Innovazione digitale in sanità, le start-up italiane ai primi posti in Europa
Il Founder e CEO di Spotify, Daniel Ek ha deciso di darsi alla Sanità. Una decisione che parte da lontano visto che Neko Health, questo il nome dell’azienda, è stata fondata cinque anni fa. La startup ha già raccolto sessanta milioni di dollari e ha aperto all’inizio dell’anno una clinica a Stoccolma. Nella nuova struttura è possibile sottoporsi a una scansione del corpo in 3D con sensori e utilizzo dell’intelligenza artificiale in grado di evidenziare eventuali problemi cutanei e valutare il rischio di malattie cardiovascolari. Un esempio del fermento che agita il mondo delle startup in campo sanitario che è al centro dell’analisi di InnoStars Assessment of Healthcare Innovation Ecosystem Maturity, lo studio pubblicato da Eit Health, parte dell’Istituto europeo di innovazione e tecnologia. L’indagine analizza alcuni ecosistemi innovativi europei nell’ambito dell’innovazione sanitaria. Il rapporto valuta le startup in ambito sanitario attribuendo al Portogallo il sistema di innovazione più avanzato, ma assegnando all’Italia una buona posizione. Secondo Innostars, le aziende italiane si sono dimostrate le migliori per quanto riguarda il numero dei dipendenti assunti e addirittura superiori alla media per la capacità di raccogliere fondi e la valutazione complessiva.
“Lo studio dimostra che il nostro Paese è ben posizionato nel sostegno a quelle innovazioni in campo sanitario che consentono ai cittadini europei di vivere più a lungo e in modo più sano. La collaborazione è la chiave del successo in qualsiasi ecosistema di innovazione, ed è fortemente favorita dal networking, che in Italia è molto forte – ha dichiarato Chiara Maiorino, Ecosystem Lead per l’Italia di Eit Health –. Esistono molte piattaforme per sostenere diverse startup durante le varie fasi di sviluppo e in differenti regioni del Paese. Eit Health ha investito finora circa due milioni di euro per promuovere l’innovazione in Italia e quasi sessanta startup hanno ricevuto circa tre milioni di euro di assistenza finanziaria, mentoring, formazione e networking”.
Israele al top
Lo studio assegna solo a Israele il punteggio massimo di 5. Israele vanta la più alta valutazione delle startup, pari a 146 milioni di euro e, oltre a favorire l’avvio di nuove imprese, offre programmi mirati per gli innovatori ed è disponibile un panorama di finanziamenti diversificati con accesso a fondi intelligenti e a capitale di rischio specializzato. L’Italia è classificata al livello 3, Experimenter, e si trova a metà del percorso di innovazione. Dispone di già di una discreta quantità di diversi meccanismi di sostegno all’avviamento e di una gamma crescente di fonti di finanziamento, tra cui la seconda generazione di programmi di finanziamento governativi e fondi esteri ed è uno di quei Paesi dove gli innovatori hanno possibilità di relazionarsi con i mentori del loro settore e gli imprenditori iniziano a investire sempre più frequentemente.
In termini di risultati misurabili, le 59 aziende che hanno partecipato ai programmi di accelerazione finanziati da Eit Health in Italia hanno ottenuto i migliori risultati nella creazione di posti di lavoro, impiegando quasi quattrocento lavoratori a tempo pieno a partire dal 2022. Sono al di sopra della media per quanto riguarda la raccolta di finanziamenti esterni e la valutazione complessiva; tuttavia, le performance si abbassano per quanto riguarda la raccolta di sovvenzioni esterne e il rapporto di ingresso nel mercato.
L’esempio di PatchAI
Come storia italiana di successo, sostenuta da diversi programmi di Eit Health, viene citata PatchAI. L’Azienda offre soluzioni intelligenti di salute digitale per coinvolgere e responsabilizzare i pazienti nella ricerca clinica e nei percorsi di cura. Fondata nel 2018 a Padova da Alessandro Monterosso, ha sviluppato una piattaforma che prevede un assistente virtuale il quale ha il compito di ricordare ai pazienti quando è il momento di prendere i farmaci o di iniziare trattamenti medici specifici. La soluzione è in grado anche di monitorare la salute del paziente raccogliendo dati sull’efficacia delle cure. PatchAI è stata finalista di Catapult 2020, uno dei programmi di Eit Health, e nel 2021 è stata acquisita dalla statunitense Alira Health.
Altro caso interessante è quello di OncoWatch, un’azienda che utilizza i dati per migliorare la diagnostica e il trattamento del cancro alla prostata, oppure Nib Biotec che sta cercando di sviluppare un biosensore intelligente per diagnosticare il cancro alla prostata, e Fidelio Medical, che ha sviluppato la prima soluzione diagnostica digitale che consente uno screening, un monitoraggio e un tutoraggio più semplici per le donne affette da carenza di ferro. UltraaI è invece una startup di Trento che utilizza l’IA a supporto della diagnosi delle patologie polmonari: attraverso l’utilizzo di algoritmi analizza il dato ecografico e lo valuta secondo un indice di gravità associato al danno polmonare. Fondata nel 2021 da Jonni Malacarne e Federico Lucca, il progetto è frutto di una serie di iniziative che hanno avuto inizio nel corso della pandemia quando l’Università di Trento ha promosso il progetto Iclus (Italian Covid-19 Lung Ultrasound) con l’obiettivo di sviluppare un sistema di supporto alla diagnosi automatica della polmonite da Covid-19 attraverso l’analisi di immagini ecografiche tramite di intelligenza artificiale.
Uscendo dal circuito di Eit Health, si segnalano altre realtà come BiomimX che può rivelarsi molto utile per le case farmaceutiche perché permette di avere mini organi su chip sui quali testare la tossicità dei nuovi farmaci. Il vantaggio è evidente perché visti i tempi lunghi di sviluppo dei farmaci e i relativi costi in questo modo sarebbe possibile produrre più test con costi contenuti. Attualmente la piattaforma è stata usata per creare un modello di cuore e di articolazione umana e il team della startup sta convalidando modelli per polmoni, fegato e altri organi.
Doctor app cerca invece di conciliare le esigenze di semplificazione nel rapporto medico-paziente. Si tratta di un ecosistema digitale che mette al centro il paziente che può prenotare le visite tramite app, comunicare con il medico di famiglia e con il pediatra e richiedere ricette. Lato medici il software permette la gestione dello studio medico. Sempre nell’ottica del rapporto con il paziente si muove PatchAI, una piattaforma che integra un assistente virtuale in grado di personalizzare il dialogo con il paziente e raccogliere i dati riportati dall’assistito in tempo reale.
PaperBox si muove invece sul fronte dei disturbi dell’apprendimento con un un metodo di screening innovativo per l’individuazione dei DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento), dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, attraverso un videogioco. Tra i partner della startup ci sono realtà come Angelini Ventures.