Google recupera terreno sull’Edge e punta su sovranità dei dati, sicurezza e sostenibilità

Google recupera terreno sull’Edge e punta su sovranità dei dati, sicurezza e sostenibilità
Una sintesi delle principali novità dell’evento di Google Cloud Next ’21, prima tra tutte la Distributed Cloud per avere le funzionalità della nuvola di Google nel proprio datacenter

Google Distributed Cloud Edge e Google Distributed Cloud Hosted sono tra le principali novità annunciate nel corso dell’evento Google Cloud Next ’21 lo scorso 12 ottobre. Entrambe fanno riguadagnare terreno a Google nella corsa al cloud ibrido e per la conquista dell’Edge 

Il portfolio di soluzioni hardware e software di Google Distributed Cloud mira a soddisfare le esigenze di garanzia della sovranità dei dati e riduzione della latenza dei carichi di lavoro in cloud, anche in considerazione della creazione di una nuova generazione di servizi digitali abilitati dalle connessioni 5G, che proprio della bassa latenza fanno il proprio punto di forza.  

Google Distributed Cloud Edge 

Si tratta di un servizio totalmente gestito ed erogato presso i 140 punti di presenza Google sparsi per il mondo e che supporta nativamente le funzionalità Core e Radio Access Network delle reti 5G. Il servizio sfrutta Anthos, piattaforma open source che permette di unificare la gestione di infrastrutture distribuite su diversi cloud, data center proprietari ed Edge.  

Grazie a queste caratteristiche, permette di realizzare applicazioni che sfruttano le funzionalità di Intelligenza Artificiale della piattaforma Google ma che non potrebbero tollerare le latenze tipiche del cloud. Per fare alcuni esempi, algoritmi per la computer vision, la realtà virtuale e aumentata, applicazioni che devono rispondere rapidamente a stimoli provenienti da sensori nell’Edge o anche gestire infrastrutture 5G/LTE proprietarie. 

Rispetto ai servizi di Edge Computing forniti dai principali cloud provider concorrenti, mancano all’appello dispositivi Edge da installare a bordo macchina, magari rinforzati per lavorare in condizioni estreme, ma le mosse di Google sono nella direzione giusta per recuperare terreno. 

Google Distributed Cloud Hosted 

Sebbene diminuisca sensibilmente la latenza, il Google Distributed Cloud Edge non risolve il problema della sovranità dei dati. Operatori, aziende e pubbliche amministrazioni possono essere sottoposte a vincoli e normative sulla localizzazione e giurisdizione dei dati che custodiscono. Sottolineiamo infatti come, con il CLOUD Act, l’amministrazione USA può costringere le aziende americane ad acquisire dati e comunicazioni di individui e aziende stranieri anche se queste sono ospitati in data center fuori dal territorio americano, al di fuori delle garanzie in vigore nei vari Stati. 

Google aveva già provato a dare una risposta a questo tipo di esigenza nel 2019, permettendo l’utilizzo di chiavi crittografiche private, ma era necessario fare qualcosa di più per soddisfare le norme più stringenti. Con Google Distributed Cloud Hosted è possibile installare la Google Cloud Platform su un’infrastruttura proprietaria, con hardware certificato fornito al momento da HPE, Dell, Cisco e NetApp. L’installazione può essere completamente scollegata dal cloud di Google: gli aggiornamenti possono essere scaricati, trasferiti sui server attraverso un supporto fisico e applicati senza bisogno di connessione alcuna.  

Alla nostra specifica domanda sul fatto che questo offra la certezza che i dati saranno al sicuro da ingerenze e azioni eseguite come effetto del CLOUD Act, un portavoce di Google Cloud ha risposto che “Google ottempera con tutte le leggi pertinenti dei paesi in cui opera. I clienti di Google Distributed Cloud Hosted avranno il controllo esclusivo sui propri dati. Tuttavia, alcuni clienti potrebbero anche scegliere di collaborare con partner di fiducia per il deploy di Google Distributed Cloud Hosted. In questo caso, potrebbero fare affidamento sui partner per controllare il servizio e i dati direttamente”. 

