In Italia, la prima persona a utilizzare la mano bionica
Paola, sessantenne, milanese, ha perso le mani a livello transradiale a causa di un’infezione. Per qualche tempo ha utilizzato le mani mioelettriche di vecchia generazione e poi ha optato per un deciso salto di qualità con protesi bioniche multiarticolate.
È diventata così la prima persona in Italia a utilizzare la mano bionica Nexus che le offre una migliore qualità della vita. Le protesi sono state applicate dall’Officina Ortopedica Maria Adelaide di Torino. “Siamo molto contenti del risultato e di come Paola sta affrontando questa nuova fase della sua vita – commenta Roberto Ariagno, Direttore dell’Officina Ortopedica Maria Adelaide –. La mano, le cui funzionalità risultano ancora più utili in casi di amputazione bilaterale, offre numerose prese personalizzabili oltre alla possibilità di prono-supinazione e flesso-estensione del polso, rendendo così possibili i gesti quotidiani e una sempre maggiore autonomia”. Le batterie possono essere ricaricate velocemente tramite un cavo USB.
Prese forti e delicate
Realizzata da Covvi, azienda con oltre 75 anni di esperienza nel campo della progettazione di protesi utilizza un sistema avanzato che comprende un intuitivo schema di presa predefinito, oltre alle capacità di mappatura della presa, che consentono all’utente di inserire gesti personalizzati.
La protesi è ricoperta da un guanto in silicone rivestito da uno strato di policarbonato, che assicura resistenza e impermeabilità. Il dispositivo permette di simulare due tipologie di prese, per un totale di 14 possibilità. Le due tipologie sono definite Opposed Grips, quando il pollice lavora in opposizione con le altre dita, e Non Opposed Grips quando il pollice è parallelo alle dita. In questo modo l’utente è in grado di effettuare prese forti e delicate. Le dita sono progettate in modo da avere delle striature che agevolano la presa.
Paola ora sta ora affrontando un periodo di allenamento a Milano, presso l’Unità Operativa Dat del Centro Irccs S.Maria Nascente, diretto da Rosa Maria Converti, una struttura specializzata nella riabilitazione del paziente amputato di arto superiore.
Quello di Paola non è l’unico esempio di applicazione di una mano bionica anche se probabilmente è uno dei più complessi. Lo scorso anno, sempre l’Officina Maria Adelaide di Torino, ha applicato una protesi I-Digits che ha restituito l’uso della mano destra a Daniel De Vincenzi, 18enne della provincia di La Spezia che aveva perso quattro dita in un incidente. In fibra di carbonio e titanio, pesa meno di un chilo e può fare dodici movimenti diversi rispondendo agli impulsi cerebrali del giovane attraverso un elettrodo alimentato a batterie.