Quando i Big Data aiutano a combattere le frodi
Secondo un recente studio condotto da Forrester Consulting per conto di Xerox, le società di servizi finanziari stanno incrementando le iniziative a favore dell’impiego dei Big Data per combattere le frodi. Quasi la metà (48%) degli IT e dei decision maker economici intervistati nel settore finanziario hanno dichiarato che, nei prossimi 12 mesi, analizzeranno gli storici dei clienti per identificare e affrontare potenziali comportamenti fraudolenti.
Il sondaggio online, condotto su 330 senior business (CEO, responsabili HR, Finanza e Marketing) e su responsabili IT, High Tech, aziende di servizi finanziari e industriali in Belgio, Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito, ha messo anche in luce come la sicurezza dei dati e la privacy siano considerate le sfide principali per le società di servizi finanziari (44%). Con la General Data Protection Regulation (GDPR), la cui entrata in vigore è prevista entro il 2017, le procedure riguardanti la privacy dei dati tenderanno in futuro a diventare più rigide per le imprese.
“Molte aziende si stanno accorgendo della necessità di investire in infrastrutture tecniche che permetteranno loro di esplorare le informazioni sul singolo cliente, identificando modelli e notando rapidamente eventuali cambiamenti. È incoraggiante notare che questo tipo di lavoro rimarrà una priorità per i prossimi anni” ha affermato Craig Saunders, direttore dell’Analytics Resource Center presso Xerox Consulting and Analytics Service.
Nei prossimi 12 mesi investimenti più importanti nell’intermediazione finanziaria contribuiranno ad individuare successive frodi
Oltre all’individuazione di casi di frode, un’altra sfida importante per i fornitori di servizi finanziari è quella di soddisfare le aspettative in continuo aumento per una compliance normativa (43%) e processi di reportistica (42%). Con una tale esigenza di trasparenza dei sistemi finanziari non sorprende che le imprese ritengano che l’approvvigionamento di competenze tecniche appropriate (41%), in futuro, costituirà un problema significativo. A tal fine, un terzo (33%) degli intervistati prevede di assumere più ingegneri e data scientist nel corso dei prossimi 12-24 mesi.
A colpire leggendo lo studio è anche un altro fattore. Più di due terzi (69%) delle aziende di servizi finanziari si imbattono ancora in dati imprecisi all’interno dei loro stessi sistemi; ciò significa che potrebbe essere necessaria una completa pulizia interna prima che le società possano acquisire accuratamente le informazioni rilevanti e necessarie dai propri dati.
Nei prossimi 12 mesi investimenti più importanti nell’intermediazione finanziaria e nell’analisi del rischio (65%) contribuiranno ad individuare successive frodi. Ma per quanto riguarda il miglioramento di dati già esistenti lo studio ha rivelato che, in particolare per le società di servizi finanziari, il 28% degli intervistati prevede di collaborare con i fornitori esterni per aumentare i progetti sui Big Data.
“Se adottati correttamente, tramite i partner giusti, i Big Data permetteranno alle aziende di scoprire presto un gran numero di insight per risolvere errori precedenti e fornire anche opportunità per migliorare i servizi esistenti”, ha concluso Saunders.