Teradata sviluppa il suo Data Warehouse su AWS

Teradata sviluppa il suo Data Warehouse su AWS
Per la prima volta Teradata offre un database su Amazon Web Services per carichi di lavoro di produzione.

Teradata ha annunciato oggi la messa in disponibilità del suo Teradata Database in cloud su Amazon Web Servies, con lo scopo di distribuire e supportare carichi di lavoro di produzione. La versione iniziale del Teradata Database su AWS, disponibile a partire dal primo trimestre 2016, sarà offerta su una varietà di singoli server virtuali multi-terabyte (noti come unità Amazon Elastic Cloud Compute) nelle regioni supportate da AWS tramite un elenco nel Marketplace AWS.

Ricordiamo che Amazon Web Services è il principale fornitore globale di servizi cloud, con più di un milione di clienti attivi in 190 paesi. Con Teradata Database su AWS, i casi utente supportati includono test e sviluppo, qualità, data mart, disaster recovery, e analisi di produzione.

I vantaggi principali per i clienti vanno da una più ampia accessibilità alla soluzione leader di mercato per data warehousing e analisi dei dati fino a una più stretta vicinanza del database alle origini dei dati e ai software partner su cloud, passando per una più facile scalabilità con il caricamento self-service e la convenienza di tariffe orarie di utilizzo.

Teradata Database su AWS amplierà inoltre la possibilità di scelta per le aziende di generare valore dall’analisi dei dati

“Il cloud computing ha dimostrato il suo valore in termini di convenienza, sicurezza, prestazioni, e di adozione da parte del mercato. Incorporando AWS come prima offerta su cloud pubblico per la distribuzione del Teradata Database, renderemo più semplice per le aziende di ogni dimensione diventare data-driven grazie alla migliore soluzione per il data warehousing e l’analisi dei dati” ha dichiarato Chris Twogood, Vice President of Product and Services Marketing di Teradata.

Teradata Database su AWS, versione iniziale del Teradata Database distribuita su cloud pubblico, amplierà inoltre la possibilità di scelta per le aziende di generare valore dall’analisi dei dati. In che modo? Essenzialmente grazie a un ambiente gestito appositamente costruito (Teradata Cloud), a un cloud pubblico self-service (Teradata Database on AWS) e a un data warehouse integrato nella sede aziendale (Teradata Platforms and Appliances).

Inoltre i Teradata Production and Advisory Services, erogati da un nutrito numero di esperti di analisi dei dati nei più disparati settori di mercato facenti parte dei Teradata Professional Services, sono a disposizione per assistere i clienti nuovi ed esistenti con la fornitura, l’integrazione, la gestione e la messa a punto del Teradata Database in tutte le opzioni di distribuzione.

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Quattro domande sulla fusione Dell-EMC

Quattro domande sulla fusione Dell-EMC
L’affare annunciato ieri renderà Dell uno dei più grandi vendor IT al mondo. Le domande aperte ora sono tante, da come cambierà lo scenario competitivo, alla partnership con Cisco, ai probabili licenziamenti

Dell ha lanciato una bomba nel mercato IT enterprise annunciando l’accordo di acquisizione di EMC per l’impressionante cifra di 67 miliardi di dollari. L’operazione suscita diverse domande; ecco le risposte per quanto riguarda cloud, partnership con Cisco, panorama competitivo e licenziamenti.

Dov’è il cloud?

Supponendo che vada avanti, l’accordo renderà Dell uno dei più grandi IT vendor al mondo, subito dietro IBM e Microsoft, ma Dell ha ancora poco da offrire nel settore in rapida crescita dei servizi cloud. Oracle, IBM e Hewlett-Packard stanno sviluppando offerte cloud con vari gradi di successo, ma non è qualcosa su cui Dell si è concentrata, e l’acquisto di EMC non cambierà la situazione. Quanto ciò che conta è una questione aperta.
Questo accordo rende Dell un giocatore molto più forte nell’ambito dei fornitori di tecnologia IT tradizionale”, ha commentato Glenn O’Donnell, direttore di ricerca presso Forrester. “Il problema è che il futuro appartiene ai player non tradizionali”.

La maggior parte delle grandi aziende stanno utilizzando una combinazione di cloud pubblici e privati, e Dell ha bisogno di dimostrare che può essere un fornitore per queste aziende. Ma questo non significa che deve realizzare il proprio cloud, e competere testa a testa con Amazon Web Services o Microsoft Azure sarebbe un errore costoso, secondo O’Donnell.

Invece, Dell può fornire l’infrastruttura convergente per lo sviluppo di cloud privati on-premise, quindi offrire prodotti middleware che collegano questi sistemi a servizi come Azure e AWS. EMC possiede circa l’80 per cento di VMware, che vende questo tipo di software, e Dell ha Boomi e altri prodotti per l’integrazione cloud.

