Oltre a una nuova soluzione di comunicazione completa basata su IA per le persone affette da SLA, che combina avatar IA, tecnologia di tracciamento oculare e LLM predittivi, all’evento Tech World 2024 Lenovo, in collaborazione con Innovations in Dementia, ha presentato Alzheimer’s Intelligence, un avatar 3D fotorealistico basato su un’intelligenza artificiale personalizzata e progettato per supportare le persone diagnosticate con demenza o Alzheimer. Questo progetto fornisce assistenza conversazionale 24 ore su 24 tramite un avatar, offrendo consigli accurati, privati e compassionevoli ispirati all’esperienza di persone che convivono con la demenza.

Il professor David Llewellyn dell’Università di Exeter ha sottolineato come questa iniziativa basata sull’IA possa migliorare il supporto per i pazienti, facilitando interazioni umane più naturali e migliorando la qualità della vita. Questa iniziativa fa parte della visione di Lenovo di Smarter AI for All, che mira a utilizzare l’IA in modo responsabile per aiutare le comunità spesso trascurate dall’innovazione tecnologica.

L’avatar, chiamato Liv, è stato creato utilizzando immagini di 10 individui affetti da demenza, sintetizzate dall’IA generativa per formare varie espressioni e angolazioni, creando un’immagine estremamente realistica. Liv funziona tramite un LLM addestrato su esperienze reali condivise da persone con demenza. Quando gli utenti pongono domande, Liv fornisce risposte naturali e non predefinite, basate su questa banca dati, e le esprime tramite un sintetizzatore vocale sincronizzato con le espressioni facciali in tempo reale grazie all’IA visiva, in modo che le conversazioni risultino autentiche ed empatiche.

Un aspetto fondamentale è che l’avatar è progettato per essere accessibile, richiedendo competenze tecnologiche minime e incoraggiando un’interazione intuitiva. Attualmente, Alzheimer’s Intelligence è in fase di test con persone affette da demenza in un ambiente controllato, con l’obiettivo di estenderne la disponibilità in futuro.

I partecipanti al progetto pilota come Gail Gregory e Ahmad Krayem, entrambi diagnosticati con Alzheimer, hanno evidenziato l’importanza di coinvolgere persone reali nella creazione dell’avatar. Gregory, diagnosticata a 55 anni, ha sottolineato che solo chi vive con la malattia può fornire consigli significativi, mentre Krayem, diagnosticato nei suoi primi 60 anni, ha espresso il desiderio di aiutare altri neo-diagnosticati condividendo le proprie esperienze.