La sanità corre verso la virtualizzazione dei processi
Oltre 70 anni fa Guglielmo Marconi ha fondato il CIRM-Centro Italiano di Radio Medicina, ancora attivo nel quartiere EUR di Roma, per dare radio assistenza medica alle navi mercantili di tutto il mondo. Tutto questo storicamente precorreva ciò che oggi chiamiamo Telemedicina. Oggi sul solco virtuoso dei precursori della tecnologia radio, grazie alla rivoluzione digitale degli ultimi decenni che integra la trasmissione a distanza, possiamo finalmente chiamarla Medicina Digitale.
La Medicina Digitale ci consente di andare ben oltre la trasmissione di segnali sempre più raffinati e ricchi di informazioni (audio, video, documenti ecc.) a distanza. Infatti, ci permette la virtualizzazione dei processi: questa è la vera e propria rivoluzione da introdurre con la giusta gradualità e altrettanta velocità nel mondo della Salute.
Oggi le Istituzioni che governano e gestiscono costituzionalmente il diritto alla Salute, nell’adempiere ai compiti nei diversi ambiti, hanno il principale compito di introdurre il modello innovativo da seguire, ovvero la possibilità che l’intero Paese in cui viviamo sia governato come un unico Ospedale Virtuale preposto alla programmazione, prevenzione, gestione e cura della salute.
Attraverso il mercato virtuale oggi c’è consentito di prenotare, pagare e usufruire di prodotti di largo consumo e prestazioni di vario genere, utilizzando gratuitamente o con pochi euro le diverse piattaforme tecnologiche (APP) che ci consentono sia di esser raggiunti dal prodotto/servizio sia se lo dobbiamo raggiungere noi.
Per analogia le istituzioni oggi hanno la grande possibilità di realizzare l’Ospedale Virtuale (o Salute Virtuale) normando, disciplinando e controllando istituzionalmente la tecnologia di accesso da utilizzare per poter fruire di tutti i prodotti, servizi e prestazioni sanitarie che il mercato offre.
A oggi tutto ciò è impedito perché ogni Sistema Sanitario Regionale usa un suo sistema informativo che, oltre a non essere orientato al cittadino, dialoga con enormi difficoltà con gli altri sistemi. Questo perché sono ancora utilizzati i modelli tecnologici superati dell’ICT pre-digitali dove, attraverso gare e appalti, si è ipotizzato che le istituzioni avessero il compito del fai da te della tecnologia necessaria. Tutto questo con costi altissimi e risultati appena accettabili…
Questo è un estratto dell’articolo pubblicato nell’ultimo numero di Progettare per la Sanità.
DI GIANLUCA POLIFRONE
Autore del libro Sanità Digitale: “La rivoluzione obbligata per un modello sanitario omogeneo, efficiente e giusto”.