Impatto dell’AI nel Data Center: l’analisi di Vertiv
L’adozione di massa di modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) richiede ai responsabili IT una seria riflessione. Di certo rimangono alcune aree grigie sull’impatto che si avrà sul data center con l’adozione della GenAI, soprattutto in merito alla nuova richiesta di potenza di calcolo e storage, ma una cosa è certa: l’impatto ci sarà.
Le esigenze
Serviranno parecchi server, unità di elaborazione grafica (GPU), dispositivi di storage e così via, e continuerà a crescere il gap sugli ingegneri esperti, i quali, avranno bisogno di una adeguata specializzazione. Tutti possiamo credere di essere esperti nella gestione di un’attività utilizzando la GenAI, ma pensare di adottarla in modo produttivo comporterà molteplici verifiche e potrebbero servire nuove applicazioni, senza dimenticare che le normative potrebbero intensificarsi. I programmatori che utilizzeranno la GenAI potrebbero non riuscire a individuare velocemente risultati scadenti e serviranno nuovi specialisti.
Il data center potrebbe richiedere un nuovo approccio al consumo di risorse, così come alla gestione dell’infrastruttura e dei sistemi di sicurezza informatica. Le infrastrutture di rete, le architetture e i modelli di storage e restore dei dati cosiddetti critici dovranno essere protetti, per cui gli impatti non riguarderanno semplicemente i requisiti di scalabilità e capacità.
“Il provisioning – sottolinea Andrea Faeti, Sales Enterprise Account Director per l’Italia di Vertiv – comporterà meccanismi di archiviazione distribuita via internet, superando il modello dei database relazionali per spingersi verso l’addestramento dei sistemi di AI e di apprendimento automatico (Machine Learning). Non basterà un singolo cluster per farlo, bisognerà distribuire il carico tra molte GPU e i nuovi requisiti cambieranno i data center, dal condizionamento ai sistemi di alimentazione, fino alla struttura fisica e logica delle reti”.
Il contributo di Vertiv per rispondere alle nuove sfide
Vertiv, in qualità di fornitore globale di soluzioni per le infrastrutture digitali critiche e le soluzioni di continuità, ha già adottato la tecnologia ‘digital twin’, un modello virtuale di un oggetto fisico, in diversi stabilimenti per migliorare efficienza e qualità, riducendo i costi di produzione. I tecnici di assistenza di Vertiv utilizzano occhiali intelligenti AR per identificare virtualmente i problemi e ricevere istruzioni chiare sui processi da avviare. Inoltre, la Vertiv XR app consente di esplorare i prodotti Vertiv in 3D e in scala 1:1 e offre un’emozionante esperienza al cliente.
“Grazie alla realtà aumentata – conclude Faeti di Vertiv – gli utenti ottengono una rappresentazione realistica dell’apparecchiatura Vertiv desiderata nel luogo di loro scelta, consentendo al cliente di esplorare i prodotti in modalità interattiva prima ancora dell’acquisto”.
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