L’adozione del cloud computing sta diventando una forza trainante per le aziende. Lo spostamento delle applicazioni dai data center on premise al cloud permette infatti di ridurre i costi e aumentare l’agilità. I tre principali fornitori di servizi cloud, Amazon Web Services (AWS), Google e Microsoft, offrono una gamma sempre più ampia di soluzioni per rispondere alle esigenze delle aziende.

Ciò ha alimentato un mercato di offerte infrastructure-as-a service (IaaS) che, secondo le ultime stime di Gartner, ammontava a un totale di 25 miliardi di dollari nel 2016 e raggiungerà i 45 miliardi di dollari entro il 2018.

L’IaaS è un modello in cui un fornitore terza parte ospita e mantiene l’infrastruttura, inclusi hardware, software, server e storage, per conto di un cliente. Questo in genere include l’hosting di applicazioni in un ambiente altamente scalabile, in cui i clienti pagano solo per l’infrastruttura che utilizzano.

AWS è entrata per prima nel mercato, iniziando a offrire servizi cloud nel 2006. Secondo un report di Synergy Research, pubblicato a febbraio 2017, AWS detiene il 40 per cento del mercato, mentre Microsoft, Google e IBM, insieme, controllano il 23 per cento.

Nonostante il dominio di AWS, Microsoft ha rapidamente guadagnato terreno sotto la guida del CEO Satya Nadella e della sua strategia “cloud first”. Google, dal canto suo, ha sviluppato i suoi servizi di cloud pubblico e le offerte IaaS attraverso la Google Cloud Platform (GCP).

La scelta del cloud provider dipende dalle esigenze specifiche di ciascun cliente e dai carichi di lavoro da eseguire. Succede spesso che le aziende si rivolgano a più fornitori per gestire diverse parti delle loro operazioni o per diversi casi d’uso, con un approccio definito multi-cloud.

AWS, Google e Microsoft hanno approcci diversi, e conoscerli può aiutare gli utenti finali a scegliere l’offerta più adatta a loro.

Di seguito mettiamo a confronto le offerte di AWS, Google Cloud Platform e Microsoft Azure in base ai servizi, costi e base clienti.

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Funzioni e servizi

AWS, Microsoft Azure e Google Cloud Platform offrono caratteristiche simili in termini di flessibilità di calcolo, storage e networking. Tutti condividono gli elementi comuni di un cloud pubblico: self-service e provisioning istantaneo, autoscaling, più sicurezza, funzioni di conformità e di gestione delle identità.

Tutti e tre le aziende investono pesantemente nei loro servizi cloud e ciò ha portato ad offerte di analytics più mature. Per esempio, il supporto per i cluster Hadoop è fornito da AWS (Elastic Map Reduce), Azure (HDInsight) e Google (Dataproc).

AWS offre ancora la gamma più ampia di servizi, con quasi 100 applicazioni e strumenti per elaborazione, storage, database, analytics, networking, mobile, strumenti per sviluppatori, strumenti di gestione, IoT, sicurezza e applicazioni aziendali.

Tutti e tre i produttori hanno aggiunto strumenti per il machine learning e una serie di funzionalità mirate a settori tecnologici all’avanguardia come l’Internet of Things (IoT) e il serverless computing (Lambda per AWS, Functions con Azure e Google), mentre i clienti possono utilizzare il cloud per creare un’applicazione mobile o addirittura creare un ambiente di calcolo ad alte prestazioni in base alle loro esigenze.

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Naturalmente, tutti e tre i fornitori sono forti nel machine learning, perché possono attingere dalle competenze interne.

Nell’aprile 2015 AWS ha lanciato il servizio Amazon Machine Learning, che aiuta gli sviluppatori a creare modelli di apprendimento automatico. Successivamente, nel 2016, ha annunciato tre nuovi servizi per il riconoscimento delle immagini (AWS Rekognition), i modelli di deep learning (Polly) e il motore che alimenta Alexa (Lex).

Google offre un Cloud Machine Learning Engine, che permette di realizzare modelli basati sulla libreria open source TensorFlow. Google offre anche un’intera serie di API per l’elaborazione del linguaggio naturale, la traduzione e la computer vision.

Azure Machine Learning Studio di Microsoft consente agli sviluppatori specializzati di scrivere, testare e distribuire algoritmi, e mette a disposizione un marketplace per le API.

Tutti e tre i fornitori hanno un approccio abbastanza aperto verso le partnership, consentendo ai clienti di eseguire varie applicazioni e servizi nei loro ambienti cloud.

Google, per esempio, ha annunciato una serie di partnership con fornitori consolidati come SAP, Pivotal e Rackspace.