Dell vende anche hardware per le imprese che sviluppano servizi cloud, come ha evidenziato il CEO Michael Dell in una conference call che si è svolta ieri, dopo l’annuncio dell’acquisizione.
Crawford Del Prete, capo ricerca di IDC, ritiene che Dell non abbia bisogno di un servizio cloud oggi, anche se nel corso del tempo sarà necessario rivedere questa strategia. Ciò significherebbe spendere pesantemente in nuovi data center o in un’altra acquisizione, questioni che non sono certo prioritarie in questo momento per Michael Dell.

Cosa succede alla partnership VMware-Cisco-EMC?

EMC si è unita a Cisco e VMware sei anni fa per formare una società chiamata VCE, che vende sistemi che combinano elaborazione, rete e storage in blocchi preconfigurati.

Dell ed EMC hanno detto che la partnership continuerà. “Il nostro business VCE, quando sarà collegato ai prodotti e servizi Dell, crescerà più velocemente e avrà un impatto molto maggiore sul settore di quanto potrebbero avere le nostre aziende singolarmente”, ha dichiarato il CEO di EMC Joe Tucci tramite il blog aziendale.

Ma l’acquisizione di EMC apre la porta a Dell per aumentare le vendite dei propri server e apparecchiature di rete in tali sistemi convergenti, e O’Donnell è pessimista. “Lo sforzo VCE è morto, secondo me”, ha detto. “Cisco ha già ridimensionato il suo investimento, e mi aspetto che Michael Dell riduca il coinvolgimento di EMC”.
Egli stima che VCE fatturi circa 1 miliardo di dollari l’anno; non è cresciuta di più perché è una partnership, piuttosto che una “società reale”, il che rende i clienti diffidenti. “Dell ha ora l’opportunità di creare una società equivalente realmente unificata, e di farlo meglio”.

Del Prete vede un percorso più pragmatico per Dell. “L’azienda non può sostituirsi a Cisco in termini di apparecchiature di rete”, ha detto l’analista, che non vede grandi cambiamenti nel breve termine. “Mi aspetto che Dell cerchi di ottenere più valore da tali offerte, ma Michael è un ragazzo di buon senso, sa che deve avere il networking best-in-class e che ha bisogno di lavorare con Cisco”.

Che cosa significa l’acquisizione per i concorrenti?

Anche se la partnership VCE continua, il panorama competitivo cambia completamente per Cisco, e questo susciterà discussioni interni sulla sua strategia a lungo termine. “Penso che nel breve periodo non succederà niente, ma Cisco deve riflettere su quali partner scegliere e su potenziali fusioni in futuro”, ha detto Del Prete. “La convergenza è l’ordine del giorno, il che significa che Cisco deve ripensare a come si costruiscono i sistemi e con chi collaborare, perché da qui in poi EMC non è più la stessa società”.

Per quanto riguarda HP, sarebbe stata penalizzata dalla fusione Dell-EMC, ma ha scelto di dividersi in due società. L’operazione si concluderà il 1° novembre, e HP Enterprise sarà un’entità più piccola. Il CEO Meg Whitman ha letto in positivo la notizia, dicendo ai dipendenti, in una nota, che Dell pagherà, solo di interessi, 2,5 miliardi di dollari per completare l’acquisizione.

Ma l’affare aumenta la pressione su HP. “Questo accordo probabilmente accelera la roadmap di HP Enterprise per quanto riguarda acquisizioni significative, perché la musica adesso sta cambiando”, ha detto Del Prete di IDC.

L’analista Rob Enderle, che ha criticato la scissione di HP, è molto meno ottimista. “Se l’affare si conclude, HP è totalmente nei guai”, ha scritto sul blog. “Dell si presenterà come un venditore di gran lunga più completo di HP, e con i licenziamenti paralizzanti di HP in corso, i suoi clienti si metteranno rapidamente alla ricerca di alternative di classe enterprise”.

Ci saranno licenziamenti in Dell-EMC?

Alcuni tagli sono inevitabili, ma forse non così tanti come si potrebbe pensare in un affare di queste dimensioni.

Ci sono certamente alcuni sinergie costose, non lo neghiamo, ma ci sono altre aziende del settore che sono molto più brave a ridurre l’organico”, ha detto un po’ sarcasticamente Michael Dell nella conference call. Il riferimento probabilmente era ad HP, che ha già tagliato 55.000 posti di lavoro e sta per tagliarne altri 30.000. Una grande differenza è che Dell è una società privata, quindi non è sottoposta alla stessa pressione di HP nella riduzione dei costi.

Inoltre, Dell ha bisogno della forza vendita di EMC per far funzionare l’affare. Dell gioca principalmente nel mid-market, e punta su EMC per vendere prodotti ai clienti più grandi. Dell spera anche che il proprio team di vendita possa portare alcuni prodotti EMC ai clienti più piccoli che oggi non raggiunge.

Questo accordo avrà successo o meno in base alla capacità di Dell di sfruttare il valore della forza vendite di EMC”, ha detto Del Prete. “Sono i migliori del settore”. In merito alle “costose sinergie” citate da Dell, secondo Del Prete il riferimento “non riguarda i team di vendita, ma piuttosto funzioni di back office, come le risorse umane. E questo potrebbe limitare i tagli dei posto di lavoro”.

 

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