Sostenibilità IT: come raggiungere l’obiettivo? La risposta è nel software!
Misurare, rendicontare e via via migliorare le prestazioni di sostenibilità sta diventando importante non solo per il necessario contributo alla lotta al cambiamento climatico, ma anche per ottenere benefici in termini di fidelizzazione dei dipendenti, di reputazione e di successo.
La responsabilità su questi temi si esercita a livello del board aziendale, al cui interno sempre più spesso si trova anche un Chief Sustainability Officer. Quest’ultimo ha bisogno della collaborazione di ogni dipartimento o funzione organizzativa per poter tenere traccia dei progressi rispetto agli obiettivi, determinare dove sono le inefficienze, e quali correttivi possono essere apportati.
Il dipartimento IT – cuore pulsante dell’operatività delle imprese in un mondo sempre più digitalizzato – ha un ruolo rilevante. Infatti tra i professionisti del settore è sempre più diffusa la consapevolezza sull’importanza di comprendere, ad esempio, i consumi energetici e le emissioni di gas serra dirette e indirette connesse a tutto il ciclo di vita delle infrastrutture digitali.
Il parametro chiave: il consumo energetico totale
Certo, per un CIO non è semplice affrontare queste nuove esigenze. Capire cosa misurare, come, dove ottenere i dati necessari e come strutturarli perché si rivelino utili nel processo di miglioramento della sostenibilità è un’impresa complicata.
In questo senso, un punto di partenza importante per iniziare il percorso è scegliere di misurare il consumo energetico totale. Questo parametro fondamentale mostra l’impatto diretto delle operazioni IT sulle emissioni Scope 2 (ovvero quelle derivanti dall’uso dell’energia) e contribuisce al calcolo totale delle emissioni.
Il consumo di energia è utile per iniziare perché le origini dei dati e gli strumenti di raccolta sono prontamente disponibili. In molti casi, il team delle operazioni IT li sta già utilizzando, nel quadro dei software di gestione.
Nel white paper che ha dedicato al tema, Schneider Electric spiega che il calcolo del consumo energetico totale può avvenire in tre passaggi, anche sfruttando il software DCIM (Data Center Infrastructure Management), cioè lo stesso software che si usa per la gestione dell’infrastruttura del data center.
Il primo passo è stabilire esattamente l’estensione dell’ambiente IT da prendere il considerazione; il secondo è individuare le fonti da cui ottenere le metriche di consumo e integrarle in tool di misura e software; il terzo è usare il software DCIM per aggregare i dati e ottenere/comunicare il consumo energetico totale.
1) Stabilire l’estensione del proprio patrimonio IT
Questo passaggio serve per assicurarsi di tenere conto di tutto ciò che consuma energia nelle infrastrutture IT aziendali, in tutti i siti, e comprendere dove vi sono lacune in termini di sostenibilità.
Una “contabilità” quanto più possibile completa garantisce che la metrica del consumo energetico totale sia significativa e rappresenti la realtà. E’ essenziale includere non solo data center di proprietà dell’azienda e siti IT distribuiti, ma anche infrastrutture in outsourcing (ad esempio cloud e colocation), nonché tutti i dispositivi in uso agli utenti finali.
Il calcolo del consumo energetico per le infrastrutture in outsourcing tende a essere semplice poiché il fornitore in genere condivide tali informazioni, tramite un report o una dashboard online di qualche tipo.
Per le infrastrutture di proprietà aziendale, tuttavia, è necessario valutare se sono presenti misuratori di potenza e se sono utilizzati strumenti di gestione software. Power meter e software di gestione offrono visibilità sul data center in sede, sul sito IT distribuito e sul consumo energetico dei dispositivi. Il consumo energetico dei dispositivi degli utenti finali, invece, in genere si può ricavare dai dati disponibili negli strumenti di IT Asset Management (ITAM).
2) Individuare le fonti di dati e integrarle nei tool software
Il passo successivo è identificare le fonti da cui raccogliere i dati energetici e assicurarsi che i dati vengano segnalati al software di gestione o, nel caso dei dispositivi degli utenti finali, siano disponibili negli strumenti di IT Asset Management. Le lacune di visibilità identificate nella Fase 1 dovrebbero essere colmate ora, implementando software di misurazione e/o gestione della potenza dove necessario.
I punti principali da cui raccogliere dati sul consumo energetico che si possono raccomandare sono, ad esempio:
- Contatori, fatture dei consumi energetici dei data center on-premise;
- Elementi di misurazione integrati negli UPS (esistono anche modi più granulari di raccolta informazioni, questo suggerito è il punto di partenza più immediato);
- Stime basate su tempi di utilizzo e consumi di energia dichiarati per i device degli utenti finali, raccolte manualmente o con software ITAM;
- Dati comunicati dai fornitori di infrastrutture in outsourcing, nelle varie forme (report di sostenibilità, dashboard online, fatture, portali tenant.
3) Usare il software DCIM per aggregare i dati e comunicare il consumo
Un software DCIM di nuova generazione offre un modo efficace per fornire ai CIO e ai loro team operativi IT il monitoraggio e il reporting dei parametri di sostenibilità ambientale. Le moderne offerte DCIM possono aggregare dati e segnalare PUE, consumo energetico totale con suddivisioni per sottosistema e le relative emissioni di gas serra.
La facilità di raccolta dei dati in un’unica dashboard dipende dagli attributi specifici dello strumento software utilizzato e dalle capacità del fornitore. Alcuni strumenti DCIM più tradizionali, ad esempio, sono progettati per singoli siti e non hanno la capacità immediata di fornire una visione aggregata delle risorse e dello stato su più siti distribuiti.
Affinché le metriche ambientali siano significative è inoltre importante che lo strumento software utilizzato per aggregare tutti i dati possa comunicare e normalizzare i dati provenienti da tutte le fonti di dati.
Serve un DCIM pensato anche per infrastrutture multi sito, che con un unico punto di accesso fornisca la visualizzazione di tutti i dati dei siti a livello di sito per sito o in forma aggregata, che supporti i protocolli di comunicazione standard aperti relativi ai vari sistemi (SNMP, BACnet, Modbus, ecc.) e che disponga di API/servizi web per la condivisione dei dati e l’integrazione con altri strumenti software, dispositivi, database e file di terze parti. Importante anche la possibilità di offrire cruscotti operativi e report personalizzabili, che possano attingere anche a origini dati esterne allo strumento.
L’utilità del reporting sul consumo energetico
Attivare un reporting sul consumo energetico totale offre ai CIO un punto di partenza ideale per monitorare e segnalare l’impatto del proprio “patrimonio” IT sulla sostenibilità ambientale.
Il reporting aumenterà la consapevolezza, fornirà una base per definire gli obiettivi e identificherà opportunità per arricchire i dati di misurazione, oltre che per un confronto con il mercato. Il tutto con strumenti che, in ottica evolutiva, possono accompagnare nel tempo verso percorsi più articolati a supporto di obiettivi sempre più sfidanti di decarbonizzazione ed efficienza nell’uso delle risorse del Pianeta.