Il cuore in 3D: l’innovativa tecnica utilizzata all’Ospedale del Cuore di Massa
Fondazione Monasterio, centro toscano di alta specialità per la cura delle patologie cardiovascolari e polmonari, ribadisce la sua apertura verso l’innovazione con una nuova tecnica mini-invasiva. Il merito, in questo caso un primato europeo, spetta al team del Dottor Sergio Berti all’Ospedale del Cuore di Massa che con l’ospedale San Cataldo-Cnr di Pisa costituisce una delle due sedi attraverso le quali opera la Fondazione.
L’innovazione consiste in una strategia di imaging intraoperatorio con ecografia intracardiaca tridimensionale. In pratica vengono acquisite le immagini in tre dimensioni direttamente dall’interno del cuore del paziente durante l’operazione. Il team in sala, composto dal Sergio Berti, Massimiliano Mariani, Luigi Pastormerlo, e Andreina D’Agostino, con il supporto tecnico degli ingegneri di Siemens Healt Care e di Edwards Tmtt, ha utilizzato le immagini in tre dimensioni del cuore per permettere ai medici di migliorare la loro prestazione.
Una sonda nel cuore
Il medico che utilizza tecniche minimamente invasive infatti non ha la possibilità di vedere il cuore: per questo l’équipe necessita di acquisire le immagini.
Fino a pochi giorni fa, il passaggio eletto per l’imaging era quello transesofageo (passando dall’esofago). In questo caso però si è scelto di operare in maniera diversa tramite una sonda che fungeva da guida dell’intervento, rimossa poi al termine dell’operazione. In questo modo sono state acquisite le immagini direttamente dall’interno del cuore e tridimensionali.
Si tratta di immagini più precise, accurate, affidabili e all’avanguardia. “Un approccio straordinariamente innovativo – ha spiegato il Sergio Berti, direttore dell’Unità operativa Cardiologia diagnostica e interventistica della Fondazione Monasterio – che consente di semplificare l’intervento, al tempo stesso aumentando in maniera significativa la precisione con cui il cardiologo interventista riesce a condurre l’intervento di riparazione della valvola tricuspidalica”.
“L’introduzione di questa nuova tecnica di imaging – ha commentato Massimiliano Mariani, cardiologo dell’Ospedale del Cuore – apre nuovi scenari per i trattamenti transacatetere delle valvulopatie, ricordiamo, senza chirurgia, sempre più precisi e a bassa invasività. Mi aspetto che possa essere estesa anche ad altri scenari”.
L’intervento di San Donato
L’utilizzo del 3d in sala operatoria sta muovendo i primi passi ma ha una lunga strada davanti a sé. Nel settembre dello scorso anno un paziente di 53 anni è stato il primo italiano a essere operato al cuore, per una plastica della valvola mitrale, in endoscopia con tecnologia 3D di ultima generazione.
L’intervento è stato eseguito al Policlinico San Donato dall’equipe di Marco Diena, responsabile della Cardiochirurgia mininvasiva ed endoscopica dell’ospedale milanese. Due fori e una piccola incisione, invece di un torace aperto con un divaricatore. Questo è servito ai camici verdi per raggiungere la valvola mitrale all’interno del cuore e completare l’intervento, mentre grazie agli occhiali di polarizzazione 3D il chirurgo visualizzava sullo schermo un’immagine magnificata, ricca di dettagli e colori reali, e percepiva il senso della profondità.