Gartner: il futuro del mercato dei database è nel cloud
Secondo le ultime stime di Gartner entro il 2022 il 75% di tutti i database sarà implementato o migrato su una piattaforma cloud, mentre solo per il 5% dei casi sarà preso in considerazione il ritorno a una formula on-premises. Questa tendenza sarà in gran parte dovuta ai database utilizzati per gli analytics e al modello SaaS.
“Stando alle richieste dei nostri clienti, le organizzazioni stanno sviluppando e implementando nuove applicazioni nel cloud e spostando le risorse esistenti a un ritmo crescente, che crediamo continuerà ad aumentare di intensità” ha affermato Donald Feinberg, vice presidente della ricerca di Gartner. “Riteniamo inoltre che ciò inizi con i sistemi per i casi di utilizzo di soluzioni di gestione dei dati per analisi (DMSA), come il data warehousing, i data lake e altri casi di utilizzo in cui i dati vengono utilizzati per analytics, intelligenza artificiale (AI) e machine learning (ML). Sempre più spesso i sistemi operazionali si stanno spostando verso il cloud, soprattutto con la conversione al modello di applicazione SaaS.”
La ricerca di Gartner mostra che nel 2018 il fatturato mondiale del sistema di gestione di database (DBMS) è cresciuto del 18,4% a 46 miliardi di dollari. I ricavi del DBMS nel cloud rappresentano il 68% di tale crescita e Microsoft e Amazon Web Services (AWS) rappresentano insieme ben il 75,5% della crescita totale del mercato. Questa tendenza rafforza il fatto che le infrastrutture dei provider di servizi cloud (CSP) e i servizi che si basano su esse stiano diventando la nuova piattaforma di gestione dei dati.
Gli ecosistemi si stanno formando attorno ai CSP che integrano entrambi i servizi all’interno di un unico CSP e forniscono i primi passi verso la gestione dei dati intercloud. Ciò è in netto contrasto con l’approccio locale, in cui i singoli prodotti spesso svolgono più ruoli ma raramente offrono le proprie funzionalità integrate per supportare l’integrazione con prodotti adiacenti all’interno dell’ambiente di distribuzione locale. Mentre c’è una certa crescita nei sistemi locali, questa non è tanto dovuta a nuove distribuzioni on-premises, quanto più ad aumenti di prezzo e ad aggiornamenti forzati effettuati per evitare il rischio.
“In definitiva ciò che questo dimostra è la prominenza dell’infrastruttura CSP, le sue offerte native e le offerte di terze parti che vengono eseguite su di esse. Un recente sondaggio di Gartner sull’adozione del cloud ha mostrato che di quelli sul cloud pubblico, l’81% utilizzava più di un CSP. L’ecosistema cloud si sta insomma espandendo ben aldilà di un singolo CSP per la maggior parte dei consumatori di cloud”, conclude Feinberg.