Si è tenuto recentemente a Milano il Dell Technologies Forum, annuale appuntamento in cui l’azienda incontra clienti e partner italiani. Ed è stata l’occasione per fare il punto della situazione con il Field Chief Technology Officer Frediano Lorenzin.

Come lo scorso anno, tra i temi principali dell’edizione troviamo l’intelligenza artificiale e la sua declinazione più in voga, la IA generativa, con un’attenzione particolare alle implementazioni on-premises, abilitate dalla sempre maggior diffusione di LLM open source o comunque installabili su propria infrastruttura, in modo da garantire una governance dei dati aziendali a cui devono accedere per poter dare risposte pertinenti e attuali.

Secondo Lorenzin, però, la situazione si è molto evoluta rispetto a un anno fa. “Vediamo un forte cambiamento di prospettiva da parte delle aziende nei confronti della IA. Un anno fa ci chiedevano esempi di use case generici, e dovevamo ingegnarci a dimostrare le potenzialità della tecnologia. Ora i clienti hanno capito molto molto bene come funziona e chiedono come implementare soluzioni per risolvere problemi specifici”, ha affermato.

In una situazione in cui tutti i vendor si appoggiano su quei tre-quattro LLM, come ci si può distinguere nella proposta al cliente?

“Innanzi tutto, raccontando le problematiche reali della messa in produzione dei pilota, potendo contare su un’esperienza sperimentata personalmente con altri clienti, con casi che risolvono problemi concreti con soluzioni complesse e che spaziano dal data center all’edge”, dice Lorenzin, che fa l’esempio di una soluzione per prevenire incidenti sul lavoro rilevando il corretto utilizzo dei dispositivi di protezione individuali attraverso una telecamera, ma interpretando le immagini con modelli IA che lavorano direttamente sul posto e non effettuano quindi un trattamento di dati personali che non sarebbe conforme alle leggi sulla privacy e sul lavoro.

Frediano Lorenzin, Field CTO di Dell Technologies Italia

Frediano Lorenzin, Field CTO di Dell Technologies Italia

L’IA si sta quindi spostando fuori dal cloud e dai data center, per arrivare alla periferia dove i dati vengono raccolti e dove può fornire valore anche con applicazioni a bassa latenza. Per esempio una IA che durante un intervento chirurgico può fornire indicazioni al medico interpretando in tempo reale le immagini diagnostiche.

Ma le aziende italiane sono pronte all’adozione della IA generativa?

Le prime a muoversi sono state le grandi aziende che già avevano adottato soluzioni di IA predittiva/discriminativa tradizionale e avevano quindi sia competenze, sia risorse di calcolo importanti che permettevano di fare progetti pilota.

Ora, secondo Lorenzin, anche le piccole e medie imprese si stanno muovendo. “In parte perché c’è meno incertezza sull’efficacia delle soluzioni, e in parte perché è cambiato molto l’approccio, che non punta più al training o fine tuning di modelli personalizzati, ma è basato su modelli con meno parametri, che richiedono una potenza di calcolo inferiore, arricchiti con i dati aziendali attraverso la Retrieval Augmented Generation (RAG)”.

Il tema del software per virtualizzazione e private cloud

Un altro tema molto sentito dai clienti negli scorsi dodici mesi è senza dubbio quello delle modifiche al catalogo e al listino prezzi di VMware, che dopo l’acquisizione da parte di Broadcom ha ridotto l’offerta ai soli pacchetti di fascia alta e con modelli di licenza in abbonamento in cui il prezzo è basato sul numero dei core di elaborazione, cosa che ha determinato aumenti di costo anche importanti.

“Vediamo clienti preoccupati, ma consapevoli che non si può cambiare fornitore in modo troppo veloce. Quando si hanno tecnici formati su una certa tecnologia e infrastruttura certificata bisogna valutare bene costi e benefici, e non si può gettare il bambino insieme all’acqua sporca”, dice Lorenzin, che aggiunge che al momento vedono alcuni clienti sostituire gradualmente alcuni componenti della soluzione VMware con l’obiettivo di passare a pacchetti più economici o arrivare più gradualmente a un cambio di piattaforma.

Tra le alternative preferite dalle aziende medio-grandi c’è al momento Nutanix, soluzione che Dell è pronta a offrire anche grazie a un ampliamento dell’accordo di partnership avvenuto la scorsa estate.

Nutanix Benjamin Jolivet

Benjamin Jolivet, Country Manager italia di Nutanix

Su questo punto abbiamo raccolto anche il commento di Benjnamin Jolivet, Country Manager di Nutanix Italia, che ha aggiunto alcuni dettagli sula partnership: “Abbiamo previsto un’offerta in due modalità. Dell sarà in grado di proporre l’aspetto integrato della intera piattaforma Nutanix sulla loro gamma di server più avanzati, oppure un’offerta specifica per lo storage mirata a chi ha la necessità di preservare un investimento fatto passato su architettura 3-Tier con tecnologia SAN e traghettarlo verso una diversa soluzione. La partnership riparte quindi alla grande con due offerte abbinate all’hardware Dell, e vediamo grandi opportunità di crescita”.

Jolivet ha poi aggiunto che la strategia Nutanix prevede di fornire una piattaforma in grado di gestire non solo un’infrastruttura data center, ma tutta la catena del dato dall’edge al multi-cloud. “Non pensiamo che le aziende si ritireranno completamente dal cloud, anche perché per costruire le proprie soluzioni Gen AI in molte si stanno appoggiando alle centinaia di servizi offerti dagli hyperscaler, anche nell’ottica di fare sperimentazioni e trovare il proprio good fit. Si stima però che l’83 percento dei dati aziendali risieda ancora on-premises, e quindi il data center ha ancora un futuro nell’erogazione di servizi AI che dipendono strettamente dai dati”.