Google Cloud, sconti e crediti ora accessibili anche senza contratti pluriennali
Google Cloud ha annunciato oggi una nuova opzione di licenza chiamata Flex Agreements, che consente l’accesso a incentivi come crediti cloud e sconti sulla spesa mensile anche a clienti che non hanno firmato accordi annuali o pluriennali di fornitura con l’hyperscaler americano.
L’obiettivo, spiegano in un post Kelly Ducourty, VP GTM Strategy & operations, e Joe Matz, VP Business Planning & Pricing, è di andare incontro ai molti clienti che non sono in grado di prevedere quale fabbisogno di servizi cloud avranno nei prossimi mesi o anni.
“Ogni organizzazione ha il suo percorso specifico verso il cloud, e per aiutarli stiamo mettendo a punto nuovi modi per fruire dei servizi di Google Cloud e per pagarli, rimuovendo le barriere all’entrata, allineando i costi al consumo reale, e offrendo flessibilità contrattuali e di prodotto”, si legge nel post.
Molti clienti firmano contratti pluriennali perché hanno una visione chiara della spesa IT nei prossimi anni, spiegano Ducourty e Matz, ma molti altri non hanno una visibilità così chiara. Da qui l’idea di Flex Agreements, che permette ai clienti di migrare workload in cloud senza impegnarsi economicamente su accordi pluriennali, ma potendo godere di incentivi come sconti in funzione di soglie d’uso o di spesa mensili, crediti cloud, accesso a servizi professionali.
Un esempio di benefici accessibili con Flex Agreements sono i CUD (Committed Use Discount), che sono prezzi scontati a fronte dell’impegno di utilizzare risorse oltre una certa soglia minima in un periodo prefissato, per esempio un mese.
Le tre nuove pricing edition: Enterprise Plus, Enterprise e Standard
Oltre ai contratti, Google Cloud vuole introdurre più flessibilità anche nelle funzionalità e tipi di servizi utilizzabili, e per questo nei prossimi trimestri introdurrà tre nuove “pricing edition”, chiamate Standard, Enterprise ed Enterprise Plus.
Enterprise Plus, il piano tariffario più costoso, è indicato secondo Google per imprese che operano in settori fortemente regolamentati come banche e PA, e offre servizi di computing, storage, networking e analytics services con high availability, supporto multi-region, regional failover e disaster recovery, sicurezza avanzata, e un ampio supporto per la conformità a norme e regolamenti.
Il piano Enterprise comprende una vasta gamma di funzioni pensata per clienti con workload che richiedono alti livelli di scalabilità, flessibilità e affidabilità. Infine il modello Standard offrirà managed services semplici da usare e molto convenienti economicamente che comprendono tutte le funzioni indispensabili – come autoscaling – per soddisfare le necessità dei workload core dei clienti.
A proposito di autoscaling, questo tipo di funzioni di aumento e riduzione automatica dei servizi (e dei loro costi), ricorda il post, è presente in sempre più prodotti di Google Cloud. Tra questi Dataflow, Bigtable, Spanner, Cluster Autoscaler, Horizontal e Vertical Pod Autoscaling, e da oggi anche BigQuery, il data warehouse in cloud di Google. L’obiettivo è aiutare i clienti a fronteggiare inaspettati cambiamenti delle proprie esigenze e adeguare il più possibile i costi ai consumi reali.
I cambiamenti nel listino di Google Workspace
Sempre oggi Google Cloud ha annunciato dei cambiamenti anche nel listino di Google Workspace. È stata introdotta una versione annuale (Annual Plan) per tutti e tre i tipi di abbonamento (Business Starter, Business Standard, Business Plus), che si affianca alla versione mensile (Flexible Plan).
Oggi i tre abbonamenti Flexible costano 6 dollari per utente/mese (Business Starter), 12 dollari (Business Standard) e 18 dollari (Business Plus), che in Italia si traducono rispettivamente in 5,20 euro, 10,40 euro e 15,60 euro. Da aprile aumenteranno del 20% – Business Starter da 6 a 7,2 dollari per mese/utente, Business Standard da 12 a 14,4 dollari, Business Plus da 18 a 21,6 dollari – mentre gli abbonamenti Annual conserveranno le tariffe attuali di 6, 12 e 18 dollari per mese/utente.
Google Cloud è il numero 3 del mercato mondiale dei servizi di cloud infrastructure: secondo Synergy Group ha una market share dell’11%, aumentata di un punto nel 2022. Nel quarto e ultimo trimestre 2022 ha fatturato 7,3 miliardi di dollari, in crescita del 32% anno su anno.
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