Sostenibilità dei data center: vincere la sfida degli obiettivi Scope 3
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Nell’ultimo anno e mezzo tutte le economie mondiali hanno affrontato la dura presa di coscienza della doppia crisi energetica e climatica. Questo ha incrementato notevolmente le conversazioni sulla sostenibilità e ha stimolato l’implementazione di piani anche molto ambiziosi, come per esempio REPowerEU, i cui obiettivi possono essere raggiunti soltanto se tutti i settori dell’economia e della società si mobiliteranno assieme nella direzione della decarbonizzazione.
Il settore ICT è doppiamente protagonista della transizione. Da un lato, è chiamato a innovare per ridurre il proprio impatto ambientale; dall’altro, è il settore che sviluppa le tecnologie abilitanti per la trasformazione sostenibile di altri mercati.
Si tratta, inoltre, di un’industria in forte crescita anche nel nostro Paese, in particolare nell’ambito data center. Secondo le recenti stime di ResearchAndMarkets.com sulla crescita del mercato data center, l’Italia è una delle nazioni dell’Europa Occidentale in cui il mercato cresce più rapidamente. Il giro d’affari è stato calcolato attorno ai 3 miliardi di dollari e da qui al 2028 crescerà ancor di più.
Ma cosa significa nel mondo data center intraprendere un percorso di sostenibilità? Schneider Electric ne ha parlato in occasione dell’evento Data Center Nation, che si è tenuto a Milano il 31 maggio scorso.
“La sensibilità degli operatori del settore è cresciuta in maniera significativa negli ultimi anni, così come la capacità di contribuire alla riduzione delle emissioni sotto il proprio diretto controllo – scope 1, ossia le emissioni generate in maniera diretta attraverso l’operatività del data center – e di quelle legate alla produzione dell’energia necessaria ad alimentare le attività aziendali e lo stesso data center – scope 2.
C’è ancora molta strada da fare, invece, per indirizzare le emissioni generate dall’intera filiera – scope 3 – che hanno mediamente un impatto pari alla somma delle emissioni scope 1 e scope 2” , spiega Roberto Esquinazi, Head of Cloud & Service Provider Segment – Schneider Electric.
L’abbattimento delle emissioni scope 3 rappresenta oggi una sfida significativa perché esse sono legate al ciclo di vita delle apparecchiature e coinvolgono l’intera filiera. Un compito complesso, da affrontare con metodologie e criteri di reporting in parte ancora da standardizzare a livello internazionale.
L’esperienza di Schneider Electric nella decarbonizzazione dei data center
Schneider Electric si propone come partner degli operatori del settore Data Center – a partire dagli Hyperscaler – facendo leva sull’esperienza maturata nell’ambito del proprio percorso di decarbonizzazione, sull’approccio di Impact Company, e sulla capacità di proporre soluzioni innovative.
“Come Schneider Electric siamo impegnati in un percorso di sostenibilità per traguardare risultati significativi anche nel breve-medio periodo. I nostri obiettivi sono perfettamente allineati alla Science Based Target Initiative, a conferma della rigorosità del nostro approccio.
Stiamo lavorando per trasformare le nostre Operations e, al tempo stesso, stiamo coinvolgendo attivamente l’intera Value Chain, dai fornitori ai clienti. La sfida della sostenibilità non può essere vinta da soli!
Puntiamo a diventare partner ed abilitatori della sostenibilità per i nostri clienti – proponendo tecnologie e servizi che possano avere un impatto concreto sul loro carbon footprint.
Un esempio è dato dai nostri prodotti Green Premium, caratterizzati da elevatissime performance ambientali e dalla massima trasparenza. Infatti, i prodotti Green Premium mettono a disposizione il loro Product Environmental Profile verificato da enti terzi indipendenti, per dare piena evidenza dell’impatto ambientale nell’arco di tutto il loro ciclo di vita. Puntiamo inoltre lavorare in partnership con l’intera filiera proponendole obiettivi da raggiungere insieme; ad esempio, con l’iniziativa del Zero Carbon Project, vogliamo ridurre del 50% le emissioni dei 1000 fornitori mondiali più importanti (responsabili del 70% delle emissioni Scope 3 del gruppo).” – afferma Antonio Racioppoli – Cloud & Service Provider Segment Business Development, Schneider Electric .
