Cresce nei pazienti la voglia di medicina digitale, dice l’Osservatorio Life Science del PoliMi
Il settore della medicina digitale sta attraversando una profonda trasformazione guidata dall’innovazione digitale. Secondo una recente ricerca dell’Osservatorio Life Science Innovation del Politecnico di Milano, tecnologie come sensori, applicazioni per la salute e l’analisi dei dati real-world stanno già rivoluzionando il monitoraggio domiciliare dei pazienti. In un futuro prossimo, l’IA applicata alla medicina personalizzata e le terapie digitali (DTx) promettono inoltre di portare ulteriori cambiamenti significativi.
La maggioranza delle aziende del settore e dei direttori sanitari prevede che entro 3-5 anni l’IA trasformerà radicalmente la medicina personalizzata, mentre una percentuale significativa ritiene che le terapie digitali avranno un impatto considerevole nel giro di circa 5 anni.
I pazienti italiani mostrano un forte interesse verso queste innovazioni, con il 65% dei rispondenti che sarebbe disposto a utilizzare una terapia digitale prescritta dal proprio medico, soprattutto se questa migliora lo stile di vita, lo stato di salute e la comprensione della propria patologia. Circa la metà dei medici specialisti e dei medici di medicina generale si dichiara pronta a prescrivere DTx, a condizione che i pazienti abbiano le competenze digitali necessarie per utilizzarle correttamente.
Le terapie digitali rappresentano un’area di innovazione rilevante a livello mondiale (93 le soluzioni già disponibili), principalmente nei campi della psichiatria, endocrinologia, reumatologia e oncologia. Tuttavia, in Italia manca ancora una normativa specifica, il che costituisce un ostacolo significativo per lo sviluppo e l’adozione di queste tecnologie.
“Per favorire la diffusione delle terapie digitali in Italia, una volta che sarà possibile utilizzarle nel nostro Paese, bisognerebbe coinvolgere già ora pazienti e professionisti sanitari” spiega Chiara Sgarbossa, Direttrice dell’Osservatorio Life Science Innovation. “È importante avviare sperimentazioni che consentano di comprendere e misurare i benefici e gli impatti sulla salute dei pazienti, sull’attività del medico e sull’intero sistema sanitario, completando le informazioni offerte dagli studi di health technology assessment (HTA) sulle terapie digitali che continuano a trascurare la valutazione dell’impatto organizzativo, che è effettuata in circa uno studio su dieci”.
Anche la medicina personalizzata sta guadagnando terreno, con particolare attenzione allo sviluppo di farmaci innovativi e terapie avanzate per patologie specifiche come l’oncologia e le malattie rare. L’IA gioca un ruolo cruciale in questo campo, supportando l’analisi di grandi quantità di dati e l’identificazione di correlazioni tra informazioni eterogenee.
Lo stesso quantum computing si prospetta come una tecnologia promettente per la medicina di precisione, soprattutto se associato all’IA, con potenziali applicazioni nella scoperta di nuovi farmaci.
Le tecnologie digitali stanno anche trasformando la ricerca clinica, consentendo la raccolta di dati al domicilio del paziente e l’integrazione di real-world data per supportare lo sviluppo e il monitoraggio dell’efficacia di farmaci e dispositivi medici.
Nonostante tutte queste potenzialità, persistono barriere all’adozione del digitale nel settore della medicina digitale, tra cui la difficoltà di quantificare i benefici degli investimenti, la mancanza di competenze digitali e le limitate risorse economiche. Per superare questi ostacoli, molte aziende stanno implementando modelli organizzativi specifici per gestire l’innovazione digitale, sebbene i numeri siano ancora bassi.
Solo nel 23% delle imprese del settore esiste una direzione specifica e nel 21% un ruolo dedicato all’innovazione digitale e solamente in un caso su tre chi gestisce l’innovazione digitale, dispone di un budget dedicato e ha l’autonomia di prendere decisioni relative all’introduzione di innovazioni digitali in azienda.