Crescita del settore IT: quali tendenze lo guideranno
Accelerazione digitale, anche spinta dai fondi che Europa e Governo stanno stanziando per promuovere la digitalizzazione della società e delle imprese, normalizzazione del lavoro distribuito, trasformazione della sicurezza basata sul paradigma Zero Trust, cloud computing – in cui sarà sempre più importante un piano di controllo centrale in azienda per governare più cloud contemporaneamente – e il tema, imprescindibile di questi tempi, della sostenibilità ambientale.
Sono questi i temi che, secondo VMware, guideranno nel 2022 la crescita del settore tecnologico. Crescita che – sottolinea nel corso della conferenza stampa tenutasi la scorsa settimana Eleonora Faina, direttore generale di Anitec Assinform – non è da attribuire solo al rimbalzo post pandemia o ai fondi del PNRR – ma anche a una crescita organica del settore trainata dai digital enabler e dall’intelligenza artificiale, dalla manifattura che sta attraversando una forte trasformazione a base di cloud e IoT e dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione centrale e degli enti locali.
Faina ha citato i dati del rapporto Assinform sulle previsioni di crescita nel triennio 2021-2024, differenziate in base a diversi scenari basati sull’effettiva possibilità che i fondi del PNRR arrivino effettivamente a destinazione. “Il PNRR è una grandissima opportunità per la trasformazione del tessuto produttivo, della PA e della società, ma non possiamo non raccontarci la verità: alla PA e alle imprese è richiesto un impegno importantissimo per fare in modo che le risorse arrivino a terra”, afferma.
Anche considerando un utilizzo del 70 percento dei fondi del PNRR, il mercato avrebbe comunque una crescita di 20 miliardi entro il 2024, e il mercato è in grado di crescere anche a costo zero.
Tra i settori più in crescita la cybersecurity, la cui necessità è resa ancor più urgente dalla diffusione del lavoro remoto, che presta il fianco a nuovi attacchi verso i dispositivi client, non più protetti dietro al perimetro aziendale. Sulla cybersecurity grava anche la mancanza di personale con competenze specialistiche. “In molte aziende non c’è un responsabile della Cybersecurity e talvolta neanche una funzione definita, sintomo di una mancanza di attenzione sul tema della governance aziendale”, commenta Faina, che fa però notare che qualcosa sta già cambiando: la domanda di competenze e figure esperte di sicurezza è cresciuta del 32% sull’anno precedente”.
Il digitale continua ad accelerare
“La pandemia ci ha fatto capire cosa è possibile fare con il digitale e da lì non si tornerà indietro, come dimostrano gli investimenti che stiamo vedendo in questo ambito (Digital Europe Programme con un budget di 7,5 miliardi di euro. A livello aziendale, il modo in cui questa accelerazione digitale si manifesta sarà un fattore chiave per la nostra ripresa, con un segmento molto più grande della popolazione ora abilitata digitalmente rispetto al periodo pre-pandemia”, afferma Raffaele Gigantino, Country Manager VMware Italia.
La ricerca Digital Frontiers realizzata da VMware evidenzia come siano cambiate le aspettative dei consumatori, che per il 60 percento si identificano come “digitalmente curiosi” o come “esploratori digitali”. Il 44 percento di loro è pronto a passare a un fornitore concorrente nel caso in cui l’esperienza digitale non sia all’altezza delle aspettative.
Lavoro distribuito: un equilibrio da trovare
Passata – si spera in modo definitivo – l’epoca del lavoro remoto obbligato, aziende e lavoratori stanno cercando di riorganizzare le proprie attività e priorità per sfruttare al meglio gli insegnamenti acquisiti in questi due anni, non senza qualche frizione.
Da un lato, molti lavoratori non sono disposti a tornare a un lavoro che si svolge al 100 percento in presenza, preferendo piuttosto le dimissioni (fenomeno della great resignation). Dall’altro, soprattutto all’estero dove sono meno stringenti i vincoli normativi, le aziende stanno sperimentando sistemi di sorveglianza per il controllo dei lavoratori remoti (il 70 percento lo ha già fatto o pianifica di farlo, secondo la ricerca The Virtual Floorplan: New Rules for a New Era of Work, realizzata da Vanson Bourne per VMware.
Questi sistemi però rischiano di scatenare reazioni avverse da parte dei dipendenti di maggior talento, che percepiscono una mancanza di fiducia, commenta Claudia Angelelli, SEMEA CORE Solution Engineering Manager di VMware per l’Italia: il 36% delle aziende italiane che hanno già implementato il monitoraggio dei dispositivi, e il 45% delle aziende che sono attualmente in procinto di farlo, stanno vedendo “drasticamente aumentato” o “aumentato” il ricambio dei dipendenti.
Angelelli sottolinea che è necessario passare da un’organizzazione del lavoro basata sulla misurazione del tempo tempo, a una impostata sul raggiungimento di obiettivi.