Dispositivo Osia: con la protesi torna l’udito
Un adolescente affetto da sordità a un orecchio, causata da una severa malformazione congenita, in cerca da anni insieme con la sua famiglia di una soluzione ottimale al suo grave problema di udito, ha ricevuto nelle settimane scorse all’Irccs Burlo Garofolo l’impianto chirurgico di un dispositivo piezoelettrico osteointegrato Osia.
Si è trattato del primo intervento e soprattutto della prima attivazione in assoluto con questo tipo di tecnologia in Italia. L’operazione è riuscita perfettamente e la dimissione è avvenuta già il giorno successivo. L’intervento è stato eseguito da Enrico Muzzi dell’Equipe di Otorinolaringoiatria e Audiologia diretta da Eva Orzan.
L’impianto è stato attivato il 10 gennaio 2022 con grande soddisfazione del giovane paziente, che ha riferito: “Sento un cambio incredibile, rispetto a prima sento veramente tantissime cose. Questa capacità di distinguere le parole, di riuscire a distinguere i rumori dalle parole, i suoni dalle parole, permette anche di avere più naturalezza, di lasciarmi andare, perché non sentendo si ha veramente uno stress incredibile. Sarà una continua scoperta di me stesso, un continuo percorso di crescita personale. Sono felice, tanto!”. Il ragazzo è già tornato a scuola.
Come funziona Osia
“Il sistema Osia – spiega il Dott. Muzzi – è un dispositivo che, posizionato posteriormente al padiglione auricolare, si integra nell’osso e sfrutta la vibrazione meccanica per trasmettere il suono alla coclea, il nostro organo sensoriale interno. In questo modo si bypassa la parte malformata dell’orecchio medio e può essere compensato anche un danno lieve-moderato delle cellule uditive cocleari (quadro clinico definito come ipoacusia mista). Questo sofisticato sistema è costituito da una parte interna e una esterna: la parte interna che fornisce la stimolazione uditiva attraverso un attuatore piezoelettrico è ancorata all’osso, mentre la parte esterna è un processore che capta ed elabora i suoni ambientali e trasmette le informazioni alla parte interna per induzione magnetica, attraverso la cute integra”.