La ricerca di EMC sulla Information Generation
EMC ha reso noti i risultati di un’analisi qualitativa e quantitativa globale commissionata a Institute For The Future e Vanson Bourne, con lo scopo di studiare gli impatti sul business e le dinamiche legate alla crescita della digitalizzazione e all’espansione della community di “cittadini digitali” nei prossimi anni.
Intitolata The Information Generation: Transforming The Future, Today, la ricerca si è basata su interviste a 3.600 business leader di medio-grandi aziende e a oltre 40 tra accademici, influencer ed opinion leader ICT in ben 18 Paesi per dimostrare come stiamo entrando definitivamente nell’era dell’Information Generation. Un’era in cui i consumatori e i clienti vivranno e lavoreranno costantemente connessi alla rete, producendo un’enorme mole di dati e di informazioni durante ogni attività, anche quella più semplice.
Un nuovo mondo digitale che entro il 2020 sarà composto da oltre 7 miliardi di persone, 10 milioni di aziende e almeno 30 miliardi di dispositivi elettronici connessi a Internet e in cui verranno prodotti 44 trilioni di gigabyte di dati. Una quantità di informazioni talmente vasta e quasi inimmaginabile che secondo la ricerca sarebbe in grado oggi di riempire una pila di Ipad Air da 128 giga GB lunga quanto 2/3 del percorso tra la Terra e la Luna.
Oggi una famiglia media produce abbastanza dati per riempire 65 iPhone da 32 GB all’anno, ma nel 2020 questa cifra crescerà, fino a raggiungere i 318 iPhone. Oggi, se un byte di dati fosse un gallone d’acqua, in appena 10 secondi si genererebbero abbastanza dati da riempire un’intera abitazione. Nel 2020, questo tempo scenderà a soli 2 secondi.
In un simile scenario le aziende sono di fatto costrette a evolversi se non vogliono restare indietro
Logico quindi che in questo nuovo universo digitale i vecchi paradigmi del business saranno radicalmente messi in discussione dalla nuove tecnologie. La pensa così il 96% degli intervistati, mentre secondo il 93% del campione i nuovi trend tecnologici influiranno soprattutto sulle aspettative dei consumatori e il 53% chiederà una connessione in modalità 24/7 da ogni luogo e in ogni momento.
Analizzando gli elementi che hanno contribuito a generare questo nuovo universo di informazioni, il 66% degli intervistati ritiene che siano stati principalmente gli smartphone e i tablet ad aver avuto il maggior impatto sulle aziende negli ultimi 5-10 anni, ma allo stesso tempo il 40% indica anche i social media come uno dei principali agenti del cambiamento.
In un simile scenario le aziende sono di fatto costrette a evolversi se non vogliono restare indietro e, per riuscire nell’obiettivo, devono prevedere nuove opportunità di mercato, dimostrare trasparenza e fiducia, impostare un nuovo modello di business, offrire ai clienti esperienze uniche e personalizzate e agire in tempo reale.
Ma le aziende italiane sono pronte a questo appuntamento? Solo il 15% dei business leader interpellati in Italia (contro il 23% globale) vede la propria azienda in grado di poter sviluppare linee guida previsionali molto precise su nuove opportunità di mercato, mentre il 28% ritiene che la propria azienda stia lavorando in totale trasparenza e fiducia verso i propri interlocutori e solo il 21% del campione considera la strategia tecnologica della propria azienda molto innovativa.