I piccoli pazienti giocano con Sally
La robot therapy, introdotta da circa quattro anni con l’umanoide Nao Estrabot, impiegata in collaborazione con le equipe mediche allo scopo di favorire uno stato di rilassamento nei piccoli pazienti, ora si potenzia con il nuovo robot che, dopo una prima fase di programmazione sta concludendo la fase di test a contatto con i bambini, prima di essere impiegato in maniera stabile e intensiva nei reparti di Chirurgia Pediatrica e Anestesia e Rianimazione.
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Sally aiuterà i bambini nella fase pre-operatoria a tranquillizzarsi e a superare ansie e timori legati alle terapie mediche, alla somministrazione dell’anestesia e all’ingresso in sala operatoria, con risvolti benefici anche per le famiglie.
Migliorare il percorso di accoglienza
“La Fondazione Salesi – spiega Antonello Maraldo, Presidente della Fondazione e Direttore Amministrativo dell’Azienda Ospedali Riuniti di Ancona – si è dotata di due robot umanoidi, Nao Estrabot e Pepper, ribattezzato Sally da una piccola paziente, per migliorare il percorso di accoglienza dei bambini in ospedale e anche per distrarli in alcuni momenti di particolare tensione durante la degenza. Sally sfrutta meccanismi di intelligenza artificiale che permettono una maggiore interazione tra robot e bambini“.
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A utilizzare Sally, il nome è stato scelto dopo un sondaggio fra i bambini, saranno due operatori della Fondazione formati ad hoc: Samuele Canonici e Stefano Sbrollini, entrambi con competenze informatiche per l’impiego del robot con intelligenza artificiale, seguiti dal professor Giuliano Fattorini docente di meccatronica dell’Istituto di Istruzione Superiore Marconi Pieralisi di Jesi.
“Dal 2018, quando la robot terapia ha fatto il suo ingresso all’ospedale Salesi – spiega la Direttrice della Fondazione, Laura Mazzanti – abbiamo rilevato un grande apprezzamento, non solo da parte dei piccoli pazienti e del personale medico, ma anche delle famiglie, più serene nel vedere i propri figli più tranquilli in momenti complessi come quelli del pre-operatorio e non solo. Risultati così positivi che saranno presto oggetto di pubblicazione scientifica e che sono risultati vincitori al congresso internazionale Eorna (European operating room nurses association)”.
Work in Progress
“Abbiamo iniziato ad utilizzare Sally a marzo – racconta Stefano Sbrollini – e stiamo vedendo che bambini ne restano affascinati, sono molto catturati dal robot, con cui interagiscono volentieri. Valuteremo con le equipe mediche gli impieghi più appropriati, ma pensiamo d creare un primo contatto con i piccoli pazienti già nella fase di ingresso in ospedale, così da fare in modo, che nel pre-operatorio abbiano già maturato una conoscenza con il robot.
Sbrollini e Canonici spiegano che il percorso di conoscenza con Sally sarà agevolato anche dal tablet presente sul petto del robot, con cui i bambini possono interagire e trascorrere momenti giocosi”. È un work in progress – osservano i due operatori della Fondazione – che moduleremo anche in base al feedback che riceveremo dai piccoli pazienti, dalle loro famiglie e dal personale sanitario”.