Cloud computing: la valutazione di costi e aspetti economici nel 2023
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La convenienza del Cloud da un punto di vista economico è un argomento sul quale si dibatte da molto tempo. Se da un lato le potenzialità elaborative e di immagazzinamento dati del Cloud sono assolutamente evidenti, dall’altro ci sono aspetti che spesso preoccupano chi vuole implementare in questo contesto soluzioni totalmente nuove o migrarne di già esistenti.
Negli ultimi due anni, sul tema stanno agendo condizioni macroeconomiche che vanno considerate attentamente. Gli aumenti del costo dell’energia hanno avuto impatti negativi su chi ha data center proprietari ad alta capacità, mentre i rincari nei listini dei servizi cloud (qui Microsoft e IBM) dovuti all’inflazione e al cambio euro/dollaro hanno costretto chi aveva scelto il cloud a rivedere i propri budget.
Parlare di costi significa non solo comprendere se l’implementazione di una soluzione su Cloud sia sostenibile, ma anche se questa possa portare non solo un vantaggio da un punto di vista delle prestazioni ma anche un vero e proprio ritorno economico per l’azienda: in molti casi lo è ma è necessario tenere bene in considerazione tutti i possibili aspetti.
Diciamo subito che parliamo di Cloud in generale e pertanto questo discorso può essere generalizzato a tutte le offerte esistenti sul mercato, non solo a quelle che vengono alla mente più comunemente come AWS, Google Cloud e Microsoft Azure.
Un mondo senza Cloud: on-premises, colocation, hosting e VPS
Consideriamo in primis un contesto per così dire tradizionale ed immaginiamolo senza Cloud. Un’azienda ha una soluzione da implementare, ad esempio un servizio che vuole offrire, e deve condividerla con i propri clienti installandola in un ambiente operativo raggiungibile in Rete.
Tipicamente, gli approcci sarebbero principalmente due:
- acquistare un proprio server per installare l’applicazione che rappresenta il servizio e renderlo disponibile al pubblico. Ciò può essere fatto in una propria sede (on-premises) oppure alloggiando la macchina in un data center (colocation);
- trovare una un servizio hosting o Virtual Private Server che permetta di installare la propria applicazione e renderla disponibile su Internet senza che sia richiesto l’acquisto di un server né tantomeno sia affrontata la problematica di dove e come custodirlo.
Seguendo queste linee implementative moltissimi servizi, negli scorsi decenni, hanno preso vita e sono stati resi disponibili al pubblico sia che si trattasse di un pubblico più generico sia che fosse un’utenza di clienti più ristretta.
Entrambi gli approcci hanno vantaggi ma anche svantaggi.
Nel primo caso, l’acquisto del server, abbiamo la possibilità di gestire totalmente la macchina, sceglierne le caratteristiche hardware nonché le configurazioni software e di sistema. Il primo problema che viene in mente ovviamente è che dobbiamo sopportarne la spesa che in molti casi, soprattutto per avere una o più macchine all’altezza delle operazioni, può essere piuttosto onerosa tanto che tipicamente apparecchiature di questo genere vengono ammortizzate negli anni sul bilancio aziendale. Inoltre, dobbiamo fare i conti con altri costi che possono variare a seconda di dove decidiamo di collocare il nostro server.
Server fisico on-premises
Un server fisico conservato in una propria struttura ha bisogno, per lo meno, di:
- alimentazione elettrica, possibilmente stabile e ridondata;
- temperatura adeguata per evitare il surriscaldamento. Tutti gli aspetti a questo connessi passano spesso sotto l’acronimo HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) che include tutto ciò che permette ai server di lavorare in condizioni di temperatura ottimali;
- connessione ad Internet veloce, stabile e anch’essa, possibilmente, ridondata;
- sicurezza fisica per evitare furti e danneggiamenti;
- manutenzione hardware e gestione sistemistica specializzata;
- regolarità, cura e dedizione nei backup dei dati e delle configurazioni.
Server in colocation presso un service provider
Se invece il server viene conservato in una web farm, presenta gli stessi costi precedenti solo che, in buona parte, questi sono inclusi nel canone di affitto della postazione. La gestione sistemistica ed eventuale manutenzione fisica sono generalmente a carico del proprietario del server. Va detto anche che molti service provider offrono la possibilità di affittare un server già installato nel loro data center, come alternativa all’affitto. In questo caso, manutenzione e gestione potrebbero essere fornite come servizio aggiuntivo.
