Amazon continua la sua espansione nel settore sanitario
Amazon ha dichiarato di aver concluso un accordo per l’acquisizione di One Medical in un’operazione interamente in contanti del valore di circa 3,9 miliardi di dollari. One Medical è un servizio di assistenza primaria basato sull’iscrizione che promette ai clienti “un accesso 24/7 alle cure virtuali“. Secondo il suo sito web, l’azienda opera in una dozzina di importanti mercati statunitensi e collabora con oltre ottomila aziende per offrire ai propri dipendenti prestazioni sanitarie.
In una dichiarazione di giovedì, che annunciava l’acquisizione, Neil Lindsay, Vicepresidente Senior di Amazon Health Services, ha affermato che il gigante dell’e-commerce ritiene che “l’assistenza sanitaria sia in cima alla lista delle esperienze da reinventare“. Lindsay ha aggiunto che Amazon spera di essere una delle aziende “che aiuta a migliorare drasticamente l’esperienza sanitaria nei prossimi anni“.
La politica è perplessa
L’acquisizione è solo l’ultimo esempio di espansione del gigante tecnologico nel settore sanitario. Nel 2018 Amazon ha acquisito PillPack, una farmacia online, e successivamente ha lanciato una propria farmacia digitale negli Stati Uniti. Separatamente, Amazon ha collaborato con JP Morgan Chase e Berkshire Hathaway a uno sforzo per fornire servizi di assistenza sanitaria e assicurazioni migliori a un costo inferiore ai lavoratori e alle famiglie delle tre aziende, e forse anche ad altre imprese. Il progetto, chiamato Heaven, è stato però chiuso l’anno scorso.
Fondata nel 2007 con sede a San Francisco, One Medical offre servizi clinici in 16 mercati statunitensi, con altri tre in arrivo, secondo il suo sito web. Alla fine dello scorso anno, l’azienda contava 736.000 iscritti con un aumento del 28% rispetto all’anno precedente. La società è stata quotata in borsa nel gennaio 2020.
L’acquisizione dovrebbe superare l’esame dell’antitrust, ma l’annuncio dell’operazione è arrivato mentre i funzionari della FTC, del Dipartimento di Giustizia e del Congresso hanno pubblicato una dura nota nei confronti delle grandi piattaforme tecnologiche e hanno promesso di diventare più creativi e aggressivi nell’applicazione delle leggi sulla concorrenza.
Alcuni legislatori statunitensi infatti stanno spingendo con urgenza per l’approvazione di una legge che potrebbe erigere nuove barriere tra le varie linee di business dei giganti tecnologici, impedendo loro di utilizzare la loro enorme scala in più settori verticali come una sorta di moltiplicatore di forza che, secondo i critici, danneggia la concorrenza.
Altra preoccupazione riguarda i dati sanitari a cui l’azienda potrebbe avere accesso.
“L’accesso di Amazon ai dati sanitari privati è francamente preoccupante e mette in evidenza quanto sia necessario che il Congresso approvi una riforma antitrust per impedire a questi giganti tecnologici di abusare del loro potere monopolistico“, ha dichiarato a Cnn Business Sacha Haworth, direttore esecutivo del gruppo di difesa Tech Oversight Project. Le reazioni sono amplificate dalla recente decisione della Corte suprema che ha annullato la sentenza Roe v. Wade che ha posto fine al diritto costituzionale all’aborto.
Secondo Caitlin Seeley George, Direttore della campagna di Fight for the Future, un gruppo di difesa che si occupa di tecnologia e diritti digitali la questione della privacy sanitaria è particolarmente importante dopo l’annullamento da parte della Corte Suprema della Roe v. Wade. Alcune decisioni relative alla salute riproduttiva, che fino a poco tempo fa erano protette dalla legge, ora possono essere considerate illegali.
Amazon ha già limitato le vendite di pillole contraccettive d’emergenza dopo l’aumento della domanda in seguito alla sentenza della Corte Suprema, mentre Google ha dichiarato che lavorerà per cancellare rapidamente la cronologia delle posizioni delle persone che si recano sui siti abortisti.
“Spingersi in avanti nell’assistenza sanitaria solleva alcuni seri dubbi, soprattutto nella realtà Post-Roe, dove i dati delle persone possono essere usati per criminalizzare le loro decisioni in materia di assistenza sanitaria riproduttiva“, ha affermato Seeley George.