Un algoritmo per il trapianto di rene crossover
Il trapianto di rene è crossover grazie anche all’algoritmo. È la nuova possibilità di cura per i circa 6.000 pazientiin attesa di trapianto offerta dal protocollo di intesa per l’avvio di un programma pilota di donazione di rene in modalità incrociata tra Italia e Stati Uniti. L’accordo è stato siglato al Ministero della Salute e sottoscritto dal Centro Nazionale Trapianti (CNT), rappresentato dal direttore Massimo Cardillo, e dalla Alliance for Paired Kidney Donation (APKD), fondazione non profit che gestisce uno dei programmi di trapianto di rene da vivente negli USA, rappresentata dal Presidente, Michael A. Rees, Direttore del Centro Trapianti di Rene dell’University of Toledo Medical Center, in Ohio.
Alla firma del protocollo erano presenti il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri e Ignazio Marino, Direttore Esecutivo del Jefferson Italy Center, l’organizzazione che promuove le iniziative di collaborazione sanitaria tra la Thomas Jefferson University di Philadelphia e le Istituzioni italiane.
Donatori e riceventi
Grazie all’accordo tra CNT e APKD, coppie di pazienti italiani e statunitensi potranno essere incrociate tra di loro sulla base di un algoritmo condiviso che verificherà il livello di compatibilità tra gli iscritti nelle due liste d’attesa: in questo modo, i pazienti affetti da insufficienza renale cronica e che hanno a disposizione un donatore volontario inadatto avranno una possibilità maggiore di ricevere il trapianto di cui hanno bisogno.
L’algoritmo è frutto degli studi del premio Nobel Alvin Roth, che lo ha realizzato nel 2007. Perché il trapianto sia realizzabile donatore e ricevente devono avere un sistema immunitario compatibile. Grazie all’algoritmo su cento coppie di donatori-riceventi incompatibili è possibile individuare per ciascun ricevente un donatore perfettamente compatibile, offrendogli un donatore di un’altra coppia, e viceversa.
Secondo l’accordo i costi relativi alla procedura di trapianto sono a carico delle coperture assicurative USA per il paziente statunitense e per il donatore italiano, mentre il Servizio Sanitario Nazionale Italiano coprirà le spese per il paziente italiano e il donatore americano. A viaggiare saranno i donatori: il prelievo e il successivo trapianto del rene avverranno infatti nel paese del ricevente. La fase pilota riguarderà i primi tre casi e sarà circoscritta a tre ospedali: per l’Italia parteciperà il Centro Trapianti di Rene del Policlinico Agostino Gemelli di Roma, mentre per gli USA saranno coinvolti lo University of Toledo Medical Center e i poli ospedalieri della Thomas Jefferson University di Philadelphia. Conclusa la sperimentazione operativa e gestionale, il programma verrà rivalutato per un possibile consolidamento del protocollo e per il progressivo allargamento agli altri centri di trapianto di rene da vivente della rete italiana.
Quello con gli Stati Uniti è secondo protocollo di scambio internazionale attivato dal nostro Paese: dal 2018 è in vigore un accordo che coinvolge Francia, Portogallo e Spagna e che si è concretizzato in tre trapianti incrociati proprio con quest’ultima nazione. Dal 2015 a oggi il programma nazionale italiano di trapianto di rene crossover ha consentito la realizzazione di 77 interventi. Complessivamente nel 2021 in Italia sono stati eseguiti 2.043 trapianti di rene, di cui 341 da donatore vivente: di questi, cinque sono stati realizzati attraverso uno scambio tra coppie di donatori e riceventi.