Le altre novità in arrivo da Google 

Abbiamo parlato in questo articolo delle nuove funzionalità di Google Workspace, inclusa la possibilità di integrazione con Jira, ma Google Cloud Next è stato il palco anche per altri annunci.  

Sul fronte dei dati e analytics è stato reso disponibile al pubblico il servizio BigQuery Omni, che ora permette di effettuare query complesse su dati distribuiti tra on-prem, AWS e Azure, oltre naturalmente al cloud della casa. Spark on Google Cloud è invece il primo servizio Spark autoscaling e serverless. 

Vertex AI Workbench permette di implementare modelli di Machine Learning in modo veloce, unificando in una sola interfaccia le funzionalità di data engineering, data science, acquisizione e analisi dei dati, distribuzione e gestione dei modelli. È stata inoltre annunciata una partnership con Salesforce Tableau per utilizzare dati di BigQuery o lanciare Tableau direttamente da Google FogliQuesto articolo approfondisce le novità in questo ambito. 

Google ha posto una forte enfasi anche sulla cybersecurity, con due nuove iniziative. Un Google Cybersecurity Action Team che assisterà governi e imprese nell’adozione delle best practice di Google in tema di cybersecurity e il programma Work Safer per supportare aziende di ogni dimensione nell’adozione delle soluzioni di sicurezza zero-trust per Google Workspace fornite dai partner CrowdStrike e Palo Alto Networks. 

Non ultime, le iniziative per la sostenibilità ambientale con le quali Google intende essere il cloud più pulito del settore e permettere alle aziende di rendicontare le proprie emissioni, un tema che coinvolgerà sempre più spesso i CIO e i direttori della funzione IT. Lo strumento Carbon Footprint presente nella Cloud Console permette di calcolare le emissioni di anidrite carbonica delle risorse cloud in uso.  

Google Earth Engine, disponibile in anteprima per i clienti di Google Cloud Platform, in combinazione con funzionalità geospaziali di BigQuery, Cloud AI e Google Maps Platform, permette alle aziende di monitorare e prevedere i cambiamenti della superficie terrestre dovuti a eventi meteorologici estremi o attività umane, consentendo di mitigare i rischi e risparmiare sui costi operativi. 

Unattended Project Recommender è invece una funzione che utilizza il machine learning per identificare i progetti che sono probabilmente obsoleti, segnalandoli in modo che le organizzazioni possano scegliere di eliminarli facilmente, riducendo costi e consumi. 

Aziende:
CrowdStrike
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I cloud provider alla conquista dell’Edge

I cloud provider alla conquista dell’Edge
Mentre le aziende aumentano le distribuzioni di edge computing, Amazon, Microsoft e Google stanno proponendo diverse sorprendenti opzioni edge per un'ampia gamma di esigenze

Potrebbe sorprendere sapere che i cloud pubblici dei Big Three – AWS, Google Could Platform e Microsoft Azure – hanno cominciato a fornire funzionalità di edge computing. È sorprendente perché l’espressione edge computing implica un mini datacenter, tipicamente connesso a dispositivi IoT e distribuito ai margini di una rete aziendale da usare in alternativa al cloud.

I cloud dei Big Three hanno un controllo molto parziale su caratteristiche chiave come posizione, rete e infrastruttura. Possono davvero fornire capacità di edge computing? La risposta è sì, sebbene i fornitori di cloud pubblico stiano sviluppando i propri servizi di edge computing tramite partnership strategiche e con alcune limitazioni nella fase iniziale.

Le offerte di edge computing basate su cloud sono un chiaro segno che i confini tra cloud pubblico, cloud privato ed edge computing si stanno sfumando. L’obiettivo unificante è fornire alle aziende e agli architetti delle infrastrutture una gamma di scelte in base al tipo di carico di lavoro e ai requisiti in termini di prestazioni, affidabilità, normative e sicurezza.

