Il Proton Center è uno dei maggiori investimenti nella storia dello IEO – dichiara l’Amministratore Delegato Melis – Ci abbiamo creduto già sei anni fa e oggi possiamo confermare con soddisfazione che lo porteremo a termine nei tempi previsti all’inizio dei lavori, malgrado l’epidemia Covid-19, la crisi energetica e la situazione economica generale. Saremo il primo Irccs a dotarsi di un proprio centro protoni, che sarà all’avanguardia tecnologica e con un alto profilo di sostenibilità. Disponiamo del sistema di protonterapia più avanzato a livello internazionale, installato per la prima volta in Italia e collocato all’interno di un edificio su misura e con tecnologie costruttive tipiche delle infrastrutture ma applicate all’edilizia sanitaria. Risponderemo così all’urgente bisogno del Paese di questa cura innovativa, riconosciuta dal ministero della Salute come salvavita”.

Settemila potenziali pazienti

Attualmente in Italia si stima che i malati candidabili a protonterapia siano circa settemila, una domanda che i soli tre centri italiani, con una capacità di trattamento stimata di mille pazienti l’anno, già oggi non possono soddisfare. Se poi gli studi scientifici in corso confermeranno le aspettative, nel nostro Paese la domanda di terapia protonica potrebbe riguardare fino al 15% di tutti i pazienti candidati a un trattamento di radioterapia.
I risultati ottenuti su oltre duecentomila pazienti trattati con protoni nel mondo dimostrano ampiamente il valore terapeutico della protonterapia – dichiara il direttore scietifico Roberto Orecchia – Le sue potenzialità sono ancora in gran parte inespresse. Si aprono scenari di ricerca inediti, a cui il Proton center IEO contribuirà, anche grazie al suo collegamento con l’ospedale. La protonterapia è infatti in continua evoluzione, anche in combinazione con altre discipline, come chirurgia, chemioterapia, farmaci molecolari, immunoterapia o altre metodiche radioterapiche. Sono oltre 150 gli studi di validazione e approfondimento in corso nel mondo e i centri di protonterapia si stanno moltiplicando in tutti i Paesi ad alto tasso di sviluppo. L’Italia, insieme alla Francia, è oggi il paese europeo con il più basso rapporto sale di trattamento/numero di abitanti”.

In Italia il Ministero della Salute ha fatto rientrare la protonterapia fra le cure salvavita nel 2015 e nel 2017 ha individuato dieci patologie oncologiche per le quali è considerata appropriata. Nel 2021 l’Istituto Superiore di Sanità ha emesso nuove raccomandazioni per l’uso dei protoni, indicando  che i maggiori vantaggi si ottengono nel trattamento di tumori solidi in pazienti pediatrici, tumori localizzati in sedi critiche perché circondati da strutture sensibili, tumori poco responsivi alla radioterapia convenzionale e per i quali è utile un approccio di dose-escalation, oltre che nei casi in cui occorre ridurre la tossicità complessiva dovuta al trattamento di ampi volumi in associazione a chemioterapia concomitante.

I vantaggi per il paziente della cura con protoni sono numerosi: primo fra tutti la riduzione del rischio di tumori secondari indotti dai raggi. E poi il basso rischio di effetti collaterali durante e dopo il trattamento, che si traduce in una più rapida ripresa psicofisica. Va aggiunto infine un vantaggio per la società oggi non più trascurabile: la sostenibilità economica, garantita dall’ottimo rapporto costo/efficacia” conclude Orecchia.