In collaborazione con Progettare per la sanità Edra

Privacy nella Sanità: altre sanzioni dal Garante

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I provvedimenti dopo il data breach dell’agosto 2021 colpiscono Laziocrea, Regione Lazio e ASL Roma 3. Multata anche l'ASL dell'Alto Adige

Il Garante privacy torna a occuparsi della sanità con un paio di provvedimenti. Con tre sanzioni di 271mila, 120mila e diecimila euro, irrogate rispettivamente a Laziocrea (società che gestisce i sistemi informativi regionali), alla Regione Lazio e alla Asl Roma 3, il Garante ha definito i procedimenti aperti dopo l’attacco informatico al sistema sanitario regionale avvenuto nella notte tra il 31 luglio e il 1° agosto del 2021.

Il data breach – causato da un ransomware introdotto nel sistema attraverso un portatile in uso a un dipendente della Regione – ha bloccato l’accesso a molti servizi sanitari impedendo, tra l’altro, la gestione delle prenotazioni, i pagamenti, il ritiro dei referti, la registrazione delle vaccinazioni.

Asl, aziende ospedaliere, case di cura non hanno potuto utilizzare alcuni sistemi informativi regionali, attraverso i quali sono trattati i dati sulla salute di milioni di assistiti, per un arco temporale che è andato da poche ore (48) ad alcuni mesi. Laziocrea e Regione Lazio, pur con differenti ruoli e livelli di responsabilità, sono incorse in numerose e gravi violazioni della normativa privacy, dovute in prevalenza all’adozione di sistemi non aggiornati e alla mancata adozione di misure di sicurezza adeguate a rilevare tempestivamente le violazioni di dati personali e a garantire la sicurezza delle reti informatiche.

Le motivazioni

L’inadeguata sicurezza dei sistemi ha determinato, nel corso dell’attacco informatico, l’impossibilità per le strutture sanitarie regionali di accedere al sistema ed erogare alcuni servizi sanitari ai loro assistiti. In particolare, l’indisponibilità dei dati è stata determinata dall’attacco informatico, che ha reso inaccessibili circa 180 server virtuali, nonché dalla scelta di Laziocrea di spegnere tutti i sistemi, non essendo in grado di determinare quali fossero quelli compromessi, né di evitare un’ulteriore propagazione del malware.

Inoltre, Laziocrea non ha avviato le azioni necessarie per una gestione corretta del data breach e delle sue conseguenze, in particolare nei confronti dei soggetti per i quali svolge compiti da responsabile del trattamento (a partire dalle numerose strutture sanitarie coinvolte).

La Regione Lazio, dal canto suo, in qualità di titolare del trattamento, avrebbe dovuto esercitare in maniera più efficace la vigilanza sulla società che gestisce i sistemi informativi regionali, quale suo responsabile del trattamento, assicurando un livello di sicurezza adeguato ai rischi nonché la protezione dei dati fin dalla progettazione. Alla Asl Roma 3 che, diversamente da altre strutture sanitarie, non ha notificato il data breach determinato dall’indisponibilità dei dati sulla salute degli assistiti trattati nell’ambito di alcuni sistemi, il Garante ha applicato la sanzione di diecimila euro.

Accessi abusivi: multa all’Azienda Sanitaria Alto Adige

Altra sanzione di 75mila euro ha colpito l’Azienda Sanitaria dell’Alto Adige per non aver configurato correttamente le modalità di accesso al dossier sanitario elettronico (Dse). L’Autorità si è attivata a seguito di alcuni reclami e segnalazioni che lamentavano il trattamento illecito di dati personali effettuato tramite il sistema di archiviazione e refertazione delle prestazioni erogate dall’azienda sanitaria.

In particolare, erano stati segnalati ripetuti accessi al Dse da parte di personale sanitario non coinvolto nel processo di cura dei pazienti. In un caso, una professionista della Asl era infatti riuscita a visionare gli esami di laboratorio dell’ex marito a sua insaputa pur essendo quest’ultimo non in cura da lei.

Dalle verifiche effettuate dall’Autorità è emerso che il sistema di gestione del Dse consentiva agli operatori sanitari di inserire manualmente, mediante autocertificazione, la motivazione per cui si rendeva necessario l’accesso al dossier sanitario.

L’accesso al documento era inoltre consentito, per impostazione predefinita, a una ampia lista di figure professionali che niente avevano a che fare con il percorso di cura dei pazienti, compreso il personale amministrativo. Il Garante ha accertato ulteriori illeciti, tra cui la mancata predisposizione di un sistema di alert, volto ad individuare comportamenti anomali o a rischio relativi alle operazioni eseguite dagli incaricati al trattamento (relativi per esempio al numero degli accessi eseguiti, alla tipologia o all’ambito temporale degli stessi).

Oltre ad applicare la sanzione amministrativa, l’Autorità ha dunque ordinato all’Asl di mettere in atto tutte le misure tecniche e organizzative necessarie per garantire la sicurezza dei dati personali trattati e scongiurare nuovi accessi abusivi.

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Apple Vision Pro in chirurgia, una panoramica delle prime applicazioni

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Al Policlinico di Catania il primo caso al mondo in oculistica. Le applicazioni più numerose sono di formazione e di monitoraggio degli interventi

Prima mondiale, almeno per quanto riguarda l’oculistica, per l’Azienda ospedaliera Universitaria Policlinico G. Rodolico – San Marco di Catania che ha eseguito una seduta operatoria  di oftalmoplastica con l’utilizzo dell’Apple Vision Pro.

