Tre miti da sfatare sulla sostenibilità e il cloud computing
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La sostenibilità è un obiettivo reale per molte aziende, motivato sia desiderio di essere buoni amministratori del pianeta, sia dalla volontà di raggiungere una classifica specifica per attirare più clienti e investimenti. Indipendentemente dalle ragioni, le aziende si rivolgono al cloud computing per ridurre i costi e ottenere un buon punteggio ESG (ambientale, sociale e di governance). Molti propongono il cloud computing ai responsabili delle decisioni come una tecnologia che aiuterà l’azienda a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità perché il cloud computing è “green”.
Non prendete però per buona questa affermazione. Molti presupposti sulla sostenibilità e sul cloud computing sono semplicemente sbagliati. Sfatiamo quindi alcuni di questi miti ecologici e analizziamo la realtà del cloud computing come tecnologia in grado di favorire la sostenibilità.
Il cloud computing è intrinsecamente green
Sebbene il cloud computing possa ridurre l’utilizzo di energia e le emissioni di carbonio, non è automaticamente una pratica green. Il cloud infatti richiede comunque energia per alimentare i data center e mantenere l’infrastruttura e non tutti i fornitori cloud utilizzano energia rinnovabile o implementano pratiche di efficienza energetica.
Per valutare la sostenibilità di un sistema, è necessario guardare oltre la parola “cloud”. Ad esempio, se analizzate una particolare implementazione di cloud computing, potreste scoprire che i sistemi on-premises sono più neutrali dal punto di vista delle emissioni di anidride carbonica rispetto a molte implementazioni di cloud pubblico, a seconda dell’alimentazione di questi sistemi. Alcune implementazioni cloud utilizzano energia a carbone, mentre alcuni sistemi tradizionali all’interno di un data center aziendale utilizzano energie rinnovabili.
La sostenibilità si basa sull’energia consumata dalle piattaforme e dalle infrastrutture dei provider
Questo mito permette agli sviluppatori, ai progettisti di sistemi, agli architetti del cloud e persino agli ingegneri dell’infrastruttura di non essere coinvolti nella lotta per la riduzione delle emissioni. Questo è un problema. L’efficienza delle applicazioni e dei sistemi in esecuzione sulle piattaforme cloud determina il consumo energetico.
Supponiamo di avere due applicazioni, una progettata per l’efficienza energetica e una no. L’applicazione progettata per l’efficienza energetica potrebbe consumare un quarto dell’energia dell’applicazione che non è stata sottoposta a test di efficienza. La buona notizia? Molti processi devops ora includono controlli sull’efficienza energetica (che spesso si allineano ai controlli sull’efficienza dei costi) come parte dei programmi finops aziendali.
È compito del fornitore di cloud fornire una piattaforma e un’infrastruttura a zero emissioni
Come per la sicurezza, la sostenibilità è un modello di responsabilità condivisa. Il cloud provider ha certamente un ruolo importante, ma non potete controllare il modo in cui consuma o gestisce l’energia. Dovete fidarvi delle loro decisioni. Tuttavia, è compito dell’azienda convalidare e verificare la sostenibilità di ciascun fornitore di cloud che utilizza, oltre a fare il proprio lavoro per garantire che i propri sistemi siano vicini al 100% in termini di utilizzo dell’energia.
Sorprende che spesso i professionisti del cloud scarichino la responsabilità della sostenibilità sui fornitori cloud. Non funziona così. Supponiamo che scegliate un fornitore cloud che fa un ottimo lavoro sfruttando le energie rinnovabili. L’uso inefficiente delle risorse cloud da parte della vostra azienda e l’overprovisioning di tali risorse potrebbero facilmente contrastare qualsiasi guadagno in termini di sostenibilità.