Per questo motivo, se il data center è lontano dalla sede dell’azienda, bisogna mettere in conto eventuali trasferte del personale, includendo oltre al costo vivo dello spostamento, anche le ore/uomo necessarie ai viaggi e i danni derivanti da eventuali ritardi nel ripristino dell’operatività, in caso di malfunzionamenti.
Hosting e VPS
Nel caso invece dell’hosting molto spesso abbiamo delle soluzioni molto più convenienti perché in genere non dobbiamo acquistare un nostro server, non dobbiamo installarlo e abbiamo il vantaggio che sulla stessa macchina fisica verranno ospitati molti clienti aderenti al servizio e pertanto tutti i costi di cui abbiamo parlato saranno pagati in proporzione.
Uno dei problemi principali degli hosting è che le piattaforme che vengono offerte sono preconfigurate e rispondenti alle caratteristiche mediamente più richieste dalla clientela professionale. Per esempio, se volessimo realizzare un’applicazione web con il linguaggio PHP e il database MySQL potremmo trovare migliaia di offerte che pubblicizzano piattaforme software di questo tipo. Qualora però il nostro servizio richiedesse linguaggi più specifici o tecnologie particolari, per non parlare di protocolli o framework sviluppati in proprio dalla nostra azienda, la soluzione dell’hosting potrebbe non essere praticabile.
Tutto ciò non rende impossibile lo sviluppo di applicazioni con server proprio o deployment in hosting, non a caso, come abbiamo già ricordato, tali soluzioni rappresentano buona parte dell’ossatura dell’Internet attualmente esistente.
Tuttavia, queste soluzioni sono caratterizzate da limiti specifici che possono essere superati grazie all’implementazione in Cloud ed è per questo che ci accingiamo a valutare quelli che sono i principali vantaggi di questo contesto tecnologico in così rapida diffusione.
Fortunatamente, il Cloud esiste
Possiamo concentrarci sui vantaggi del Cloud raggruppandoli in alcune aree di interesse. In questo modo, non tratteremo minuziosamente ogni singolo vantaggio ma ci concentreremo su quelle che possono essere le preoccupazioni principali di chi deve decidere l’approccio a questo ambito.
L’abbandono del server fisico
Se c’è qualcosa con cui non avremo più a che fare, adottando soluzioni in Cloud, è l’hardware. Non vedremo più una macchina fisicamente, non dovremo più acquistarne e non ci preoccuperemo della loro sicurezza fisica né della loro manutenzione hardware.
Leggi anche: Cloud Pubblico: esempi d’uso, vantaggi, svantaggi e best practice
Questo porta, in primis, all’abbattimento di costi fissi come, ad esempio, l’acquisto di un server o l’affitto di una postazione all’interno di un data center. Inoltre porta un vantaggio importante che consiste nel non doversi preoccupare di quali debbano essere le risorse a disposizione del nostro server. Se proviamo a preventivare l’acquisto di un server, la prima domanda che ci dobbiamo porre è quali saranno le risorse hardware di cui la nostra applicazione potrà avere bisogno.
Con il Cloud sarà necessario scegliere solo la classe del server (fondamentalmente, il processore e la presenza di componenti specifici come le GPU) ma non sarà più necessario dover stimare a priori il numero di processori, la quantità di memoria o di spazio su disco, perché questi elementi possono essere ridimensionati dinamicamente nel tempo, anche in modo automatico, per potersi adattare alle esigenze del nostro servizio.
Velocità nell’attivazione di una soluzione
Il mercato dei servizi è piuttosto concorrenziale e spesso chi riesce ad affacciarsi prima in uno specifico settore ottiene un vantaggio in termini di pubblico acquisito. Spesso, ordinare un server fisico, configurarlo, collocarlo nella sua destinazione finale e attivare il servizio può richiedere delle settimane.
Con il Cloud si può avere la preparazione dell’ambiente in maniera quasi istantanea. Potremo infatti attivare in pochi clic infrastrutture, macchine virtuali già pronte, implementazioni in container o piattaforme hosting e questo permetterà di scegliere l’ambiente più confacente alle nostre esigenze (dipenderà molto dal livello di controllo sulle risorse sottostanti che desideriamo) e trasferire in una posizione operativa la soluzione approntata.
