Un consorzio di 27 fornitori di servizi cloud ha raggiunto un accordo con Microsoft per risolvere una controversia riguardante presunte pratiche anti-competitive. La disputa, inizialmente portata all’attenzione della Commissione Europea nel novembre 2022, verteva sui costi elevati e le difficoltà tecniche associate all’utilizzo dei software Microsoft su piattaforme cloud concorrenti.

L’associazione di categoria CISPE (Cloud Infrastructure Service Provider of Europe), rappresentante i fornitori cloud coinvolti, ha annunciato la firma di un memorandum d’Intesa con Microsoft. Questo documento, i cui dettagli rimangono riservati, prevede che la big tech di Redmond si impegni a implementare modifiche per affrontare le preoccupazioni sollevate dai membri europei del CISPE.

Un elemento chiave dell’accordo è lo sviluppo di una versione potenziata di Azure Stack HCI specificamente progettata per i fornitori cloud europei. Questa nuova versione promette di offrire funzionalità avanzate, tra cui infrastrutture desktop virtuali multi-sessione basate su Windows 11, aggiornamenti di sicurezza estesi gratuiti e licenze pay-as-you-go per SQL Server.

È importante notare che AWS, Google Cloud Platform e AliCloud sono stati esclusi dalle trattative e non beneficeranno né saranno vincolati dai termini dell’accordo.

Per monitorare l’attuazione dell’intesa, CISPE istituirà un Osservatorio Europeo del Cloud. Questo organismo, che includerà rappresentanti di Microsoft e operatori dell’infrastruttura cloud della regione, pubblicherà valutazioni periodiche e raccomandazioni relative all’implementazione dell’accordo e alla garanzia di pratiche di licenza software eque nel cloud.

Microsoft ha nove mesi di tempo per mantenere il suo impegno di fornire il prodotto Azure Stack HCI for Hosters o per risolvere in altro modo le questioni relative alle licenze software. Se al termine di questo periodo CISPE dovesse ritenere che Microsoft non abbia adempiuto ai suoi obblighi, l’associazione si riserva il diritto di ripresentare il reclamo. Come parte dell’accordo, Microsoft verserà un contributo forfettario a CISPE di 22 milioni di dollari per rimborsare i costi delle campagne legali e di sensibilizzazione condotte negli ultimi tre anni.

microsoft cina

Mentre il presidente di Microsoft, Brad Smith, ha espresso soddisfazione per la risoluzione della controversia, alcune voci critiche hanno sollevato preoccupazioni sulla trasparenza e sull’efficacia dell’accordo. L’ex CEO di UKCloud, Simon Hansford, ha sottolineato in una nota inviata a The Register che questo approccio potrebbe non affrontare adeguatamente i problemi fondamentali che ostacolano la concorrenza nei servizi cloud.

Hansford ha inoltre esortato i regolatori a intervenire in modo più convinto per proteggere gli interessi dei consumatori e promuovere un ecosistema cloud sano, evidenziando come l’indagine in corso da parte dell’autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA) sia un’opportunità cruciale per implementare regolamenti solidi e trasparenti su licenze software, strutture di prezzo e mobilità dei dati.

Anche un portavoce di AWS ha criticato l’accordo affermando che non risolve il problema per la maggior parte dei clienti Microsoft, che rimangono impossibilitati a utilizzare liberamente il cloud di loro scelta in Europa e nel mondo. AWS continua a sostenere la crescente richiesta di clienti, fornitori e regolatori affinché Microsoft ponga fine alle sue pratiche discriminatorie per tutti i clienti.

La stessa Google, per voce del responsabile di Google Cloud Amit Zavery, non è per nulla convinta di questo accordo e valuterà altre opzioni nella sua lotta contro le pratiche di licenza di Microsoft. “Molti enti normativi hanno aperto indagini sulle pratiche di Microsoft in materia di licenze e ci auguriamo che ci siano rimedi per proteggere il mercato del cloud dal comportamento anticoncorrenziale di Microsoft”, ha dichiarato Zavery a Reuters. Stiamo esplorando le nostre opzioni per continuare a lottare contro le licenze anticoncorrenziali di Microsoft al fine di promuovere la scelta, l’innovazione e la crescita dell’economia digitale in Europa”.