Tecnologie HAMR e MAMR per offrire sempre più spazio di archiviazione

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Toshiba fa il punto sulle nuove tecnologie HAMR e MAMR per offrire sempre più spazio di archiviazione e andare oltre l’approccio SMR.

Oggi generiamo sempre più dati che necessitano di essere archiviati in modo sicuro ed efficace. Gli hard disk continuano ad avere un ruolo fondamentale per soddisfare questa esigenza e, per aumentare la loro capacità di archiviazione, sia sta studiano come integrare tecnologie basate su microonde.

“I servizi cloud, lo streaming video e i social media continuano ad essere sempre più utilizzati, facendo crescere i volumi di dati e, di conseguenza, portando i data center ad aumentare le loro capacità di storage per offrire più spazio di archiviazione” ha commentato Rainer W. Käse, Senior Manager Business Development Storage Products di Toshiba Electronics Europe.

Idealmente si vorrebbe che i data center offrissero maggiore capacità di storage occupando la stessa area perché i costi degli immobili sono alti. Per i produttori di HDD tutto ciò significa che devono sviluppare e fornire HDD con una capacità di archiviazione sempre maggiore. Il passaggio da 12/14TB a 16/18TB di capacità può fare la differenza e far utilizzare meno server di storage o interi rack. Questo approccio consente di aumentare rapidamente la capacità di archiviazione dei data center esistenti se l’infrastruttura di base continua ad essere adeguata.

Per ottenere HDD con una capacità superiore nello stesso formato, i produttori devono aumentare la densità di registrazione. A tal fine, si stanno esplorando tecnologie come la registrazione assistita da microonde e la registrazione assistita da laser. Aumentare la capacità di storage comporta diverse sfide. In particolare, l’ampliamento della densità di registrazione significa che più bit sono immagazzinati nella stessa area, il che implica l’uso di materiale che sia più difficile da magnetizzare o modificare, perché ciò è necessario per una conservazione sicura dei dati a lungo termine.

Inoltre, è necessaria ulteriore energia per “capovolgere” (cioè cambiarli da 0 a 1 o viceversa) i bit magnetici durante la scrittura e la dimensione della testina di scrittura non può essere ridotta al di sotto di una dimensione minima, e questo a sua volta limita la densità di memorizzazione. Se le testine di scrittura sono più piccole per accogliere maggiori tracce sul disco, non sono più abbastanza forti per magnetizzare i bit. Per risolvere questo problema, esistono attualmente tre tecnologie concorrenti: registrazione magnetica singola (SMR), registrazione magnetica assistita da calore (HAMR) e registrazione magnetica assistita da microonde (MAMR).

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L’approccio più semplice è l’SMR, che sovrappone appositamente le tracce di registrazione magnetica invece di utilizzare tracce affiancate per aumentare la densità dei dati. Questo è possibile perché la testina di lettura è molto più stretta e più piccola della testina di scrittura e finché l’area non sovrapposta di una traccia è abbastanza ampia per la testina di lettura stretta, i dati possono essere letti con sicurezza.

Tuttavia, una scrittura random su tracce sovrapposte può causare la cancellazione e la riscrittura sui dati scritti in precedenza. In pratica, una serie di tracce sovrapposte deve essere letta prima, poi modificata nel buffer di memoria e poi riscritta sul supporto; questo può significare prestazioni di scrittura inferiori e velocità di scrittura più lenta. Infatti, la procedura SMR è adatta solo per attività di archiviazione puramente sequenziale in ambito aziendale.

La tecnologia HAMR è un’altra potenziale soluzione per soddisfare la necessità di avere densità di archiviazione più elevate. Utilizza un diodo laser per riscaldare l’area dei supporti su cui scrivere i dati, in modo da sostenere il processo di scrittura attraverso l’uso selettivo dell’energia termica. Ciò consente di scrivere con meno energia magnetica e l’uso di una testina di scrittura più piccola, ottenendo così una maggiore densità di memorizzazione. Tuttavia, il fabbisogno energetico ha un impatto sui costi di esercizio nei grandi impianti e comporta anche problemi di gestione del calore. Inoltre, sono ancora molte le preoccupazioni circa l’affidabilità a lungo termine dei diodi laser.

