De-virtualizzazione e ri-virtualizzazione entrano nell’Hype Cycle di Gartner per i data center
La nuova edizione del Gartner Hype Cycle 2024 per le tecnologie dell’infrastruttura del data center ha aggiunto la migrazione da fisico a virtuale (o de-virtualizzazione) all’elenco delle next big-things in questo settore dopo le modifiche apportate da Broadcom alle licenze. “Con il passaggio dei progetti di virtualizzazione on-premises da licenze ELA e perpetue a nuovi modelli di bundling, socket-to-core e consumo, i costi e i prezzi possono aumentare di due o tre volte”, si legge nell’Hype Cycle.
Questi costi sono difficili da giustificare per alcuni carichi di lavoro di grandi dimensioni, che “non beneficiano degli stessi aumenti di densità e risparmi sui costi del consolidamento di carichi di lavoro di piccole dimensioni”. La de-virtualizzazione, secondo Gartner, può quindi essere d’aiuto.
L’Hype Cycle ritiene che la de-virtualizzazione sia attualmente applicabile all’1% delle organizzazioni e che sia lontana cinque-dieci anni dal raggiungere il “plateau di produttività” in cui le tecnologie sono mature.
La migrazione a nuovi hypervisor, che Gartner definisce ri-virtualizzazione o migrazione da virtuale a virtuale, è invece considerata una tecnologia che ha raggiunto il picco dell’hype, in quanto è applicabile tra il 5% e il 20% delle organizzazioni. Anche in questo caso, le modifiche alle licenze di VMware vengono citate come un fattore trainante.
“La ri-virtualizzazione è tipicamente intrapresa per superare una carenza tecnica o per affrontare un rischio di redditività o commerciale”, spiega Gartner, aggiungendo però che tali sforzi potrebbero “aumentare il costo totale di proprietà, introdurre strumenti amministrativi e di gestione non maturi, creare ulteriori oneri operativi o problemi di affidabilità”.
Al tempo stesso Gartner ritiene che questi rischi possano valere la pena, in quanto sono “destinati a compensare l’esposizione a un aumento dei controlli e dei problemi contrattuali derivanti dal passaggio dei fornitori storici a modelli di abbonamento”.
Altre tecnologie classificate da Gartner come “in crescita” sono:
- Tecnologie di memoria emergenti: La memoria ad accesso casuale magnetoresistiva (MRAM) e la memoria ad accesso casuale resistiva (ReRAM) possono aiutare a scalare applicazioni complesse
- Digital twin di rete: La crescente complessità delle reti rende utile avere un modello offline per testare le modifiche. Gartner ritiene che questa tecnologia potrebbe migliorare i tempi di consegna delle richieste del 20%
- Alimentazione off-grid: I generatori di proprietà privata collegati ai data center riducono la dipendenza dalla rete e garantiscono la possibilità di espansione. Anche i data center alimentati a idrogeno sono stati inseriti nell’elenco delle tecnologie in ascesa e la fusione nucleare ha ottenuto una menzione per il suo potenziale di fornire energia abbondante e conveniente, ma anche gli Small Modular Nuclear Reactors sono considerati una tecnologia da tenere d’occhio
- Realtà aumentata nei data center: La realtà aumentata, che fornisce ai tecnici la visualizzazione dei dati in tempo reale, la guida remota e i modelli 3D interattivi per facilitare le attività complesse e i processi di manutenzione, può ridurre il tempo necessario per la risoluzione dei problemi e le riparazioni e rendere superflui i manuali
Tra le tecnologie che hanno raggiunto il picco dell’hype spiccano l’economia circolare nell’IT, i data center net-zero, i modelli basati sul consumo per l’IT on-prem e ibrido e il raffreddamento a liquido direct-to-chip (D2C).
L’edge computing è invece in difficoltà in quanto Gartner lo considera in “fase di disillusione”, ovvero il punto in cui una tecnologia non è riuscita a mantenere le sue promesse. Lo stesso dicasi per l’automazione dell’infrastruttura e per il raffreddamento a immersione, ma anche i server ibridi, progettati per svolgere un doppio lavoro (computing e tecnologia operativa), stanno deludendo gli acquirenti, così come l’infrastruttura composita.