IBM presenta il processore quantistico più potente mai realizzato prima

IBM presenta il processore quantistico più potente mai realizzato prima
IBM ha raddoppiato la potenza di calcolo dei sistemi commerciali IBM Q grazie a un nuovo processore quantistico da 17 qubit.

IBM ha annunciato oggi di aver costruito e collaudato con successo il processore quantistico più potente mai realizzato prima. La notizia si riferisce in realtà a due processori. Il primo sarà disponibile gratuitamente sul cloud IBM per sviluppatori, ricercatori e programmatori, che potranno eseguire dei calcoli quantistici utilizzando un vero e proprio processore quantistico. Il secondo è un nuovo prototipo di processore commerciale, che rappresenterà il core del primo sistema commerciale IBM Q.

IBM Q è un’iniziativa lanciata due mesi fa per creare dei sistemi universali di calcolo quantistico disponibili in commercio per applicazioni scientifiche e aziendali. I servizi e i sistemi IBM Q verranno forniti attraverso la piattaforma cloud di IBM sulla quale, fino a oggi, gli utenti hanno eseguito oltre 300.000 esperimenti quantistici.

Il primo processore da 16 qubit consentirà una sperimentazione più complessa rispetto a quello da 5 qubit precedentemente disponibile. Gli sviluppatori, i programmatori e i ricercatori possono accedervi gratuitamente per eseguire esperimenti ed algoritmi quantistici, per lavorare con singoli bit quantistici, così come per visualizzare tutorial e simulazioni. L’accesso Beta oggi è disponibile attraverso un nuovo kit di sviluppo software presente su GitHub.

processore quantistico

Il secondo processore è un prototipo IBM a 17 qubit, che sfrutta notevoli miglioramenti apportati a livello di materiali, dispositivo e architettura per renderlo il processore quantistico più potente creato da IBM fino a oggi. È stato progettato per essere almeno due volte più potente del processore attualmente disponibile al pubblico sul cloud IBM e rappresenterà il punto di partenza per i primi sistemi commerciali IBM Q ad accesso anticipato.

Nei prossimi anni IBM ha in programma di continuare a promuovere questa tecnologia in maniera massiccia e ha l’obiettivo di aumentare significativamente il volume quantistico dei sistemi futuri, migliorando tutti gli aspetti dei processori portandoli ad almeno 50 qubit.

Le applicazioni future del calcolo quantistico potranno comprendere:

Ottimizzazione aziendale: fornire migliori soluzioni a complessi problemi di ottimizzazione riguardanti catene di approvvigionamento, logistica, dati finanziari di simulazione e analisi dei rischi.

Materiali e chimica: semplificazione della complessità delle interazioni chimiche e molecolari che portano alla scoperta di nuovi materiali e farmaci.

Intelligenza artificiale: potenziare alcuni aspetti dell’intelligenza artificiale, come ad esempio il machine learning.

Sicurezza del cloud: utilizzo delle leggi della fisica quantistica allo scopo di migliorare la sicurezza dei dati personali sul cloud.

Condividi:
 

Eni accende il suo nuovo supercomputer Hpc3

hpc
Progettato per ottimizzare l'efficienza energetica, Hpc3 svilupperà 3,66 gigaFLOPS per watt e macinerà calcoli per analizzare il sottosuolo per ridurre i rischi minerari e velocizzare le ricerche

Eni ha avviato il suo nuovo super computer Hpc3 per supportare le attività di esplorazione ed estrazione dell’azienda. Il super computer, situato presso il Data Center di Ferrera Erbognone (PV), fornirà insieme al preesistente Hpc2 una potenza di calcolo totale di 5,8 peta FLOPS, con una potenza di picco di 8,4 pFLOPS.

Seguendo la filosofia Eni nel campo dell’high performance computing, il nuovo cluster è basato su architetture di tipo ibrido, che utilizzano GPU come acceleratori di calcolo insieme ai normali processori.

Hpc3 è stato progettato internamente puntando a creare un sistema a basso consumo energetico in grado di fornire la massima quantità di potenza di calcolo richiesta dai programmi di calcolo proprietari Eni per l’analisi di dati e la creazione di modelli del sottosuolo.

Leggi anche: cos’è l’High Performance Computing

Il risultato è un supercomputer in grado di sviluppare 3,66 gigaFLOPS per watt, un risultato eccellente secondo l’azienda, ulteriormente migliorato dal raffreddamento diretto alimentato da aria a temperatura ambiente.

Hpc3 rappresenta un passo intermedio verso la prossima evoluzione, l’Hpc4, previsto a inizio 2018. Con Hpc4 Eni punterà a superare la barriera dei 10 petaFLOPS.

Per l’amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, avvio del nuovo sistema di supercalcolo Hpc3, e il successivo Hpc4 “consentiranno a Eni di implementare i più avanzati e sofisticati applicativi proprietari sviluppati dalla nostra ricerca nei campi dell’imaging sismico, della modellizzazione geologica e della simulazione dinamica di giacimento permettendo di ridurre il rischio minerario e la compressione delle tempistiche dell’intero ciclo upstream”.

Condividi: