Google Plus su iPhone

Google Plus su iPhone
Lo sfidante di Facebook ha una sua app per i dispositivi touch di Apple: scopriamo cosa offre e cosa può fare in mobilità

È giovane ma ha tanta, tanta ambizione e voglia di crescere. È lo sfidante di Facebook creato da Google dopo diversi esperimenti (Orkut) e passi falsi (Wave, Buzz…).

Si chiama Google+ (o Google Plus, se preferite) e secondo l’azienda di Larry Page e Sergey Brin, in pochi mesi avrebbe già conquistato centosettanta milioni di utenti. Sono utenti che accedono dal browser su PC e Mac ma anche dai dispositivi “mobile” come l’iPhone.

Quello di Google è un network sociale per ora ancora poco affollato, utilizzato da chi non ama il servizio di Mark Zuckerberg, e in cui il ritmo è un po’ meno frenetico e le discussioni sono più informate e di livello più alto, cosa che può essere un bene come anche un male, a seconda di ciò che si cerca.

Google offre un’app ufficiale e gratuita per iPhone ma come nel caso di quella per Facebook, è ancora un po’ acerba e incompleta.

Sono infatti disponibili solo alcune delle funzioni e ne vengono privilegiate alcune, tipiche del networking in mobilità.

googleplus_03Si segnala ad esempio l’assenza dei videoritrovi, le chat video, della gestione di pagine o dei giochi (che necessiterebbero di Flash).

Di contro la geolocalizzazione assume un ruolo di primo piano ed è pienamente implementata la caratteristica chiave di Google+, le “cerchie” (in inglese Circles). Queste ci permettono scegliere con estrema precisione a chi indirizzare e con chi condividere (o meno) aggiornamenti, informazioni e foto.

Centro di tutto, nell’app, è la schermata home, che mostra in basso le nuove notifiche e da cui si accede alle fruizione, discussione e condivisione di testo, link e immagini.

I messaggi si possono geolocalizzare usando il GPS, c’è un’opzione per il caricamento automatico delle foto fatte con l’iPhone e c’è anche la messaggeria interna al servizio.

googleplus_02In quanto alle attività, nell’app sono fruibili lo stream dei nostri contatti e quello dei post “caldi”, cioè quelli più popolari su Google+, ma c’è anche uno stream speciale, assente su PC, in cui compaiono i messaggi degli utenti che sono nei paraggi.

Ogni post si può commentare o premiare con un “+1”, equivalente del “like” di Facebook, come anche ricondividere, facendo sempre attenzione alle cerchie a cui è stato limitato per non fare scivoloni in ambito di privacy. L’app incorpora un suo web browser per visualizzare i link inseriti nei messaggi e volendo, si può passare l’indirizzo per una visualizzazione con Safari.

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Instagram su iPhone

Instagram su iPhone
È il social networking per immagini per antonomasia, nato e cresciuto in sinergia con lo smartphone di Apple

Instagram è ormai entrato nel mito grazie a una parabola ascendente che in meno di due anni lo ha visto partire dal nulla e diventare una delle “killer app” per iPhone. Ha conquistato trenta milioni di utenti e in virtù della sua (pericolosa) ascesa è stato acquistato da Facebook per un miliardo di dollari.

Il suo segreto? Instagram ha saputo catturare l’attenzione di un pubblico enorme che apprezza l’immediatezza e il piacere di guardare e di condividere momenti della sua vita con uno scatti un po’ pretenziosi e ingenui ma capaci di suscitare reazioni. Facebook, con un misto di interesse e preoccupazione, ha deciso di fare la sua mossa e trasformarlo in strumento, invece che avversario.

La particolarità di Instagram è quella di essere un programma che si usa solo da smartphone, iPhone prima e di recente anche Android.

L’interfaccia del programma presenta in basso cinque pulsanti, ma è quello centrale il punto focale dell’app.
Premendolo si fa una foto o se ne sceglie una già fatta dalla Libreria e poi si a giocare con uno dei numerosi effetti disponibili che virano o colorano l’immagine, aggiungono contrasti più o meno esagerati oppure ripropongono aspetto (e deformazioni) di macchine fotografiche come la Holga o la Polaroid.

I filtri di instagram

L’utilizzo di filtri e preset per ottenere “scatti d’autore” (e mascherare un po’ le inadeguatezze fotografiche) non è una novità: l’ingrediente che fa la differenza in questo caso, e che appassiona milioni di utenti, è l’invio immediato della foto nel network di Instagram.

Ciò che immortalano viene subito condiviso su Internet, in uno stream dei nostri messaggi per immagini che si unisce a quello dei nostri contatti online.

Le immagini possono avere un titolo, delle coordinate (geotag) e venire pubblicate o annunciate anche su altri servizi come Twitter e Facebook, spedirla come allegato in un’email, metterla su Flickr, Tumblr, Foursquare e Posterous. Ma per vederle, commentarle, dare un “like”, bisogna essere in Instagram e immergersi in un mare di foto belle o perlomeno interessanti che ci permettono di vedere il mondo come lo vedono utenti a pochi metri di distanza o all’altro capo del mondo.

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