Netalia: le aziende sono sempre più interessate a un cloud “sovrano”
(Articolo pubblicato originariamente il 16 maggio 2023 e aggiornato il 31 maggio con le qualificazioni di ACN per dati strategici e critici)
Il cloud è lo strumento che ha consentito di aprire applicazioni e informazioni al mondo, ma viviamo oggi in un’epoca che vede contrapposizioni geopolitiche, una maggiore attenzione al valore strategico degli asset digitali di aziende e pubblica amministrazione, e in cui nuove norme creano zone in cui il diritto e la governance dei dati sono differenziati in base alla regione geografica in cui sono collocati o trasmessi.
In questo contesto, secondo Michele Zunino, Amministratore Unico di Netalia, “cresce l’interesse verso soluzioni cloud che garantiscano di operare in un perimetro giuridico e normativo che garantisca condizioni certe e conformi alle leggi e agli interessi nazionale”. Interesse che si traduce in numeri. Netalia conta di raddoppiare quest’anno i ricavi del 2022, anno che è stato chiuso a 5,5 milioni di fatturato.
Pur appoggiandosi a reti e data center esistenti, ma tutti di soggetti di diritto italiano, Netalia ha creato un’infrastruttura ridondata in grado di garantire l’erogazione di servizi IaaS e PaaS rivolti alle aziende e amministrazioni più sensibili al tema della sovranità dei dati, oltre che alle prestazioni e alla continuità di servizio.
Quali sono i vantaggi di una soluzione di questo tipo? “Innanzi tutto, ho un perimetro giuridico e fiscale italiano. “Se faccio un contratto con un hyperscaler, non lo faccio con un’entità giuridica italiana. Se dovessi avere un contenzioso con il fornitore, si applicherebbe una normativa diversa dalla nostra, afferma Zunino. Inoltre, la nostra infrastruttura si incastra con il quadro regolatorio impostato dagli ultimi governi, come il Polo Strategico Nazionale. La nostra azienda è certificata presso l’Autorità per la Cybersicurezza Nazionale e potrà presto trattare anche dati relativi al settore giuridico e a quello della difesa”.
Il Public Cloud Netalia è infatti tra i primi cloud provider a ricevere da ACN le qualificazioni QI3 e QC3 per l’infrastruttura e i servizi IaaS e PaaS, che consentono la gestione dei dati strategici (di competenza di Difesa, Forze Armate e Giustizia) e critici (su tutti, quelli sanitari).
Dall’infrastruttura alle piattaforme
Attualmente, Netalia dispone di sale ad accesso riservato in tre data region sul territorio nazionale, con una quarta in arrivo a Roma entro la fine dell’anno. In ogni region la rete è isolata, ma l’azienda dispone di interconnessioni dedicate e a bassa latenza tra i diversi data center. All’interno di questa infrastruttura, ogni cliente dispone di hardware e rete virtuale dedicati e isolati.
“Sulla nostra piattaforma creiamo delle bolle autoconsistenti (virtual private cloud), che contengono tutta la capacità computazionale e le informazioni del cliente, garantendo impermeabilità l’una dall’altra, afferma Zunino. Gli integratori più capaci possono costruire sulla nostra infrastruttura piattaforme software resilienti e geograficamente distribuite per supportare le proprie applicazioni”.
Anche le applicazioni moderne, containerizzate e basate su microservizi, vengono erogate all’interno del perimetro del cliente, con piattaforme come Openshift e Tanzu che vengono integrate allo stesso livello della componente IaaS.
Sicurezza e gestione delle operation
Dal punto di vista della gestione delle operazioni di rete e della sicurezza perimetrale, Netalia dispone di un NOC interno, per il quale verrà creata una struttura dedicata in Sicilia entro la fine del 2024.
Per quanto riguarda invece la sicurezza applicativa, questa è delegata a un soggetto esterno – sempre italiano e di grandi dimensioni – con un proprio Security Operations Center.