L’Istituto Superiore di Sanità ha dato l’okay per le nuove linee guida sulla terapia del diabete mellito di tipo 1. Elaborate dall’AMD (Associazione Medici Diabetologi), dalla SID (Società Italiana di Diabetologia) e dalla SIEDP (Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica), il documento rappresenta una rivoluzione scientifica, metodologica e culturale rispetto ai precedenti standard di cura del 2018.

Indirizzate a medici, infermieri, dietisti ed educatori operanti in strutture specialistiche, medici di medicina generale e loro infermieri, pediatri di libera scelta, dietisti territoriali e pazienti, le linee guida riguardano il diabete di tipo 1, una forma autoimmune di diabete la cui prevalenza sta rapidamente aumentando sia in ambito pediatrico sia dell’adulto.

Assistenza di buona qualità

In Italia le persone con diabete di tipo 1 sono circa trecentomila. Si tratta di una patologia di grande influenza sulla salute pubblica, con un impatto notevole sulla disabilità e sul tasso di ospedalizzazione e, conseguentemente, con costi rilevanti per i sistemi sanitari.

La cura è affidata a un sistema integrato che comprende in misura prevalente una diffusa rete di servizi specialistici, supportati dai Medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e da strutture sanitarie territoriali. Questo sistema, spiega il documento, produce un’assistenza di buona qualità, se confrontata con altri paesi europei.

Peraltro, restano delle importanti aree di miglioramento: esiste ancora una frazione di persone con diabete che non raggiunge gli obiettivi terapeutici e la gestione della terapia, in particolare di quella farmacologica, appare ancora ampiamente eterogenea.

Una significativa variabilità negli esiti di cura e nei costi legati al trattamento risiede nell’utilizzo di strumenti tecnologici (microinfusori di insulina, sistemi di monitoraggio in continuo del glucosio, strumenti per l’automonitoraggio glicemico) oggi divenuti indispensabili per la cura dei soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1. Uno dei motivi dell’eterogeneità è il rapidissimo progresso delle conoscenze, che si fatica a sintetizzare in maniera tempestiva in raccomandazioni cliniche e a diffondere tra i professionisti.

Monitoraggio in real time

Nel documento, per le persone con diabete mellito di tipo 1 scompensato o con ipoglicemie severe, si raccomanda l’utilizzo di sistemi di monitoraggio del glucosio in continuo real-time. Vengono preferiti sistemi di microinfusione dell’insulina, in alcuni casi dotati anche di automatismo, rispetto alla terapia standard con iniezioni sottocutanee.

Molto più sintetiche rispetto al passato, le Linee guida per la Terapia del Dt1 rappresentano uno strumento estremamente concreto per rafforzare la pratica professionale quotidiana dei diabetologi italiani“, commentano Graziano Di Cianni, presidente dell’Associazione medici diabetologi, Agostino Consoli, presidente della Società italiana di diabetologia e Mariacarolina Salerno, presidente della Società italiana di endocrinologia e diabetologia pediatrica.

Oltre al ruolo dedicato alle tecnologieaggiungonoil documento definisce importanti novità legate all’educazione terapeutica e al processo di transizione strutturato dalla diabetologia pediatrica a quella dell’adulto, evidenziando l’importanza di un coordinamento puntuale tra pediatra e diabetologo. Il documento, infine, sottolinea la centralità di altri importanti aspetti di cura legati alla terapia farmacologica e all’opzione del trapianto di isole pancreatiche, nonché agli interventi terapeutici non farmacologici, relativi allo stile di vita, e centrati sulla necessità di un adeguato esercizio fisico e di una sana alimentazione“.