La rivoluzione dell’IA nell’infrastruttura cloud: investimenti record e nuove sfide

Azure HPC
I provider cloud ridefiniscono le priorità di spesa per l'hardware IA, mentre le aziende ottimizzano l'utilizzo delle risorse tra cloud pubblico e privato.

L’infrastruttura cloud sta attraversando una trasformazione radicale, guidata dalla corsa dei fornitori di servizi a implementare server configurati per l’addestramento di modelli IA. Questa tendenza sta spingendo molti provider a posticipare il consueto ciclo di aggiornamento dell’hardware server standard.

Secondo Vlad Galabov, responsabile della ricerca su cloud e data center presso Omdia, le spese in conto capitale per l’infrastruttura dei data center cloud dovrebbero aumentare del 30% quest’anno. Tuttavia, questa stima potrebbe essere già superata, poiché alcuni fornitori di servizi cloud hanno indicato la possibilità di aumentare ulteriormente le loro spese in conto capitale, raggiungendo livelli senza precedenti.

L’impatto dell’IA sull’infrastruttura è evidente nelle stime di Omdia, secondo cui i server IA rappresenteranno il 66% della spesa complessiva in server quest’anno. Galabov descrive questo fenomeno come “veramente straordinario” e “il più dirompente che abbiamo mai visto”. Questi investimenti su larga scala non provengono solo dai tre principali fornitori cloud (AWS, Azure e Google Cloud), ma includono anche i primi 10 fornitori di servizi cloud e un numero crescente di fornitori specializzati in IA, come CoreWeave.

Nonostante i server IA rappresentino il 66% della spesa attuale, costituiscono solo il 19% delle spedizioni totali di server. Questo divario sottolinea quanto siano costosi questi sistemi dotati di GPU. La crescita degli investimenti in sistemi IA solleva però la questione se questa spesa stia influenzando la capacità dei fornitori cloud di aggiornare la loro flotta di server esistente. Tuttavia, la situazione è più complessa, soprattutto considerando che i grandi operatori cloud hanno già investito miliardi in altri chip personalizzati per rendere le loro piattaforme più efficienti.

raffreddamento a liquido

Galabov spiega che i principali fornitori di servizi cloud stanno attivamente consolidando la loro infrastruttura server non-IA per ridurre i costi. Un esempio significativo è Google, che ha sviluppato un processore personalizzato chiamato Video Encoding Unit (VCU) per ottimizzare l’elaborazione video. Questo ha permesso all’azienda di sostituire diversi server con un singolo sistema altamente accelerato e ottimizzato.

Parallelamente, molte aziende stanno riconsiderando il loro approccio al cloud pubblico. Alcune stanno riportando alcuni carichi di lavoro in-house, un fenomeno noto come “cloud repatriation”. Questo è spesso dovuto alla scoperta che il consumo di risorse cloud pubbliche può essere costoso quanto, se non di più, della gestione di un’infrastruttura IT propria.

Galabov sottolinea che in futuro ci sarà probabilmente una maggiore attenzione al “right-sizing” e al posizionamento dei carichi di lavoro dove ha più senso, un approccio che Omdia definisce “cloud smart”. Nel prossimo futuro, Galabov prevede che le aziende si affideranno maggiormente a piattaforme IT-as-a-service come Dell Apex o HPE Greenlake per il loro calcolo in-house.

Nonostante queste tendenze, la spesa delle aziende per i servizi di infrastruttura cloud rimane forte, con un aumento del 21% a oltre 76 miliardi di dollari nel primo trimestre di quest’anno. Il 72% di questa spesa va ai tre principali operatori cloud, anche se i player cloud di secondo livello come Snowflake, MongoDB e Oracle hanno mostrato i tassi di crescita anno su anno più forti.

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Aruba sceglie il liquid cooling per il data center campus di Ponte San Pietro

Aruba Academy Advanced Cloud Engineer
Il liquid cooling risponde alle crescenti richieste di densità e potenza di calcolo dell’IA, High Performance Computing e di altre applicazioni ad alta densità.

Aruba ha annunciato il supporto delle soluzioni di raffreddamento a liquido all’interno del data center campus di Ponte San Pietro (BG). Il liquid cooling rappresenta un elemento abilitante per sostenere la densità sempre più elevata dei rack e rispondere al fabbisogno delle nuove generazioni di processori.

Questo tipo di tecnologia ha infatti lo scopo di supportare hardware specializzato di clienti pubblici e privati, con specifiche esigenze in ambito IA o High Performance Computing (HPC), applicazioni che richiedono una elevata intensità di elaborazione.

“Con l’allestimento di un primo spazio attrezzato per ospitare armadi raffreddati a liquido, vogliamo rispondere alle crescenti esigenze del mercato che richiedono un incremento della densità e della potenza di calcolo, offrendo piena compatibilità con i sistemi di nuova generazione. In questo modo rendiamo e manteniamo i nostri data center all’avanguardia in termini tecnologici, pronti ad affrontare le sfide del futuro” ha commentato Giancarlo Giacomello, Head of Data Center Offering di Aruba.

liquid cooling

Sono tre i principali punti di forza del liquid cooling:

  • Maggiore efficienza termica: i liquidi hanno una capacità di trasferimento termico superiore rispetto all’aria, permettendo – anche sopra determinate soglie di densità per ciascun rack – un’adeguata dissipazione termica
  • Efficienza energetica: in infrastrutture ad alta densità questo tipo di raffreddamento si dimostra più efficiente rispetto ai sistemi tradizionali ad aria
  • Maggiore densità di calcolo: essendo capace di gestire densità di potenza superiori, il raffreddamento a liquido supporta processori e GPU con elevati requisiti termici

Grazie al design che contraddistingue i data center di Aruba, è stato possibile portare a termine questo tipo di installazione integrandola in un ambiente già in produzione, senza avere bisogno di dedicare al liquid cooling uno spazio separato o una porzione degli impianti. In questo modo, si riducono enormemente i tempi di realizzazione, poiché tutte le sale dati risultano già predisposte per le applicazioni che prevedono uno scambio termico basato su liquido.

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