Un pezzo d’Italia rinuncia alle cure mediche causa di motivi economici. Lo afferma la quarta edizione dell’Outlook Salute Italia di Deloitte secondo il quale lo scorso anno il 29% del campione intervistato ha dichiarato di aver dovuto rinunciare a delle cure negli ultimi 12 mesi. La rinuncia alle cure è causata da motivi economici nel 69% dei casi, +8% rispetto alla precedente edizione e +17% rispetto al 2021.

Dall’indagine emerge anche la richiesta di ridurre le liste d’attesa, facilitare l’accesso alle cure e fare leva sull’innovazione tecnologica per migliorare l’organizzazione del Ssn. “Gli italiani – spiega il rapporto – sono sempre più propensi a ricorrere alle tecnologie per interagire in maniera più semplice con il Sistema Salute, senza però voler perdere la relazione e il contatto diretto con medici e altri professionisti sanitari”.

Risulta in crescita la quota di adulti italiani che dichiara di aver prenotato online una prestazione sanitaria (54%), e quella di chi ha ricevuto un referto tramite un canale digitale (58%) e di chi ha utilizzato canali digitali per informarsi o scegliere un professionista o una struttura sanitaria a cui rivolgersi (38%). Resta stabile invece il numero di adulti che condivide referti digitalmente (45%).

Sanità digitale, i vantaggi percepiti

Nell’utilizzo del digitale, varie sono le opportunità percepite dagli italiani, in primis la facilità nell’accesso e utilizzo dei servizi (per il 48% degli adulti in Italia), maggiore possibilità di scelta (modalità, orari, medici, strutture, altre preferenze personali) (36%) e maggiore continuità nella cura (29%), anche se quest’ultimo aspetto subisce un lieve calo (-3%) rispetto alla scorsa rilevazione.

La maggiore criticità resta la preoccupazione di perdere il contatto diretto con medici e altri professionisti sanitari (46%). Inoltre emergono difficoltà legate alla complessità delle procedure di accesso e all’utilizzo degli strumenti digitali (29%) oltre che difficoltà nell’utilizzo dei servizi per mancanza di competenze/confidenza negli strumenti digitali (31%). Problemi, questi ultimi, sentiti soprattutto dalle fasce di popolazione più anziana e/o economicamente più deboli.

Le preoccupazioni per l’intelligenza artificiale

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale più della metà degli intervistati è a conoscenza dell’applicazione dell’Ai nell’ambito della medicina, in particolare la fascia dei più giovani (18-24 anni). Chi è consapevole dell’utilizzo di queste nuove tecnologie in ambito sanitario è fiducioso: infatti, la maggior parte dei rispondenti crede che potrà essere utile alla diagnosi e alla cura. “Tuttavia, è comunque presente una quota di persone che mostra preoccupazione, in particolare per quanto concerne la possibilità di errore nella diagnosi/cura e la non adeguata preparazione dei professionisti sanitari a gestire in modo appropriato tali tecnologie”.

La telemedicina è conosciuta da 8 persone su 10 anche se la loro conoscenza è ancora superficiale e poco approfondita e la quota di chi vi ricorre resta esigua. Solo il 17% dichiara di avere fatto ricorso almeno una volta nell’ultimo anno a servizi di telemedicina, in particolare assistenza a distanza da parte di infermieri e fisioterapisti.

Tra chi invece non ha fatto ricorso alla telemedicina, i motivi principali del mancato utilizzo sono soprattutto l’assenza di proposte e indicazioni da parte di strutture e professionisti (per il 66%) e la preferenza verso una relazione più diretta e “di persona” con il proprio medico (26%).

In prospettiva, la predisposizione ad utilizzare maggiormente questi servizi riguarda il 23% dei rispondenti; tuttavia, una quota significativa (il 50%) dichiara che ad oggi non si ritiene in grado di esprimersi a riguardo.

Oltre un adulto su 3 dichiara di utilizzare strumenti digitali nell’ambito del benessere e della salute, in particolare i dispositivi e le app per il monitoraggio dello stile di vita.

Crescono le app

Guardando al mercato italiano delle App per la salute, considerando nel complesso quelle relative al fitness, alla meditazione e alla nutrizione, si attende una loro crescita nei prossimi anni, partendo da un valore di circa 320 milioni di euro nel 2024 fino ad arrivare nel 2027 ad oltre 420 milioni, con oltre 18 milioni di utilizzatori di app. L’uso di device e app legati al benessere è in aumento rispetto alla scorsa rilevazione.

Tra chi utilizza questo tipo di strumenti, ci sono anche gruppi più ristretti che dichiarano di utilizzare app di supporto alla cura (19%) e app per il benessere mentale e la mindfulness (11%).

Migliora il Fse

Si consolida il trend di conoscenza del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE): nel 2019 lo conosceva il 59% degli italiani, oggi il 74%. La percentuale cresce in tutte le aree geografiche del Paese, marimane un gap di conoscenza tra le regioni del Nord e il Sud e le Isole.

Resta però contenuta la quota di chi effettivamente lo ha utilizzato nell’ultimo anno: il 44% degli italiani.

Un utilizzo maggiore si registra nelle regioni del Nord (soprattutto Lombardia, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia), e tra i rispondenti nella fascia tra i 35 e i 44 anni.

In particolare, si ricorre al Fse soprattutto per visualizzare referti, certificati, ricette e altri documenti (85% dei rispondenti), per prenotare visite mediche o altre prestazioni (50%) e per consultare le esenzioni, modificare il medico o altri servizi (32%).

Solo l’11% dichiara di aver utilizzato il Fse per registrare autonomamente informazioni sulla propria salute, ad esempio tramite taccuino personale. Infine, sempre tra chi lo ha utilizzato, si mantiene su un buon livello la soddisfazione degli utenti, con il 34% che si dichiara molto soddisfatto, il 56% abbastanza soddisfatto, e solo l’1% non soddisfatto.