Sono indagini antitrust a largo raggio quelle che l’UE sta portando avanti nei confronti di diverse big tech. Si inizia con la partnership tra Microsoft con OpenAI, ma nel mirino dell’UE ci sono anche l’accordo sull’intelligenza artificiale di Google con Samsung e il modello “pay or consent” di Meta.

A marzo Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza, aveva inviato dei questionari a Microsoft, Google, Meta e ByteDance (proprietaria di TikTok), oltre che ad altre grandi aziende tecnologiche, in merito alle loro partnership in ambito IA. “Abbiamo esaminato le risposte e stiamo inviando una richiesta di informazioni sull’accordo tra Microsoft e OpenAI per capire se alcune clausole di esclusività possano avere un effetto negativo sui concorrenti”, ha dichiarato nei giorni scorsi la Commissaria.

“Siamo pronti a rispondere a qualsiasi ulteriore domanda della Commissione europea”, ha dichiarato a Reuters un portavoce di Microsoft. Vestager ha anche citato la preoccupazione che le Big Tech impediscano agli sviluppatori di IA più piccoli di raggiungere con i loro prodotti aziende e utenti consumer.

“Stiamo anche inviando richieste di informazioni per comprendere meglio gli effetti dell’accordo di Google con Samsung per preinstallare il suo modello di IA generativa Gemini Nano su alcuni dispositivi Samsung”, ha continuato Vestager, che fa riferimento all’accordo di gennaio per integrare nella gamma di smartphone Galaxy S24 di Samsung l’IA generativa di Google.

UE Microsoft Meta

Margrethe Vestager, Commissario europeo per la concorrenza

Il Commissario UE sta inoltre esaminando il nodo acquisizioni, con particolare riferimento all’acquisizione da 650 milioni di dollari della startup Inflection AI da parte di Microsoft a marzo, che ha permesso al colosso di Redmond di utilizzare gli LLM di Inflection e di assumere la maggior parte del suo personale. “Ci assicureremo che queste pratiche non sfuggano alle nostre regole di controllo delle fusioni se portano a una concentrazione”, ha dichiarato Vestager.

Passando invece a Meta, il Financial Times, che cita persone direttamente a conoscenza della questione, sostiene che le autorità europee di regolamentazione sono preoccupate per il modello “pay or consent” della big tech guidata da Mark Zuckerberg.

Meta ha lanciato il servizio di abbonamento senza pubblicità per Facebook e Instagram in Europa lo scorso novembre, che permette di non essere tracciati dalle piattaforme social a fronte di un pagamento di una quota mensile. Se invece non si è disposti a pagare, si può comunque usufruire dei due social condividendo però i propri dati con Meta.

Secondo quanto riportato dal Financial Times, le autorità europee sosterebbero che la scelta presentata da Meta rischia di dare agli utenti una falsa alternativa, con la barriera del pagamento mensile che li “costringerebbe” ad acconsentire al tracciamento dei loro dati personali a fini pubblicitari. 

Meta e la Commissione europea non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento di Reuters.