X è la prima piattaforma colpita dal Digital Services Act europeo per contenuti illegali
La Commissione europea sta attualmente investigando X (ex Twitter) per presunte violazioni degli obblighi relativi al Digital Services Act (DSA), in parte legate a post pubblicati in seguito agli attacchi di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Il DSA è entrato in vigore a novembre e richiede alle piattaforme online e ai motori di ricerca di fare di più per contrastare i contenuti illegali e i rischi per la sicurezza pubblica. L’indagine della Commissione si concentrerà sulla lotta alla diffusione di contenuti illegali nell’Unione europea e sull’efficacia delle misure adottate per contrastare la manipolazione delle informazioni.
All’inizio di quest’anno, X, che diventa così la prima piattaforma colpita dal Digital Services Act per contenuti illegali, ha lanciato la funzione Community Notes, che consente agli utenti di commentare i post per segnalare contenuti falsi o fuorvianti, effettuando di fatto un fact-checking partecipativo anziché affidarsi a un team dedicato di “verificatori”.
“La misura che stiamo prendendo oggi non dichiara colpevole X di un’infrazione, o conclude che X abbia effettivamente violato il DSA, ma afferma semplicemente che abbiamo basi significative per indagare in dettaglio in queste aree”, ha precisato a Reuters un alto funzionario dell’UE. X ha dichiarato di essere impegnata a rispettare il DSA e di cooperare con il processo regolatorio. “È importante che questo processo rimanga libero da influenze politiche e segua la legge”, ha affermato l’azienda in una dichiarazione di ieri.
Elon Musk, in un post su X, ha chiesto al Commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, se si stanno prendendo azioni simili contro altre piattaforme di social media. “Perché se hai problemi con questa piattaforma (e nessuna è perfetta), le altre sono molto peggio”, ha aggiunto causticamente Musk.
In seguito agli attacchi di Hamas del 7 ottobre contro Israele, X e altri social media sono stati invasi da immagini false e informazioni fuorvianti. A tal proposito Breton ha inviato lettere a X, Meta, TikTok e Alphabet ricordando i loro obblighi ai sensi del DSA per affrontare i contenuti dannosi e illegali. Le piattaforme hanno risposto evidenziando le misure adottate per fermare la disinformazione, ma Musk ha contestato Breton sull’accusa di disinformazione. Alcuni politici italiani hanno difeso Musk e criticato la Commissione europea. “@elonmusk ha ragione: la libertà di parola ha senso solo se consente alle persone che non ti piacciono di dire cose che non ti piacciono'”, ha twittato il vice primo ministro italiano Matteo Salvini.
Nel frattempo, negli USA un gruppo bipartisan di legislatori ha scritto una lettera al presidente Joe Biden esprimendo preoccupazione per il fatto che le normative europee in materia tech, in particolare il Digital Markets Act (DMA), prendano di mira ingiustamente le aziende statunitensi, escludendo invece molte società cinesi ed europee. Il DMA designa cinque importanti aziende tecnologiche statunitensi (Alphabet, Amazon, Apple, Meta e Microsoft) come fornitori di servizi “gatekeeper”, soggetti a determinati requisiti.
A partire da marzo 2024, queste aziende, insieme al proprietario cinese di TikTok ByteDance, dovranno garantire la compatibilità delle loro app di messaggistica con i concorrenti e consentire agli utenti di scegliere le app preinstallate sui loro dispositivi. La lettera, firmata da 21 membri della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, sottolinea il potenziale danno agli interessi economici e alla sicurezza americana, esortando Biden a ottenere impegni dall’UE per un’applicazione equa delle regole.
I legislatori sostengono che designare le aziende statunitensi come ‘gatekeeper’ potrebbe disturbare l’economia statunitense, diminuire la leadership globale nel campo digitale e mettere a rischio la sicurezza dei consumatori. La lettera solleva interrogativi sulla mancata designazione di gatekeeper delle aziende cinesi Alibaba, Huawei e Tencent, così come sulla mancanza di scrutinio sulle aziende europee.
I firmatari chiedono a Biden di cercare rassicurazioni dai legislatori dell’UE che il DMA non sarà utilizzato ingiustamente contro le aziende statunitensi, ma al tempo stesso dimenticano che il concetto di gatekeeper espresso nel DMA non si riferisce solo alle dimensioni di questi big della tecnologia ma anche al loro numero di utenti europei. E al momento non esiste colosso cinese o europeo (a parte appunto ByteDance con TikTok) che possa vantare in Europa un numero di utenti vicino a quello dei cinque big USA appena citati.