecnologie digitali sgombrando il campo da timori legati a possibili stravolgimenti dei loro processi produttivi. In questo, secondo Monno, l’impiego di prototipi digitali può essere di grande aiuto per la valutazione, ma anche perché verrà richiesto sempre più di realizzare modelli digitali da fornire insieme al prodotto fisico.

Il CFI-Cluster Fabbrica Intelligente è stato creato proprio da CNR STIIMA e Politecnico di Milano e ha come mission quella di dare voce corale al comparto manufatturiero che è la prima voce del PIL italiano. Per “corale”, ha spiegato Paolo Vercesi, Cluster Manager CFI e Direttore Esecutivo AFIL, si intende il coinvolgimento di aziende, centri di ricerca, associazioni e istituti di formazione. Il CFI svolge il proprio lavoro in due direzioni: portare alle aziende manufatturiere i risultati, le valutazioni e le considerazioni che il CNR e le Università in generale stanno elaborando sui temi delle tecnologie sviluppate per il manufatturiero da un lato, e ascoltare le istanze delle imprese, in particolare delle PMI, partendo da direttive tecnologiche sviluppate da grandi aziende e capire quali sono le necessità che tali imprese hanno per rimanere competitive. Sintesi di questo lavoro sono le RoadMap per la Ricerca e l’Innovazione la cui ultima versione verrà pubblicata a breve.

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