Cliniche e Transizione 4.0: poche conoscono gli incentivi per il digitale
Gli incentivi per il digitale ci sono ma pochi li conoscono. Con la Legge di bilancio 2023 (L. n. 197/2022) è stata confermata la scelta di rifinanziare una serie di misure legate al Piano Transizione 4.0. Gli investimenti per agevolare la transizione tecnologica e digitale delle imprese sono stati prorogati fino al 31 dicembre 2025 e, in alcuni casi, fino al 30 giugno 2026. Tra queste misure c’è anche il credito d’imposta del 20% per l’acquisto di beni strumentali innovativi interconnessi, esteso a tutte le imprese italiane, inclusi gli operatori sanitari, come le cliniche.
Per capire quanti sono a conoscenza di questi incentivi MioDottore – la piattaforma specializzata nella prenotazione online di visite mediche specialistiche e con medici di medicina generale e parte del gruppo Docplanner – ha condotto un’indagine tra le cliniche partner per investigare il loro percepito sulle opportunità offerte, la propensione verso l’utilizzo degli incentivi e gli investimenti in digitalizzazione già effettuati o in programma per il futuro.
Per quanto riguarda gli incentivi fiscali, l’81% delle cliniche ne ha sentito parlare, ma nessuna sa spiegare in dettaglio di cosa si tratti.
Tra chi ne ha sentito parlare, meno della metà (43%) riuscirebbe a spiegarne le condizioni e comunque solo in termini generali, mentre la restante parte non saprebbe individuare i vantaggi (19%) oppure non è consapevole che tale opportunità si possa applicare anche al campo sanitario (19%).
L’ostacolo della complessità
Nonostante la nebbia che circonda l’argomento, oltre la metà delle cliniche intervistate (62%) afferma di aver già fatto ricorso agli incentivi prima del gennaio 2023 per acquistare nuovi beni. Cambia però la tipologia degli strumenti acquisiti: solo il 10% li ha utilizzati per dotarsi di bene tradizionali e strumentali 4.0, la maggioranza (43%) li ha richiesti solo per l’acquisto di beni tradizionali, mentre il restante 10% per quelli strumentali 4.0.
A partire da gennaio 2023, a seguito della legge di bilancio, il campo di applicazione degli incentivi si è ristretto esclusivamente ai beni strumentali 4.0 – tecnologici e interconnessi – andando a escludere invece quelli tradizionali, fino a quel momento ricompresi nell’agevolazione.
MioDottore ha quindi chiesto alle cliniche se, a partire dall’inizio del 2023, abbiano sfruttato il credito d’imposta del 20% per l’acquisto dei beni tecnologici e interconnessi e oltre la metà (62%) di esse ha dato risposta negativa. Una parte (19%) dei rispondenti, però, ha affermato di non averlo utilizzato finora, ma ha lasciato aperta la possibilità per i prossimi mesi del 2023, affermando di volerne acquistare entro la fine dell’anno.
Andando a esplorare il mancato utilizzo delle agevolazioni fiscali, si comprende che uno dei motivi principali (per il 26% degli intervistati) è l’eccessiva complessità nel determinare il raggio d’azione del credito d’imposta in ambito sanitario a causa della frammentazione delle normative di riferimento, portando molte cliniche a desistere senza provare prima ad approfondire.
Anche la complessità e la poca chiarezza della procedura e della documentazione da presentare post-acquisto per accedere al beneficio hanno portato il 16% delle cliniche coinvolte nel sondaggio a non ricorrere al credito d’imposta. Infine, un altro 16% ritiene che la misura del credito di imposta così come concepita nell’attuale normativa non sia particolarmente conveniente quanto le precedenti misure dell’iperammortamento e del superammortamento, disincentivando così il suo utilizzo.
Dallo studio emerge che le cliniche hanno le idee abbastanza chiare sul futuro: il 43% non intende utilizzare il credito d’imposta del 20% entro la fine del 2023.
C’è chi i beni 4.0 li ha già acquistati (14%), mentre per altri non sono una priorità (5%). Di opinione opposta è il 38% delle cliniche intervistate, che ha già in mente di ricorrere all’agevolazione nei prossimi mesi.
Il 48% vuole investire in beni strumentali materiali e immateriali, al contrario del 29% che preferirebbe investire esclusivamente in beni materiali, come dispositivi e strumentazione.