L’equipe della Clinica oculistica diretta da Teresio Avitabile ha effettuato in via sperimentale due interventi con la collaborazione degli oculisti Andrea Russo e Matteo Orione: una correzione entropion della palpebra inferiore e una blefaroplastica curativa su due pazienti sulla sessantina, affetti da patologie dell’occhio piuttosto comuni.

L’obiettivo era testare la nuova tecnica di intervento con il device di Apple che permette di scattare foto e video in 3D, avendole sempre visibili in uno schermo virtuale e gestibili con un semplice gesto della mano senza toccare nulla. Durante l’intervento il chirurgo poteva confrontare le nuove foto con quelle del pre-operatorio sempre in tre dimensioni.

Utilizzando Apple Vision Pro è stato possibile registrare l’intervento, e quindi disporre di prove in caso di controversia legale. Il video può essere utilizzato anche per la formazione nella didattica con prospettiva in prima persona e nella collaborazione a distanza fra chirurghi. La clinica oculistica di Catania sta realizzando uno studio sull’impiego del dispositivo in chirurgia che verrà presentato nei congressi ai quali parteciperanno i professionisti dell’azienda ospedaliero universitaria.

Gli altri esperimenti

L’utilizzo del nuovo device di Apple si sta diffondendo anche in altri ospedali. Il nuovo Spatial Computing Center of Excellence dell’ospedale di San Diego in California ha acquistato una trentina di Vision Pro per distribuirli agli operatori sanitari. Abbiamo investito in questi dispositivi perché medici, infermieri, informatici, sviluppatori di software e altri inizino a utilizzarli subito”, ha affermato Dan Exley, vicepresidente dei sistemi clinici dell’ospedale. “Vogliamo capire per quali attività e flussi di lavoro siano più indicati”. A tale scopo Exley ha spiegato che saranno prodotti confronti rigorosi tra vecchi e nuovi modi di svolgere il lavoro sanitario.

Anche a Londra un’equipe medica del Cromwell Hospital ha indossato il Vision Pro, che costa circa 3500 dollari, durante due interventi alla colonna vertebrale. È stata un’infermiera e non i medici a indossare il dispositivo durante i preparativi per gli interventi e le procedure per visualizzare gli schermi virtuali nella sala operatoria, selezionare gli strumenti e monitorare i progressi dell’intervento.

Il software utilizzato dal Cromwell Hospital è stato sviluppato da eXeX, un’azienda specializzata in applicazioni AI destinate ai chirurghi. Protagonista di questa storia è Robert Masson, un medico che ha oltre 36 anni di esperienza in neurochirurgia e medicina vertebrale sportiva, ed è un pioniere nella sperimentazione di nuovi prodotti chirurgici, tecniche, tecnologie abilitanti e procedure di chirurgia vertebrale minimamente invasive.

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Siamo in una nuova era della chirurgia e per la prima volta le nostre équipe chirurgiche hanno a disposizione la brillantezza della guida olografica e delle mappe visive, migliorando l’orientamento visivo spaziale e temporale per ogni équipe chirurgica e per ogni intervento in tutte le specialità“, ha dichiarato dopo aver completato il quinto intervento della giornata con la sua équipe.

La piattaforma eXeX, potenziata dall’intelligenza artificiale, è stata concepita non come un dispositivo medico, ma come uno strumento organizzativo e logistico. Ha lo scopo di semplificare la gestione di decine di migliaia di referenze, tra cui attrezzature, strumenti, tecnologie, materiali di consumo, impianti e prodotti chirurgici”, ha concluso Masson.

Le app disponibili

eXeX è solo una delle società dell’ecosistema specializzato nel mondo healthcare che sfrutta le potenzialità dell’Apple Vision Pro. Un’altra è Stryker, che sta pubblicizzando l’applicazione myMako per il Vision Pro, che aiuta i medici a sviluppare piani chirurgici per le protesi dell’anca e del ginocchio utilizzando modelli 3D e altri strumenti.

“myMako consente ai chirurghi di accedere a dettagli e approfondimenti del piano chirurgico in modo intuitivo, dinamico e in 3D. Questo livello di comprensione, sempre e ovunque, non era possibile in precedenza”, spiega Robert Cohen, presidente del settore Digital, robotics and enabling technologies di Stryker.

Il Boston Children’s Hospital invece ha sviluppato CyranoHealth, un software focalizzato sulle nuove apparecchiature mediche, come le pompe di infusione, pensato per aiutare l’apprendimento dei lavoratori in prima linea, a cominciare dagli infermieri. Un approccio immersivo e multisensoriale che consente anche agli studenti di familiarizzare con gli ultimi progressi della tecnologia sanitaria, aiutandoli a prepararsi ad affrontare le sfide del mondo realchee.

Fra le altre applicazioni disponibili si segnalano per la formazione chirurgica Fundamental Surgery e CollaboratOR 3D, nonché Complete HeartX di Elsevier, progettato in esclusiva per Apple Vision Pro, approfondisce le complessità del corpo umano per creare un ambiente di apprendimento realistico e coinvolgente. Inoltre Insight Heart consente di comprendere il funzionamento del cuore umano, mentre con ARKit gli utenti possono scansionare l’ambiente fisico circostante e visualizzare cuori in 3D utilizzando i dati della Tac, oltre a esplorare varie condizioni cardiache.

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