Calcolo, archiviazione, database e networking

Per il calcolo, l’offerta principale di AWS sono le sue istanze EC2, che possono essere personalizzate con un diverse opzioni. Fornisce anche servizi correlati come Elastic Beanstalk per l’implementazione di applicazioni, il servizio EC2 Container, AWS Lambda e Autoscaling.

L’offerta di calcolo di Azure è basata sulle proprie macchine virtuali (VM), su strumenti come Cloud Services e Resource Manager che supportano la distribuzione di applicazioni in cloud, e sul servizio Azure Autoscaling.

Il Compute Engine scalabile di Google offre VM nei data center di Google. Sono veloci da avviare, dotate di storage su disco rigido, promettono prestazioni costanti e sono altamente personalizzabili in base alle esigenze del cliente.

Tutti e tre i fornitori cloud supportano database relazionali – Azure SQL Database, Amazon Relational Database Service, Redshift e Google Cloud SQL – oltre ai database NoSQL Azure DocumentDB, Amazon DynamoDB e Google Bigtable.

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L’archiviazione AWS include Simple Storage (S3), Elastic Block Storage(EBS), Elastic File System (EFS), il servizio Import/Export per importare/esportare grandi volumi di dati, il servizio di backup Glacier e Storage Gateway, che si integra con ambienti on-premise.

Le offerte di Microsoft includono il servizio core Azure Storage, lo storage Azure Blob nonché Table, Queue e File, oltre a Site Recovery, Import Export e Azure Backup.

In generale tutti e tre i provider offrono eccellenti funzionalità di networking, con il bilanciamento automatico del carico sui server e la connettività ai sistemi on-premise.

Costi

Il prezzo può essere un fattore di scelta per le aziende che stanno valutando l’adozione del cloud, e la grande concorrenza sul mercato sta determinando una tendenza al ribasso dei costi.

In termini generali, i prezzi sono paragonabili, soprattutto da quando AWS si è allineata a Microsoft e Google applicando tariffe al secondo e non più all’ora per i suoi servizi EC2 ed EBS.

Tuttavia può essere difficile fare un confronto chiaro, in quanto tutti e tre offrono modelli di prezzo e sconti leggermente diversi. Sia AWS che Microsoft e Google mettono a disposizione un calcolatore di prezzi.

Tutti i fornitori offrono livelli gratuiti prima di iniziare a pagare, e offrono in genere crediti per attirare startup innovative sulle proprie piattaforme.

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Clienti

Una base utente di alto profilo potrebbe non essere la ragione principale per scegliere il proprio provider cloud, ma può aiutare a capire come altre aziende nel proprio settore stanno traendo beneficio dal cloud pubblico.

Questo è chiaramente un punto forte di AWS, che ha sempre avuto grandi clienti. Per esempio, sebbene la Central Intelligence Agency (CIA) abbia firmato un contratto con IBM, ha assegnato ad AWS lo sviluppo del proprio cloud privato con un accordo stipulato nel 2013, che potrebbe essere visto come un elemento simbolico per i potenziali acquirenti.

Un cliente AWS di lunga data è Netflix, che nel 2016 ha deciso di chiudere tutti i suoi data center per passare definitivamente al cloud. Ma a parte i pionieri del web, AWS ha avuto veramente successo nel convincere imprese più tradizionali a passare al cloud.

Altri importanti clienti sono AstraZeneca, NewsCorp, AirBnB, Financial Times, Dow Jones, Kurt Geiger, Lonely Planet, Nasdaq, Nike, Pfizer e la Royal Opera House. L’elenco completo dei clienti AWS può essere consultato qui.

Microsoft Azure ha forse meno utenti di alto profilo, ma tra i suoi clienti ci sono aziende come Pearson, Ford, NBC News e Easyjet, per citare solo alcuni nomi.

Nel luglio 2017 Microsoft, nell’ambito di un’ampia riorganizzazione che si concentrerà sulla vendita dei suoi servizi cloud sotto il marchio Azure, ha tagliato circa il dieci per cento della sua forza vendita globale.

Google è in una posizione simile, ma ha registrate alcune importanti vittorie negli ultimi anni. La banca inglese HSBC ha scelto Google Cloud per le sue capacità di analisi e di apprendimento automatico. Tuttavia, HSBC sta adottando un chiaro approccio multi-cloud, collaborando con tutti e tre i provider per diversi carichi di lavoro.

Snap, la società madre di Snapchat, ha contratti importanti con Google per l’IaaS, ma anche con AWS. Durante il processo IPO del social network è stato reso noto che l’azienda ha in essere un contratto da 2 miliardi di dollari con Google per i servizi cloud e un contratto da 1 miliardo di dollari con AWS.

Home Depot e Disney sono stati citati come clienti della Google Cloud Platform durante la conferenza Cloud Next 2017.