Sfortunatamente, un eccesso di nuove opzioni significa sempre un eccesso di hype, quindi dovremo fare un po’ di demistificazione mentre selezioniamo le tre grandi offerte cloud per l’edge computing. Prima di entrare nei dettagli, tuttavia, iniziamo con una rapida introduzione su alcune considerazioni chiave sull’architettura.

Comprensione dei requisiti e delle architetture di edge computing

Innanzitutto, i team IT devono comprendere i requisiti dell’edge computing. Il collegamento di una rete dispersa a livello globale di sensori economici che generano pochi terabyte di dati al giorno ha requisiti di elaborazione diversi rispetto alla manutenzione di una dozzina di stabilimenti con una serie di sensori video che elaborano petabyte di dati in tempo reale. L’architettura deve affrontare l’elaborazione e l’analisi dei dati e i flussi di lavoro specifici necessari.

Inoltre, altrettanto importanti sono i requisiti normativi, di sicurezza e di protezione. I dispositivi medici distribuiti negli ospedali o i controller per veicoli autonomi acquisiscono ed elaborano informazioni estremamente critiche per la vita delle persone. Le richieste di affidabilità e di prestazioni dovrebbero dettare i requisiti per quanto riguarda posizione, rete, sicurezza e infrastruttura.

La comprensione di questi requisiti aiuta chi progetta i sistemi a determinare dove collocare fisicamente l’infrastruttura di edge computing, quali tipi di infrastruttura sono richiesti, i requisiti minimi di connettività e altre considerazioni di progettazione.

Il vero vantaggio offerto dall’edge computing del cloud pubblico, però, è la capacità di estendere l’architettura e i servizi cloud sottostanti, in particolare per i clienti che hanno già fortemente investito in un cloud pubblico o in un altro. Siamo sicuri che architetti e sviluppatori desiderano sfruttare i servizi AWS, Azure o Google Cloud distribuiti sull’edge? Questo è ciò su cui scommettono i cloud pubblici, mentre esplorano applicazioni mobile abilitate per il 5G che richiedono dati a bassa latenza ed elaborazioni di machine learning negli endpoint delle telecomunicazioni.

Con queste domande in mente, ecco una panoramica di ciò che offrono i tre principali cloud pubblici.

Le Azure Edge Zones con Azure Stack

Azure scommette che architetti e sviluppatori vogliano concentrarsi sull’applicazione e meno sull’infrastruttura. Azure ha tre opzioni che abilitano un edge ibrido, in cui gli architetti della rete possono sfruttare i network 5G e distribuire in modo ottimale elaborazione dati, modelli di machine learning, applicazioni di streaming e altre applicazioni che fanno un uso intensivo di dati in tempo reale.

  • Le Azure Edge Zones sono distribuzioni gestite dello stack di Azure che possono essere acquistate tramite Microsoft e sono attualmente disponibili solo in alcune availability zone negli Stati Uniti al momento.
  • Sempre negli USA, Microsoft ha collaborato con AT&T per offrire Azure End Zones con l’operatore telefonico in diverse località. Questa opzione è la migliore per le applicazioni mobile abilitate per 5G che richiedono l’elaborazione dei dati a bassa latenza o capacità di machine learning.
  • Infine, le aziende possono anche distribuire una Azure Edge Zone privata. Microsoft ha collaborato con diversi fornitori di data center che abilitano questa funzionalità.

Queste opzioni forniscono scelte di posizione e flessibilità di rete, mentre Azure Stack Edge porta l’elaborazione e i servizi di Azure all’Edge, sotto forma di un’appliance 1U, due Intel Xeon 10 core e 128 GB di RAM che può essere configurata con contenitori o VM e gestita come cluster di container Kubernetes. Questo modello è ottimizzato per il machine learning e le applicazioni IoT.

Microsoft offre anche Azure Stack HCI, un’infrastruttura iperconvergente per la modernizzazione dei data center e Azure Stack Hub per la distribuzione di applicazioni cloud native.

