ICT nella Sanità italiana, un mercato da 2,23 miliardi che cresce a due cifre
L’ICT nella Sanità, dopo la spinta di pandemia e PNRR, vuole continuare a correre. Nel 2023 il mercato italiano ha raggiunto quota 2,23 miliardi di euro, con una crescita dell’11% sull’anno precedente, ma le prospettive rimangono interessanti visto che si prevedono tassi di crescita sempre a due cifre anche nei prossimi anni: nel 2026 sarà superata la soglia dei tre miliardi di euro.
Un mercato in grande fermento quindi, al quale Anitec-Assinform ha dedicato un white paper che oltre alle cifre contiene anche raccomandazioni e proposte rivolte ai decisori pubblici, agli stakeholder e agli operatori del settore.
Il white paper assegna al mondo IoT la palma di mercato ICT più consistente per la Sanità, con 250 milioni di euro e crescita limitata, ma è l’avanzare del cloud (200 milioni) a colpire, grazie a una crescita nel 2022 del 30%. Un tasso superato solo dal segmento blockchain, le cui dimensioni sono però ancora trascurabili. Cybersecurity e Big data salgono di circa il 20% con i 100 milioni del mercato Big data “che rappresentano tecnologie sempre più centrali nei processi di digital transformation della sanità”.
Cresce la consapevolezza dei presupposti della digitalizzazione
Fra gli obiettivi principali del passaggio al digitale c’è la telemedicina, “a ulteriore dimostrazione di come il futuro dei sistemi sanitari passi da prestazioni e monitoraggio in remoto dei pazienti”. Importante anche l’attenzione verso le cartelle cliniche elettroniche e l’interoperabilità applicativa. In fondo alla classifica in termini di volumi, l’intelligenza artificiale non è ancora tra le priorità delle organizzazioni sanitarie, anche se comunque fa segnare una crescita del 35%.
Il rapporto sottolinea come nelle azioni intraprese per modernizzare i sistemi informativi, Asl e strutture ospedaliere si stanno concentrando sull’integrazione applicativa e l’adozione di piattaforme, nonché di standard per l’interoperabilità come FHIR.
Passando all’analisi qualitativa, il white paper sottolinea come ci sia stato nel settore Sanitario italiano un aumento della consapevolezza di ciò che un percorso di digitalizzazione necessita come presupposto e dei suoi impatti. In questo il dato ha un’importanza fondamentale, ma per utilizzarlo al meglio occorre seguire “un modello di data fabric per integrare le informazioni e abbattere i silos, attivare un ecosistema aperto di partner e fornitori, integrare i controlli operativi e implementare controlli di sicurezza end-to-end, protezione dei dati e conformità agli standard applicabili, compreso il Gdpr”.
Le criticità però permangono, e riguardano lo scarso coordinamento tra gli attori, visto che il miglioramento dell’interoperabilità richiede un forte coordinamento tra i diversi enti. Poi ci sono le limitazioni imposte dai budget visto che non tutti possiedono le risorse finanziarie per creare un sistema realmente interoperabile, le diverse esigenze tecnologiche e i sistemi legacy con le organizzazioni che utilizzano sistemi un po’ datati che devono affrontare la duplice sfida di modernizzare i sistemi cercando comunque di raggiungere i requisiti di interoperabilità.
Le criticità dei Clinical Decision Support Systems
Spaziando fra le varie tecnologie il documento si occupa anche dei Clinical decision support system (Cdsss), i sistemi che raccolgono dati amministrativi, clinici e altre informazioni provenienti dalla strumentazione e dai sistemi di monitoraggio. Questi sistemi “rappresentano una tecnologia promettente per migliorare la qualità dell’assistenza sanitaria”, ma anche in questo ci sono ancora problemi da superare come quello relativo all’alert fatigue. Troppi avvisi e raccomandazioni poco utili possono infatti creare confusione e frustrazione fra gli utenti portando a disattenzione e disinteresse verso gli avvisi.
La mancanza di fiducia verso le nuove tecnologie, in particolare Ml e Ai, rappresenta un’altra barriera alla diffusione di sistemi che consentano di prendere decisioni data-driven. Diventa quindi necessaria “un’adeguata digital literacy” e una formazione continua per migliorarne il grado di accettazione.
Altra questione è la sicurezza dei pazienti che potrebbe essere messa a rischio da indicazioni errate dei Cdsss. L’idea è che ci si possa fidare fino a un certo punto e il controllo umano rimane fondamentale. Tanto è vero che i medici sarebbero riluttanti a utilizzare questi sistemi perché hanno paura di esporsi a problemi legali sempre più diffusi. Ci vuole quindi una strategia per superare i problemi che limitano l’efficacia dei Cdsss verso l’efficienza e l’accettazione da parte del personale. “Queste sfide – recita il documento – si possono affrontare attuando una strategia basata sui dati, dalla loro raccolta all’estrazione del valore a supporto delle decisioni e della pianificazione strategica”.
Le cinque priorità per i fornitori di ICT nella Sanità
Da parte loro, le aziende Ict che operano nella digital health, chiedono una normativa più chiara, in particolare sulla privacy, maggiore interoperabilità dei dati e l’evoluzione dei sistemi legacy anche per renderli pronti all’innesto dell’innovazione digitale data driven, oltre a incentivi e fondi per favorire l’innovazione. Le conclusioni dello studio sono state affidate alle aziende associate, che attraverso interviste approfondite hanno indicato le maggiori criticità che affrontano nell’operare nel complesso mercato della Sanità e dalle quali sono emerse alcune priorità e diversi messaggi chiave:
- Valorizzare l’innovazione tecnologica: incentivare strutture e aziende sanitarie a investire energicamente in nuove tecnologie.
- Risolvere sfide normative e di privacy: è imperativo affrontare e superare gli ostacoli normativi e le questioni relative alla privacy per promuovere l’innovazione e la diffusione di tecnologie avanzate.
- Promuovere interoperabilità e standardizzazione: servono azioni mirate a migliorare e facilitare lo scambio di dati e l’efficacia complessiva dei processi sanitari.
- Facilitare l’accesso al finanziamento: il supporto alle aziende attraverso finanziamenti e incentivi adeguati è fondamentale per stimolare la crescita e l’innovazione nel settore.
- Rafforzare formazione e competenze: l’accento è posto sull’importanza cruciale dello sviluppo di competenze specifiche e della formazione continua, elementi chiave per capitalizzare appieno le opportunità offerte dalla digitalizzazione nel campo sanitario.