Vincere le sfide dell’assistenza sanitaria con l’innovazione digitale, portare l’assistenza più vicina al paziente e creare partnership di valore all’interno dell’ecosistema salute. Sono i temi principali del Future Health Index 2023 di Philips che sottolinea come il Sistema Sanitario Nazionale italiano stia affrontando diverse sfide: carenza di personale, lunghe liste d’attesa, invecchiamento della popolazione e aumento delle spese sanitarie. “Sfide che possono essere vinte grazie all’innovazione digitale. Per il 52% dei leader italiani della sanità, infatti, l’intelligenza artificiale e l’automazione possono aiutare a snellire i processi e a migliorare l’efficienza operativa”.

La tecnologia è utile anche per avvicinare l’assistenza al paziente. IA e interoperabilità dei dati, sottolinea il report, sono strumenti chiave per erogare questi nuovi metodi di cura, tra cui l’assistenza remota e virtuale, per monitorare lo stato di salute del paziente nel tempo ed effettuare analisi predittive. Per raggiungere questi risultati, però, c’è bisogno di collaborare con l’intero ecosistema salute per superare le barriere tecnologiche, abbattere i silos di dati e fornire un’assistenza più integrata. Le partnership hanno quindi un ruolo importante nel promuovere la sostenibilità ambientale all’interno del settore sanitario.

L’incubo dei costi

Sebbene l’86% dei manager del settore affermi di trovarsi di fronte a pressioni finanziarie, non tutti stanno attualmente adottando misure attive per affrontarle. Quasi un quarto (22%) afferma che il proprio ospedale o struttura sanitaria non stia agendo per affrontare queste sfide, rispetto al 10% a livello globale e all’11% in Europa. Solo il 13% afferma che il proprio ospedale o struttura stia cercando di ridurre i costi, rispetto alla media globale del 18% e al 20% in Europa.

Chi sta lavorando su questo aspetto si concentra sull’efficienza. Tra questi, un terzo (34%) sta riorientando il proprio ospedale o struttura verso servizi più profittevoli. Il secondo approccio più comune è di esplorare nuovi modelli di acquisto per ridurre i costi, compresa la creazione di gruppi di acquisto (31%). Il 28% sta riducendo il consumo di energia e uno su cinque (19%) sta alleviando le pressioni finanziarie attraverso fusioni con altri ospedali o sistemi sanitari.

In questo contesto, la metà (52%) degli intervistati utilizza o prevede di utilizzare le tecnologie digitali per contribuire a ridurre l’impatto della carenza di personale, rispetto al 56% a livello globale e al 49% in Europa. Insieme all’uso della tecnologia digitale per aiutare ad alleviare l’impatto delle pressioni dello staff, qualcuno adotta un approccio diverso, cercando anche l’aiuto di aziende che operano nell’Health Technology, nell’IT o nei dati.

Diagnostica e analisi predittiva

Gli intervistati riconoscono l’enorme potenziale delle tecnologie di intelligenza artificiale nel fornire servizi di assistenza più integrati. Tra le tecnologie che avranno il maggiore impatto sul miglioramento dell’assistenza ai pazienti nei prossimi tre anni, il 42% del campione indica l’IA quale strumento per integrare la diagnostica ed effettuare analisi predittiva.

Questa tecnologia può, per esempio, essere di supporto per generare diagnosi da fonti cliniche diverse come l’imaging e la patologia, oltre che dalla storia clinica del paziente. I ricercatori dell’Università di Bologna hanno utilizzato l’intelligenza artificiale per sviluppare un programma in grado di rilevare con precisione i sintomi del cancro del polmone attraverso immagini TC. All’Università di Brescia i ricercatori hanno prodotto uno strumento basato sull’IA in grado di prevedere la probabilità con cui potrebbe sviluppare il morbo di Alzheimer valutando anamnesi, genetica e scansioni cerebrali di un paziente.

Tre leader su quattro (74%) stanno investendo nell’intelligenza artificiale, un dato ben superiore alla media globale (59%), ma in linea con la media europea (77%). Quasi tutti (95%) prevedono di continuare a investire o iniziare a investire nell’IA nei prossimi tre anni. Inoltre, il 44% mira a utilizzare l’intelligenza artificiale entro tre anni per prevedere gli esiti dei pazienti; mentre il 38% vorrebbe investire nell’intelligenza artificiale per supportare decisioni cliniche.

Gli investimenti nell’intelligenza artificiale sono altrettanto importanti per i professionisti sanitari più giovani. In Italia, oltre due terzi (69%) vorrebbe che la propria struttura investisse nelle tecnologie di IA oggi e, tra tre anni, il 99% vorrebbe allocare budget per l’IA, privilegiando investimenti per l’integrazione della diagnostica (47%).

Un’altra sfida tecnologica importante, identificata dal 23% dei leader della sanità e dal 20% dei professionisti sanitari più giovani, lo scambio di un flusso più fluido di dati tra le strutture sanitarie. In tutto questo sono necessarie e prioritarie competenze per interpretare i dati (28%), la privacy e la protezione dei dati (28%). A questi elementi si aggiungono, secondo i professionisti sanitari più giovani, l’importanza di una condivisione tempestiva e intelligente di dati (28%).