La chirurgia robotica del Gaslini di Genova è stata messa sotto i riflettori in occasione della Giornata Nazionale per la sicurezza delle cure e della persona assistita. Il workshop dal titolo “Centro di chirurgia robotica pediatrica del Gaslini: presentazione dei risultati, confronto con esperti e proposte di miglioramento” ha chiarito i motivi che spingono la struttura ligure verso questo tipo di tecnologia.

Il Gaslini è l’unico ospedale pediatrico che possiede il sistema DaVinci per la chirurgia pediatrica, già diverse altre strutture nel Paese ci stanno chiedendo di essere hub nazionale di conoscenza e ricerca sulle validazioni definitive conseguenti all’utilizzo, in ambito pediatrico, ancora in corso. Indietro non si torna: è una tecnologia che farà parte del nostro futuro. É da definire il come e quando e rimane da discuterne la sostenibilità economica, ma l’utilizzo per il benessere del bambino appare oggi indiscutibile” ha spiegato Renato Botti, direttore generale del Gaslini.

La domanda a cui l’incontro ha voluto dare una risposta è semplice: perché dal 2015 a oggi l’Istituto Gaslini continua a utilizzare la chirurgia robotica, nonostante i costi elevati, mentre in altri ospedali generalmente non viene usato? Perché il bambino non viene portato nell’ospedale dell’adulto, dove le tecnologie sono maggiormente ottimizzate e quindi i costi ridotti?

Per lo staff comporta semplificazione tecnica, opportunità di crescita professionale e porta attrattività per l’Azienda permettendo collaborazioni nazionali e internazionali, formazione, ricerca e sviluppo. Ma, la risposta parte dalle condizioni del bambino: dalla procedura classica (definita open) a quella robotica, dove per il paziente si riscontrano mini-invasività, grandissima riduzione dell’ analgesia (-80%), della protesica (-66%), dimezzamento della degenza (-50%), inoltre ha indicazioni più ampie rispetto alla laparoscopia.

I dati sull’utilizzo della tecnologia

Dal 2015 al 2021 i chirurghi pediatrici del Gaslini hanno eseguito 201 interventi con l’ausilio del robot Da Vinci. I pazienti provenienti da altre regioni sono stati 135 su 201 (67,7%). Su 2000 interventi chirurgici all’anno sono 500 quelli eseguiti in laparoscopia/toracoscopia e 100 quelli realizzati con robot assistiti.

Equipe-Gaslini

“Ci sono moltissime chirurgie pediatriche che usano robot, portando però il bambino nelle sale operatorie degli adulti– aggiunge Girolamo Mattioli, professore di Chirurgia Pediatrica, direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica dell’Università di Genova e direttore dell’UOC Chirurgia Pediatrica dell’ospedale genovese – Al Gaslini non c’è un singolo robot, o chirurgo, ma lavora un team di professionisti, che nella loro specialità, utilizzano la tecnologia in un setting applicato al bambino. L’utilizzo del robot ha aperto nuove strade: ci sono interventi che in laparoscopia non si possono eseguire, mentre sono eseguibili utilizzando la robotica. La tecnologia ci permette di arrivare dove altrimenti non sarebbe possibile. Con il robot, sono migliorate le capacità visive, il mio occhio entra dentro il paziente, con una visione tridimensionale e una magnificazione dell’immagine, senza aprire l’addome. Con il robot, le mie mani entrano dentro al paziente, ma hanno la dimensione della punta dello strumento, di due millimetri, e non sono ostacolate più ida difetti fisici, come il tremore. Il tatto, invece, che non è sostituibile, in robotica è surrogato dal potenziamento della vista. Con la robotica, portiamo le competenze fisiche del chirurgo quasi alla perfezione, lasciando all’uomo le decisioni.