Un altro approccio è la tecnologia MAMR che utilizza un trasmettitore a microonde (oscillatore spin torque) nella testina di scrittura per generare delle onde nell’intervallo da 20 GHz a 40 GHz. Questi oscillatori vengono introdotti nel supporto magnetico come energia ausiliaria, richiedendo quindi meno energia per il processo di scrittura. Questo significa che è possibile utilizzare testine di scrittura notevolmente più piccole, rendendo possibile la produzione di unità con capacità significativamente più elevate.

La MAMR si basa su una tecnologia che è stata testata e collaudata per diversi anni, fino ad essere considerata un’evoluzione nello sviluppo delle testine di scrittura. È possibile utilizzare una varietà di tecniche comuni senza la necessità di componenti aggiuntivi come i diodi laser. Ciò che serve per implementare la tecnologia MAMR è un diverso design dei wafer che consenta l’uso della tecnologia a microonde.

Gli HDD che utilizzano la tecnologia MAMR dovrebbero avere le stesse prestazioni e affidabilità media-time-to-failure (MTTF) dei prodotti attualmente forniti. Anche i requisiti di alimentazione degli HDD che utilizzano la tecnologia MAMR dovrebbero essere in linea con i dispositivi attuali. Rispetto alla tecnologia MAMR, l’HAMR richiederà ancora una quantità significativa di ricerche, in particolare per determinarne la sua affidabilità.

Toshiba prevede di introdurre la tecnologia MAMR negli HDD con design a 9 piatti helium-sealed, aumentandone così la capacità dagli attuali 16TB a 18TB. Qualunque sarà la tecnologia di registrazione power-assisted utilizzata, la capacità del disco risulterà sicuramente più ampia, consentendo agli HDD di continuare ad essere la tecnologia preferita per un’archiviazione economicamente vantaggiosa all’interno di un’ampia gamma di applicazioni.

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16 TB, ultima frontiera degli hard disk: caratteristiche, innovazioni e casi d’uso

hard disk Toshiba MG08 16TB
Caratteristiche, tecnologie innovative, prestazioni e costi degli hard disk di classe enterprise Toshiba MG08 da 16 TB.

La maggior capacità degli hard disk magneto-meccanici, in relazione allo spazio fisico occupato e al costo per gigabyte, è forse il principale elemento che fa reggere loro la concorrenza con i dischi a stato solido, che rimangono invece imbattibili per quel che riguarda la velocità di lettura e scrittura. Questo vale su pc e notebook, ma anche e soprattutto nei data center.

Non potendo competere sul piano delle prestazioni, gli sforzi dei produttori di hard disk meccanici si concentrano quindi sull’aumentare il più possibile la capcità.

La tecnologia degli hard disk meccanici ha più volte toccato – e superato – quelli che erano ritenuti i suoi limiti fisici, ricorrendo a innovazioni e qualche stratagemma, come per esempio riempire gli hard disk di elio, gas che è sette volte meno denso dell’aria e che quindi offre meno resistenza alla rotazione dei piatti e ai movimenti della testina e crea meno turbolenze, permettendo di ottenere maggiore velocità potenziale e maggiore precisione, il che si traduce nella capacità di leggere e scrivere più dati sulla stessa superficie dei piatti. L’atmosfera di elio inoltre provoca una minore usura e richiede meno energia per attivare le parti in movimento, con un risparmio del 30% sul TCO stimato da Toshiba.

Gli hard disk Toshiba MG08 da 16 TB: caratteristiche e innovazioni

È questa, insieme ad altre migliorie tecniche, la strada percorsa da Toshibe Electronics per i suoi hard disk della serie MG08 Enterprise Capacity, che hanno raggiunto la capacità record di 16 terabyte. Un aumento del 14% rispetto al precedente modello da 14 TB, anch’essi basati sul design a elio ma con un designa otto dischi rotanti, che diventano nove nel modello da 16 TB.