Dal palco della sessione tenuta a Data Center Nation, Schneider Electric ha lanciato un appello al settore data center, invitandolo a considerare le emissioni delle infrastrutture in tutto il ciclo di vita per essere realmente efficaci nella decarbonizzazione; infatti, nell’arco della vita utile di un data center, la quantità di emissioni di scope 3 può arrivare a pareggiare la quantità di emissioni Scope 1 e Scope 2.
L’importanza di avere dati corretti e consistenti
Chiaramente, ragionare in questo modo richiede un cambio di paradigma e ha alcuni ostacoli. La principale sfida è la capacità di raccogliere e tracciare i dati giusti, solidi, consistenti, credibili per poter valutare l’impatto di tutte le azioni compiute nel quadro della relazione con tutta la propria filiera, e agire di conseguenza. La cosa non è facile, anche perché ad oggi non esistono ancora standard specifici legati allo scope 3 su cui potersi appoggiare.
Per aiutare gli operatori del settore, Schneider Electric ha quindi distillato l’esperienza fatta su se stessa e riversato le sue profonde competenze settoriali in ambito ICT, energia e sostenibilità nel nuovo White Paper n.53 Recommended Inventory for Data Center Scope 3 GHG Emission Reporting che propone una metodologia da applicare; a questo si aggiungono strumenti digitali ad hoc, come il tool Data Center Lifecycle CO2e calculator.
L’obiettivo è capire come impostare la misurazione delle emissioni scope 3 e – in base alla configurazione specifica delle proprie infrastrutture e attività – quali sono gli elementi che contribuiscono, come contabilizzarle in maniera completa, come valutare le diverse scelte di investimento, di tecnologia da compiere nel ciclo di vita di un data center, che può arrivare anche a 30 anni.
Il data center del futuro, sostenibile by design
A supporto di questo percorso, dal punto di vista tecnologico Schneider Electric definisce un modello di “Data Center del Futuro”, che non è, però, un data center ancora da inventare: è il data center di oggi che nasce, cresce, si rinnova – sia in nuovi progetti, sia nell’ammodernamento dell’esistente – integrando la sostenibilità su tutti i fronti e by design. E tenendo conto della risorsa energetica, ma non solo, perché un data center ha anche un peso rilevante su altri elementi come il consumo di acqua, il consumo di suolo, ciò che lascia “alla fine della sua vita” sotto forma di rifiuti, le conseguenze sulla biodiversità ambientale eccetera.
Un data center di questo tipo ha un cuore tecnologico fortemente abilitato da software e piattaforme che non sono solo quelle di gestione DCIM tradizionali, ma che vanno a impattare anche sulla gestione facility, sulla sua integrazione con altri sistemi (dalla distribuzione elettrica ai sistemi HVAC) e che adottano tutte le potenzialità delle tecnologie emergenti, dal Machine Learning alla Realtà Virtuale e Aumentata.
Ma c’è di più. Considerando che l’elettrificazione pulita è il vettore chiave, insieme all’efficienza energetica, per ridurre l’utilizzo di fonti fossili (come indicato anche da IEA nel suo Global Energy Outlook, 2022) nel data center sostenibile è fondamentale considerare anche la capacità di integrare l’alimentazione elettrica in modo adattivo – e senza conseguenze sulle performance – nel contesto di microgrid locali che sfruttino sempre di più energie rinnovabili prodotte in loco.
Questa adattività è anche l’ultima parola chiave e caratteristica del data center del futuro, sostenibile in tutto il ciclo di vita, che Schneider ha presentato dal palco di Data Center Nation – e che realizza già, in concreto, con i suoi clienti del settore in tutto il mondo. Una infrastruttura siffatta deve essere progettata valutando attentamente ogni scelta al fine di non dovere rimettere mano alle scelte fatte per adattarsi al cambiamento delle richieste del mercato: questo può voler dire anche agire in modo in parte differente rispetto al tradizionale ragionamento su capacità, ridondanze, facility ecc, ma è necessario, perché ogni ulteriore intervento può inficiare il progresso della decarbonizzazione.
Sicuramente, per non commettere errori che vanifichino gli sforzi fatti, serve una forte governance ed è necessario costruire passo passo il proprio percorso sulla base di analisi realistiche e accurate dello stato di partenza delle infrastrutture, delle loro criticità e dei loro punti di forza.
Anche in questo senso, Schneider vuole essere partner che si distingue ulteriormente sul mercato, offrendo le competenze e i servizi di un team di specialisti dedicati, che lavorano in una divisione dedicata ai Sustainability Services, in grado di condurre per mano il cliente in questo tragitto complesso e entusiasmante.