L’IRCCS Sant’Orsola di Bologna investe sulla ricerca e rinnova il suo parco macchine per le diagnosi di precisione. Quasi 17 milioni di euro di fondi PNRR, regionali e aziendali impegnati per l’acquisto di dieci apparecchiature tra risonanze magnetiche, angiografi e mammografi. L’investimento comprende un rinnovamento del parco macchine per la diagnosi del policlinico. Entro la fine dell’estate il Sant’Orsola potrà contare su tre TAC, una risonanza magnetica, due PET, due angiografi e due mammografi completamente nuovi e di ultima generazione.

Progetti di ricerca sulle lesioni primitive e secondarie del fegato, del rene e del pancreas. Studi sulla tossicità dei farmaci chemioterapici e sulla probabilità di sviluppare aneurismi nei vasi sanguigni. Analisi sulla prostata e sul surrene, ghiandola piccola e difficile da studiare. Sono solo alcuni dei tanti ambiti di ricerca che potranno essere valorizzati grazie all’introduzione della TAC Spectral CT 7500: una rivoluzione che apre il campo alla ricerca avanzata ma fruibile quotidianamente nel contesto della normale pratica clinica.

La rivoluzione della Spectral CT

Rispetto agli scanner TC convenzionali, che mostrano con chiarezza la posizione e le dimensioni delle patologie (lesioni, cisti, emorragie, fratture e altro) mentre hanno ancora molti limiti nel definire la natura delle lesioni, il sistema basato su rilevatore spettrale permette di compiere un grande passo in avanti in questo senso.  Scomponendo il fascio di raggi X in più parti, infatti, il dispositivo consente di eseguire un’analisi dettagliata dei tessuti dell’organismo in aggiunta all’esame TC classico macroscopico. I dati aggiuntivi sono estratti dalle normali immagini TC senza eseguire nuove acquisizioni con risparmio di dose al paziente. In questo modo si risparmia tempo prezioso per migliorare la caratterizzazione della malattia riducendo scansioni ed esami di controllo. La nuova Spectral CT 7500 ha dimostrato  una maggiore sensibilità nel rilevare lesioni maligne, riducendo del 34% i tempi di diagnosi, del 25% le scansioni ripetute e del 30% le scansioni di follow-up.

Un’innovazione che consente “sicuramente di fare passi avanti sia nel riscontro delle lesioni che nella caratterizzazione maggiormente precoce e sicura delle patologie”, commenta Cristina Mosconi, direttrice dell’Unità operativa di Radiologia addomino-pelvica diagnostica e interventistica dell’IRCCS. “In ambito cardiovascolare e oncologico si potrà studiare la tossicità dei farmaci chemioterapici (non valutabili con le metodiche ordinarie) aiutando a scegliere i farmaci meno nocivi per il cuore e i vasi nelle terapie per i tumori solidi e i linfomi o altre malattie ematologiche – aggiunge Luigi Lovato, direttore dell’Unità operativa di Radiologia – Inoltre si potrà studiare la probabilità di sviluppare aneurismi dei vasi come l’aorta nei pazienti sottoposti a chemioterapia per la cura dei tumori, la capacità di identificare precocemente un’iniziale rigetto di trapianto cardiaco o distinguere un infarto miocardico da una infiammazione o infezione cardiaca (miocardite) con un unico esame di pochi secondi”.

Le altre TAC
Oltre alla nuova TAC nell’arco dei prossimi due mesi è previsto l’arrivo di una TC 128 strati (per attività diagnostica in ambito oncologico, emergenza/urgenza da installare), una TC a doppio tubo e doppio detettore (per attività diagnostica avanzata in ambito cardiovascolare), una risonanza magnetica da 1,5T (per attività diagnostica in ambito oncologico, internistico e neuroradiologico), due PET/CT con campo di vista ampio ed elevatissima sensibilità per attività diagnostica in ambito medicina nucleare, tre angiografi dedicati ad attività di cardiologia interventistica e radiologia interventistica e due mammografi con funzione di tomosintesi e diagnostica con mezzo di contrasto.

Nel rinnovato parco macchine entra a pieno titolo anche la Rm3 Tesla, innovativa risonanza magnetica inaugurata a gennaio del 2022. Il dispositivo permette lo studio di organi come il cuore, il fegato, il cervello o la prostata con una maggiore definizione spaziale attraverso l’impiego di un campo magnetico più potente. Il tutto senza aumentare i tempi di durata dell’esame, anzi in alcuni casi riducendoli.