Il Monzino sceglie l’angioplastica guidata dalla simulazione TAC
Al Centro Cardiologico Monzino di Milano è stato eseguito con successo il primo caso italiano di angioplastica TAC guidata nell’ambito dello studio europeo P4, coordinato dall’Heart Centers di Aalst (Belgio). La grande novità dell’intervento consiste nella procedura di angioplastica, la dilatazione del tratto occluso di arteria coronarica mediante l’impianto di stent, che avviene sulla base di immagini Tac acquisite prima dell’operazione. Lo studio della coronaria malata viene quindi fatto preventivamente. Il risultato è che il cardiologo interventista dirige il catetere nelle zone da dilatare sotto la guida della simulazione Tac.
“I vantaggi per il paziente dell’angioplastica Tac guidata sono evidenti: meno invasività, meno radiazioni, minor tempo sul letto operatorio”, commenta Gianluca Pontone, direttore dipartimento Cardiologia peri-operatoria e imaging cardiovascolare e Principal investigator per il Monzino dello studio P4.
L’obiettivo principale dello studio, che recluterà mille pazienti, è dimostrare la non inferiorità fra l’angioplastica guidata dalla Tac rispetto alla procedura standard. Se tale obiettivo dovesse essere raggiunto, la Tac pre-operatoria potrebbe diventare lo standard per le procedure di angioplastica, evitando di sottoporre il paziente a una coronarografia completa e risparmiando altre procedure oggi necessarie, come l’Ivus (Ecografia intravascolare).
Cinque interventi previsti
“Non è escluso che tale approccio, ovvero quello della angioplastica Tac guidata, possa addirittura rivelarsi più efficace rispetto a quello tradizionale”, sostiene Daniela Trabattoni, responsabile dell’Unità operativa di Cardiologia interventistica del Monzino e team leader degli interventisti coinvolti nel progetto. “Per questo il Monzino crede molto in questo studio tant’è che, appena ottenuto il semaforo verde dal Belgio, abbiamo arruolato il primo paziente e nei prossimi giorni abbiamo già programmato altri cinque interventi”.
“Questo trial si inserisce nell’ambito del crescente ruolo dell’imaging non invasivo nel guidare le procedure interventistiche sia nell’ambito della malattia coronarica, come nel caso dello studio P4, che in ambiti differenti quali la cardiopatia strutturale o le procedure di elettrofisiologia”, afferma infine Saima Mushtaq, responsabile dell’Unità operativa di Tac cardiovascolare del Monzino e Co-Pi dello studio.