La stessa caratteristica ricercata nell’elio, cioè la sua minor densità, pone però anche sfide costruttive notevoli: è molto, molto difficile riuscire a trattenerlo in un ambiente chiuso e sigillato: anche una fessura di dimensioni atomiche, o una porosità dei materiali, fa sì che prima o poi l’elio fuoriesca. Per questo, è stato necessario adottare un nuovo tipo di saldatura a laser per chiudere ermeticamente la scocca degli hard disk. Se comunque questo non dovesse bastare, un sensore invierà un allarme visibile nello stato SMART del disco qualora l’elio scendesse sotto il 75%.

L’altra tecnologia che permette simili capacità è chiamata TDMR (Two Dimensional Magnetic Recording) e impiega due testine disassate invece di una sola per leggere la traccia magnetica per risolvere il problema del cross-talk, cioè una lettura falsata data dall’interferenza delle tracce adiacenti a quella che si sta leggendo. Aumentando intenzionalmente l’interferenza, ma rilevando individualmente quelle delle tracce a destra e a sinistra, è possibile tenerne conto e annullarle tra loro per estrapolare una lettura più precisa del dato.

Gli hard disk della serie MG08 da 16 TB, di dimensioni standard 3,5 pollici, hanno una velocità di rotazione di 7.200 rpm, una cache da 512 MB e sono disponibili con interfacce SATA o SAS. I dati sono scritti su blocchi fisici da 4 KB, ma vengono emulati blocchi da 512 byte. Toshiba dichiara un  workload rating fino a 550 TB di dati letti o scritti all’anno e un MTTF (Mean Time To Failure) di 2,5 milioni di ore (calcolato ovviamente sull’intera popolazione e non sul singolo disco, perché stiamo parlando di 285 anni).

Hard disk da 16 TB: casi d’uso e applicazioni

“Grazie ad una maggiore efficienza energetica e alla capacità da 16 TB, la serie MG08 contribuirà a ridurre il TCO delle infrastrutture di storage progettate per applicazioni quali protezione dei dati, big data, content serving e archiviazione digitale”, afferma Martinez-Palomo di Toshiba Electronics Europe. Più capacità per singolo disco significa infatti, su scala più grande, meno unità rack e meno armadi occupati a parità di storage disponibile. Il tutto diventa quindi più rilevante per aziende che gestiscono grandi data center (cloud provider, archiviazione e streaming video, big data).

I dischi MG08 sono disponibili anche in versioni con cifratura nativa del disco e con opzione per la cancellazione sicura istantanea, che avviene invalidando le chiavi di cifratura senza doversi quindi preoccupare di sovrascrivere più volte tutte le tracce del disco, un’operazione che – con le capacità di cui stiamo parlando – richiederebbe giorni e giorni. Questo risulta particolarmente utile a quei service provider che affittano server o spazio di storage, e che – chiuso il contratto con un cliente – hanno bisogno di rendere disponibile le apparecchiature per il cliente successivo, assicurandosi però di aver cancellato in modo irreversibile i dati del cliente precedente.

Le innovazioni che permetteranno hard disk da 18 terabyte e più

Per un ulteriore incremento della capacità massima degli hard disk saranno necessarie ulteriori innovazioni. Il problema diventa riuscire a invertire la polarizzazione magnetica della superficie del disco corrispondente alla traccia, senza alterare quella delle sempre più ravvicinate tracce adiacenti. Diventa necessario usare materiali più duri e resistenti, ma così diventa più diffiicle

Per questo Toshiba sta lavorando da molti anni su due tecnologie che adottano in un caso un raggio laser sulla testina (HAMR, Heat Assisted Magnetic Recording) e nell’altro un emettitore di microonde (MAMR, Microwave Assisted Magnetic Recording) per riscaldare istantaneamente la superficie del piatto, permettendo alla testina di invertire la polarizzazione magnetica.

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Una ulteriore tecnologia, chiamata Shingled Magnetic Recording (SMR) prevede invece che le tracce vengano registrate in modo che siano siano parzialmente sovrapposte tra loro, come le tegole di un tetto, permettendo comunque alla testina di lettura – più stretta di quella di scrittura – di leggere la porzione esposta.

Queste sono le tecnologie che permetteranno di superare il record attuale di Toshiba, producendo dischi da 18 TB e più.

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