Come altri servizi cloud, Microsoft vende Azure Stack Edge in abbonamento, con costi calcolati in base all’utilizzo. Microsoft gestisce il dispositivo e offre una disponibilità del livello di servizio del 99,9%.

AWS nell’Edge: dai dispositivi 5G all’analytics su vasta scala

L’Amazon Web Service ha un set di offerte simile per distribuire servizi AWS a data center edge e reti di telecomunicazioni.

  • AWS sta iniziando a supportare i data center edge con le AWS Local Zones (Zone Locali AWS), disponibili anche in Italia.
  • AWS Wavelength è progettato per applicazioni a bassa latenza in esecuzione su dispositivi 5G, inclusi veicoli connessi, applicazioni AR/VR, fabbriche intelligenti e giochi in real-time.
  • AWS collabora con Verizon per fornire AWS Wavelength, attualmente disponibile a in alcune città di Stati Uniti, Giappone, Corea e a Londra con Vodafone.
AWS Snowcone è l’appliance Edge più piccola, ed è resistente alle intemperie per operare in ambienti remoti.

AWS Snowcone è l’appliance Edge più piccola, ed è resistente alle intemperie per operare in ambienti remoti.

AWS offre due tipi di infrastruttura Edge, a partire dalla linea di appliance AWS Snow. AWS Snowcone è l’appliance più piccola con due vCPU e 4 GB utilizzata principalmente per l’archiviazione e il trasferimento dei dati edge. Le applicazioni di elaborazione dati e machine learning ad alta intensità di memoria distribuite all’edge richiedono probabilmente AWS Snowball Edge, che viene fornito in modelli ottimizzati per lo storage e il calcolo con un massimo di 52 vCPU e 208 GB di memoria. Per le applicazioni su larga scala, gli AWS Outpost sono rack da 42 unità distribuiti nei data center per l’esecuzione di diversi tipi di istanze EC2, container (Amazon ECS), Kubernetes (Amazon EKS), database (Amazon RDS), analisi dei dati (Amazon EMR) e altri AWS Servizi.

Google recupera (in parte) il ritardo sull’Edge

Gli annunci più recenti di Google includono Anthos at the Edge, collaborazioni con AT&T sulla connettività 5G e Google Mobile Edge Cloud. L’offerta fa parte di Anthos, una piattaforma di modernizzazione delle applicazioni ibrida e multi-cloud che consente alle aziende di distribuire applicazioni in modalità ibrida su Google Cloud Platform e nel data center.

Anthos è il requisito tecnologico che ha portato lo scorso ottobre all’annuncio di due soluzioni: Google Distributed Cloud Edge e Google Distributed Cloud Hosted, la prima pensata per offrire a telco e service provider punti di presenza distribuiti nella rete di Google, la seconda per permettere di portare on-premises la tecnologia Google Cloud, anche in modalità totalmente disconnessa da Internet e dalla rete Google, a totale garanzia della sovranità dei dati.

I fornitori di cloud pubblico riconoscono che la prossima ondata di innovazione proviene dall’intersezione di IoT, 5G e analisi di machine learning implementate a livello periferico. Non permetteranno alle aziende di infrastruttura e data center come Dell, HPE o Lenovo di dominare questo nuovo mercato senza combattere, quindi la loro risposta è portare le loro piattaforme cloud, container, orchestrazione e servizi ai data center distribuiti nell’Edge e agli endpoint delle telecomunicazioni. E non lo fanno da soli: i cloud pubblici stanno collaborando con le telco, i fornitori di infrastrutture e i principali fornitori di servizi per abilitare le loro offerte.

Ma questa è solo l’alba dell’era delle soluzioni di Edge Computing nel cloud pubblico. Il fatto che i tre grandi cloud stiano prendendo sul serio l’Edge Computing serve solo a sottolineare la portata delle promesse in questo campo. Sia che le aziende scelgano soluzioni edge per il cloud pubblico, sia che scelgano di costruire la propria infrastruttura, rete e piattaforme di elaborazione, poche vorranno essere lasciate fuori dalla crescente ondata di innovazione edge.

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