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AWS: pro e contro

L’ampiezza e la profondità dell’offerta AWS sono considerati un plus. AWS ha battuto la concorrenza iniziando s sviluppare la sua suite di servizi cloud dal 2006. Sono tutti progettati per essere enterprise-friendly e da convincere sia i CIO che gli sviluppatori.

Il fornitore si distingue per opzioni di configurazione della piattaforma, funzioni di monitoraggio e di policy, sicurezza e affidabilità. Anche il suo ecosistema di partner e la strategia generale di prodotto sono considerati leader del mercato, e l’AWS Marketplace offre numerosi servizi software di terze parti.

Un altro vantaggio del cloud AWS è la sua apertura e flessibilità. Per esempio Transport for London, che si basa anche su Azure in altre parti della sua attività, ha utilizzato AWS per soddisfare i picchi di richieste dei suoi servizi online, come lo strumento di pianificazione del viaggio.

Un’area in cui AWS perde qualche punto è la sua strategia di cloud ibrido. A differenza di Microsoft, AWS non supporta il cloud privato on-premise. Molte aziende, per esempio nel settore finanziario, preferiscono mantenere i dati sensibili nei propri data center, utilizzando i cloud pubblici per altri scopi. Questo non ha comunque scoraggiato molti clienti dall’utilizzo di AWS come parte della loro strategia cloud, indipendentemente dal fatto che intendano spostare tutti i sistemi in cloud o meno.

Un altro aspetto negativo di AWS è l’ampiezza della sua offerta. Se da un lato può essere un punto di forza, dall’altro può essere difficile orientarsi nel gran numero di funzionalità disponibili, e alcuni vedono AWS come un fornitore complesso da gestire.

Azure: pro e contro

Il grande vantaggio di Azure è che Microsoft ha già una forte presenza all’interno delle aziende e può giocare un ruolo importante nel percorso di migrazione verso il cloud. Azure naturalmente si integra con i principali sistemi Microsoft on-premise, come Windows Server, System Center e Active Directory.

Sia AWS che Azure hanno funzionalità PaaS, ma questo è un particolare punto di forza di Microsoft.

Uno dei punti a sfavore, tuttavia, è una serie di interruzioni che si sono verificate negli anni. Lydia Leong, analista di Gartner, raccomanda alle aziende di considerare le funzionalità di disaster recovery di Azure per le applicazioni critiche ospitate in cloud.

AWS offre agli utenti molte opzioni di supporto per altre piattaforme, mentre Azure è più restrittivo in confronto. Se si desidera eseguire qualsiasi cosa di diverso da Windows Server, Azure potrebbe non essere la soluzione migliore, ma Microsoft sta abbracciando le piattaforme open source. Nel 2017, per esempio, l’azienda ha esteso il proprio supporto per i sistemi operativi Linux.

Google Cloud Platform: pro e contro

Google ha una grande esperienza con aziende innovative e native del cloud e ha una buona presenza nella comunità open source, ma ha tradizionalmente faticato ad affermarsi nel mercato enterprise.

La sua strategia go-to-market è stata focalizzata su progetti piccoli e innovativi in grandi aziende, piuttosto che sul far diventare Google un partner cloud strategico. Per convincere le imprese più tradizionali Google dovrà ampliare il respiro delle sue partnership e sostenere le imprese e i processi IT nel percorso di migrazione verso il cloud.

L’azienda sta scommettendo molto sui suoi strumenti di apprendimento automatico, e i suoi punti di forza sono le competenze interne in intelligente artificiale e il popolare framework TensorFlow. Google ha lanciato anche funzionalità innovative nello spazio del machine learning, come il suo motore di analisi BigQuery e il database distribuito Cloud Spanner.

Il verdetto

In termini molto generali, con la sua offerta ampia e matura AWS continua a essere il leader del mercato, ma il divario con i concorrenti si sta riducendo.

La gamma di strumenti e servizi disponibili, insieme alle caratteristiche enterprise-friendly, rendono AWS una piattaforma interessante per le grandi aziende. La sua enorme infrastruttura e in continua crescita offre economie di scala che permettono tagli di prezzi aggressivi.

Microsoft ha iniziato a colmare il divario con AWS, e continuerà a farlo grazie ai suoi continui investimenti nella piattaforma cloud Azure e al rafforzamento dei legami con i sui software on-premise.

Per le aziende che hanno già investito significativamente in Microsoft, in termini di tecnologia e competenze degli sviluppatori, Microsoft Azure continuerà a essere una proposta forte.

Google sta compiendo progressi con alcuni clienti e potrebbe ricavarsi una nicchia nell’utilizzo avanzato di big data e machine learning, ma ha molto più lavoro da fare per affermarsi come partner a livello enterprise.