Durata dell’esecuzione dell’applicazione
Molti servizi sono progettati per durare il più a lungo possibile, se non addirittura per sempre. Se pensiamo ad un e-commerce o un blog di notizie tendiamo ad immaginarlo come un qualcosa di estremamente duraturo in quanto un servizio di successo non sarà mai abbandonato dai propri clienti. Almeno si spera.
Esistono però molte situazioni, soprattutto in contesti dominati da Big Data e Intelligenza Artificiale, in cui possono servire grandissime risorse da utilizzare per un periodo di tempo molto breve. Ad esempio, un’azienda potrebbe aver bisogno di affrontare una sperimentazione sfruttando un super computer per una durata di alcune decine di ore. Sarebbe impensabile acquistare una macchina così potente per svolgere un esperimento della durata di qualche giorno e probabilmente non più replicato.
In una visione tradizionale, probabilmente, eviteremmo sicuramente un investimento di questo genere, riducendo la portata della sperimentazione, adattandoci ad utilizzare una macchina a nostra disposizione o rinunciando alla sperimentazione.
Con il Cloud il problema non si pone più. Potremmo, ad esempio, ordinare delle potentissime risorse da utilizzare per un determinato lasso di tempo e spegnerle – eliminando quindi ogni costo ad esse collegato – nel momento in cui non ne avremo più bisogno. Quello che tipicamente non appare più nel Cloud è la presenza di contratti a scadenza fissa ma si pagano solo le risorse che si utilizzano, per il tempo di cui se ne ha bisogno.
Fin qui potrebbe sembrare tutto assolutamente facile eppure le soluzioni in cloud non possono essere affrontate in maniera superficiale o improvvisata.
Nel Cloud non si improvvisa
I costi nel Cloud, a seconda delle risorse che si richiedono, possono essere di una certa importanza. Una macchina virtuale può costare pochi centesimi all’ora ma anche migliaia di euro al giorno. Pertanto, un’azienda che voglia migrare o implementare soluzioni in Cloud deve assolutamente affidarsi a personale specializzato, assumendone o formando/certificando i propri dipendenti.
Non a caso una delle prime tematiche che si affronta quando si inizia a studiare una piattaforma Cloud è quella della gestione dei costi. Questo perché sicuramente i costi come abbiamo visto possono rappresentare un grandissimo vantaggio del Cloud ma anche un grosso problema.
Per poter portare la propria azienda nel Cloud sarà necessario conoscere bene i servizi principali che offre il Provider scelto e soprattutto quelli che possono essere utili per la propria applicazione (hosting? container? macchine virtuali? storage?) e ciò significa comprendere:
- aspetti tecnologici;
- campi di impiego ottimali;
- elementi tecnici;
- politiche di costo.
Non bisogna affrontare il Cloud con una sorta di paura reverenziale ma sia chiaro che implementare una soluzione in Cloud “male” può portare problemi da un punto di vista del funzionamento del servizio ma anche economico. Uno studio del Cloud completo, approfondito e possibilmente guidato da percorsi di formazione adeguati (indipendentemente che portino ad una vera e propria certificazione che resta tuttavia auspicabile) sono assolutamente indispensabili: le soluzioni in Cloud non si improvvisano!
Le politiche di prezzo vanno studiate negli appositi prospetti informativi ma non solo. Ogni piattaforma in genere offre una sorta di calculator, un tool on-line, in cui possiamo ipotizzare le risorse che il nostro servizio richiede e ottenere una sorta di preventivo di quanto la soluzione potrebbe costare. Fare pratica con questi strumenti è importante, ma si deve anche considerarne i limiti. Il preventivo ottenuto è indicativo ma non totalmente affidabile soprattutto perché una soluzione può avere costi variabili associati, che cambiano a seconda dell’utenza, della provenienza geografica dei contatti o delle risorse richieste.
Per questo, se i costi vengono valutati su un servizio già esistente di cui si hanno statistiche e metriche di utilizzo, il preventivo dei costi in Cloud può essere molto più affidabile.
Conclusioni
In conclusione, questo articolo vuole inviare un messaggio forte e chiaro: il Cloud offre potenzialità mai viste in precedenza, non è un ambiente pericoloso ma va conosciuto e rispettato perché portatore di grandi possibilità ma anche di problemi se utilizzato male.
Ogni professionista e ogni azienda farebbe bene ad interessarsene, studiarne gli aspetti e comprenderne vantaggi ed aspetti delicati con percorsi adeguati e sperimentazioni graduali. Un contesto tecnologico di questo tipo non può essere ignorato al giorno d’oggi ma nemmeno trattato con superficialità.