La pandemia non ha frenato lo sviluppo del biotech italiano. Secondo il rapporto annuale di Assobiotec-Federchimica ed Enea “Le imprese di biotecnologia in Italia. Facts&Figures 2022” il fatturato delle imprese a capitale italiano dedicate a Ricerca e Sviluppo è cresciuto del 30%. E dopo la leggera flessione del 2020, inferiore all’1%, è cresciuto anche il numero delle aziende del settore superando quota 790 superiore anche ai dati del 2019.

La crescita – spiega il report – ha interessato tutti gli ambiti di applicazione delle biotecnologie e in particolare le imprese dedicate alla ricerca e sviluppo nelle biotecnologie a controllo italiano, trainate da quelle con applicazione prevalente nelle biotecnologie industriali con un +9% di imprese fra il 2019 e il 2020″.

Maggioranza di piccole e micro imprese

Il comparto, che registra complessivamente nel 2021 quasi 800 imprese, 13 mila addetti e oltre 10 miliardi di fatturato (2020) e costituito per l’82% da piccole e micro imprese. Come ha sottolineato Gaetano Coletta, Responsabile Enea Offerta e Valorizzazione Servizi di Innovazione, “Anche se le imprese attive nell’ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane (48,5%), c’è la progressiva e continua crescita fra il 2014 e il 2021 della quota delle imprese che hanno come applicazione prevalente le biotecnologie industriali (+29%) e, soprattutto nell’ultimo periodo, di quelle per agricoltura e zootecnia (+34,5%)”.

“Il biotech si confermaha aggiunto Colettacome un volano dell’innovazione nazionale, sempre più cruciale per rispondere alle nuove sfide che la nostra società si trova a fronteggiare, come l’emergenza sanitaria, la sostenibilità ambientale e la dipendenza energetica”. Considerando il totale delle imprese, circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, il 17% è dato dal settore industria ed ambiente”.

La Lombardia è la regione-guida per numero di imprese (27%) e fatturato (51%), ma la crescita coinvolge anche Mezzogiorno e Nord Est. Gli investimenti in Ricerca e Sviluppo intra-muros si concentrano in Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte sfiorando l’85% nel 2020. Lombardia, Lazio, Toscana, Piemonte valgono il 90% del totale. Nel settore delle biotecnologie industriali il Nord del Paese concentra la quasi totalità (oltre il 97%) del fatturato del comparto ma nell’ambito della salute umana un ruolo rilevante viene assunto anche da Lazio e Toscana.

Biotecnologie e pandemia

Quanto sia importante il settore ha voluto sottolinearlo Elena Sgaravatti, Vice Presidente Assobiotec – Federchimica ricordando come le biotecnologie sono state alla base di tutte le risposte alla crisi pandemica: dal sequenziamento del genoma del virus alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali e agli antivirali, tutto è basato sul biotech.

“E oggi, alla fine dell’emergenza sanitaria ma di fronte a nuove, urgenti, drammatiche necessità: crescita economica sostenibile, diversificazione e ampliamento delle fonti energetiche ma anche capacità di approvvigionamento di materie prime per l’alimentazione umana e animale; le biotecnologie possono giocare ancora una volta un ruolo cruciale. Il Paese, con il Pnrr ha una straordinaria occasione per ripartire e non può permettersi adesso di sbagliare. Scegliere di avviare riforme e investire le risorse del Next Generation Eu sull’innovazione significa traghettare il Paese verso un futuro migliore e il biotech è certamente una tecnologia che, in questa prospettiva, non può essere trascurata”.