L’importanza della Internet of Things per trasformare la sanità
“I dati svolgeranno un ruolo chiave nel rendere un’assistenza sanitaria migliore più accessibile alle persone in tutte le aree geografiche. Pertanto, è di cruciale importanza che il settore delle infrastrutture dati continui a innovare e offrire soluzioni di storage per aiutare il settore sanitario a sbloccare il proprio potenziale”. Giorgio Ippoliti, Technologist, field applications engineering sales Emea di Western Digital, società specializzata nelle soluzioni di storage coglie un punto essenziale, anche se di parte, nell’analisi dello sviluppo delle tecnologie nel mondo sanitario.
Il punto di partenza è che la tecnologia ha già iniziato a trasformare l’assistenza sanitaria in tutto il mondo. Ne abbiamo avuto ampia dimostrazione durante la pandemia quando le app sviluppate dai singoli stati per l’allerta e il tracciamento hanno contribuito all’organizzazione delle campagne di immunizzazione di gran parte della popolazione europea. Una situazione evidenziata da uno studio dell’Università di Oxford secondo il quale l’app Nhs Covid-19 in Inghilterra e Galles nel primo anno di utilizzo, da settembre 2020 a settembre 2021, ha aiutato a prevenire un numero significativo di casi, ricoveri e decessi.
Anche in Italia, nonostante le polemiche relative al funzionamento delle app su base volontaria, nel periodo della pandemia sarebbe stata impensabile l’organizzazione della campagna di immunizzazione senza l’intervento dell’hi tech.
Anche al di fuori del contesto pandemico la tecnologia di ultima generazione è ampiamente impiegata in sanità: oggi, gli smartwatch che monitorano i parametri vitali per segnalare un possibile problema medico o i robot che utilizzano le reti 4G e 5G per eseguire procedure mediche le video-consultazioni mediche sono di utilizzo piuttosto comune, ed erano quasi inimmaginabili o considerati futuristici qualche anno fa.
La crescita del mercato
Solo negli ultimi due anni, l’ecosistema tecnologico sanitario italiano è cresciuto in modo esponenziale. Si prevede che il mercato della salute digitale in Italia sia in continuo sviluppo tra il 2023 e il 2027, e che possa arrivare a toccare i 3,44 miliardi di dollari di fatturato nei prossimi cinque anni.
“Tuttavia – osserva il manager di Western Digital –, il nostro Paese è ancora in ritardo su alcune metriche sanitarie: in particolare, fattori quali l’inadeguatezza delle infrastrutture, la carenza di personale medico e il contestuale aumento dei costi sanitari, possono accentuare ulteriormente la necessità di un ecosistema evoluto in cui la tecnologia abbia un ruolo determinante”.
Internet of Things (IoT) e i dati prodotti dai dispositivi che utilizzano questo paradigma possiedono tutto il potenziale per trasformare il settore sanitario italiano – e globale – in un sistema incentrato sul paziente che sia più efficiente ed efficace. Le possibilità sono illimitate se pensiamo poi all’integrazione tra i diversi dispositivi medici: gadget, sensori intelligenti, app mHealth, intelligenza artificiale, per fare solo qualche esempio.
Queste tecnologie consentono certamente di attivare reti di assistenza e cura, tra pazienti, medici e strutture sanitarie, apportando benefici anche agli standard di prevenzione, anche nel contesto di un sistema sanitario nazionale, come per esempio quello italiano, purtroppo lacunoso in diversi aspetti.
La disponibilità dei pazienti
Secondo l’Osservatorio Netcomm Digital Health&Pharma, che fotografa le aspettative del cittadino rispetto ai servizi sanitari, anche a seguito della pandemia da Covid-19 il paziente è sempre più propenso ad un approccio “digitale” con il mondo sanitario. L’indagine evidenzia che il paziente italiano è estremamente consapevole, sensibile ed esigente nel pretendere esperienze basate su relazioni personalizzate, dirette ed immediate anche nel mondo digitale.
In generale, gli italiani intervistati ritengono che il digitale migliori la qualità dei servizi sanitari, anche grazie alla semplificazione delle interazioni con strutture e medici. I servizi di prenotazione online sono stati utilizzati da oltre il 60% dei pazienti nel 2022; seguono le App dedicate allo stato di salute del paziente, utilizzate da più di un italiano su quattro (26,4%) e le chat con lo specialista, utilizzate dal 24,2%.
Dall’altra parte, il Pnrr stanzia oltre otto miliardi di euro per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale e applicazioni quali, per esempio, quelle che consentono servizi quali la manutenzione predittiva, le ambulanze connesse e la gestione dei farmaci saranno in grado di trasformare rapidamente l’assistenza sanitaria in Italia, portandola più vicina alle persone e contribuendo al superamento delle disuguaglianze.
L’IoT in questi casi viene utilizzato attivamente per generare dati fondamentali che contribuiscono a migliorare l’assistenza ai pazienti, ridurre i costi sanitari e semplificare le operazioni di assistenza. Di conseguenza, sono sempre più richiesti nuovi dispositivi medici all’avanguardia in grado di gestire, archiviare e proteggere i dati vitali dei pazienti, nonché di integrarli perfettamente nei processi di cura.
Il ruolo dell’IoT
Ad esempio, in Italia circa 3,9 milioni di persone soffrono di diabete e devono monitorare continuamente i livelli di glucosio nel sangue. Dispositivi come i monitor glicemici continui non solo tracciano i livelli di glucosio nei pazienti, ma aiutano anche a sostenere i livelli desiderati iniettando insulina a intervalli prestabiliti. I dispositivi IoT nel mondo sono ora molto spesso utilizzati anche nelle ambulanze, per consentire la raccolta di dati in tempo reale sui parametri vitali del paziente. Questi dati vengono quindi trasmessi agli ospedali, consentendo agli operatori sanitari di essere preparati a fornire cure tempestive ed efficaci all’arrivo del paziente.
“Questi dispositivi basati su IoT – osserva Ippoliti – si stanno quindi dimostrando preziosi nel garantire il benessere dei pazienti poiché raccolgono dati in tempo reale e rendono più efficace il monitoraggio da remoto. Sia i pazienti che i medici ne stanno già traendo beneficio su base quotidiana; tuttavia, il vero potenziale di questi dispositivi risiede nella capacità di sfruttare i dati e fornire una guida sanitaria personalizzata, evitando così ricoveri ospedalieri non necessari”.
I dispositivi IoT sono anche in grado di eseguire la manutenzione predittiva. Possono per esempio monitorare le prestazioni di apparecchiature mediche critiche come macchine a raggi X, scanner Mri e ventilatori, per prevedere quando è necessaria la manutenzione e segnalare malfunzionamenti pericolosi.
“Questo comporta la generazione di un’enorme quantità di dati che devono essere archiviati, elaborati e analizzati”, è la conclusione di Ippoliti che osserva però come la maggior parte dei dati nelle cartelle cliniche elettroniche non sia strutturata. Gli operatori sanitari devono in prima persona digitalizzare e automatizzare i dati disponibili per migliorare l’assistenza ai pazienti, in maniera poco efficiente.
I dispositivi IoT esistenti producono invece un’enorme quantità di dati che vengono immessi in maniera automatica nel flusso dei dati relativi ai pazienti. Secondo le stime disponibili, cresceranno fino a raggiungere l’incredibile cifra di 79,4 zettabyte (ZB) entro il 2025. Dati i trilioni di byte di dati generati, le sfide associate allo storage dei dati possono essere superate solo utilizzando soluzioni di storage di fascia alta.