Troppo poco digitale nei piani del governo per la sanità
Il Governo italiano non valorizza il digitale nella sanità. È questo il senso del policy paper di Anitec-Assinform, l’Associazione di Confindustria che rappresenta le principali aziende Ict operanti in Italia, pubblicato in seguito alla conversione in Legge del dl sulle liste d’attesa. “Il ruolo del digitale nella gestione delle liste d’attesa” è il titolo del documento che evidenzia come, nonostante le misure proposte nel decreto legge e nel disegno di legge, il potenziale del digitale in sanità non è ancora pienamente valorizzato.
Il documento delle aziende Ict esamina nel dettaglio i provvedimenti per concludere che “complessivamente i due provvedimenti toccano solo marginalmente il tema delle soluzioni digitali per ridurre le liste di attesa. Di certo, l’attuazione di diverse misure richiederà l’uso di tecnologie, come per far dialogare i sistemi regionali di monitoraggio con la nuova piattaforma nazionale o per integrare le prenotazioni private nel Cup regionale. Tuttavia, considerando il livello di maturità raggiunto dalle soluzioni di sanità digitale, un loro utilizzo più esteso e mirato potrebbe probabilmente incidere in modo più decisivo”.
Sempre secondo l’associazione le tecnologie digitali offrono opportunità significative per agire sia sul fronte della domanda che dell’offerta di servizi sanitari sul fronte della domanda. Queste soluzioni possono contribuire a valutare l’appropriatezza degli accessi e supportare i medici di base nella gestione dei pazienti, mentre sul fronte dell’offerta, il digitale può aumentare la produttività e l’efficienza del sistema sanitario attraverso telemedicina, teleconsulto e telemonitoraggio.
Per quanto riguarda l’offerta, spiega il paper, il digitale può contribuire a “governare efficacemente la domanda: soluzioni digitali possono essere impiegate per valutare l’appropriatezza di visite ambulatoriali e accessi a strutture sanitarie e in generale essere di supporto ai Medici di medicina generale e pediatri di libera scelta per valutare l’appropriatezza degli esami specialistici caso per caso”.
Per quanto riguarda le liste di attesa, le aziende Ict parlano di fenomeno complesso che va affrontato con un approccio olistico intervenendo sull’intera catena che congiunge domanda e offerta di prestazioni. “Le cause del problema sono in ultima istanza da ricercare nei processi del sistema sanitario, per questo occorre un’attenta e profonda analisi dei processi al fine di poter attivare politiche adeguate a indirizzare il fenomeno”. In pratica non basta un software o una soluzione se non si dà un’occhiata a tutto quello che c’è dietro anche dal punto di vista organizzativo.
Sul versante della domanda, il digitale può giocare un ruolo chiave nella riduzione degli accessi impropri. L’ultima indagine condotta dalla Federazione delle associazioni dirigenti ospedalieri internisti, Fadoi, ha fatto emergere che in media tre ricoveri su dieci si sarebbero potuti evitare con una migliore presa in carico dei pazienti da parte dei servizi territoriali e che il 20% dei ricoveri impropri in pronto soccorso è di natura sociale più che sanitaria.
L’implementazione di servizi digitali per la gestione automatizzata degli appuntamenti, la comunicazione con i pazienti e l’effettuazione di prestazioni di telemedicina può contribuire significativamente a razionalizzare la domanda di prestazioni sanitarie. “Dotare Mmg e Pls di strumentazioni digitali per la gestione automatizzata degli appuntamenti e l’effettuazione di prestazioni di base di telemedicina produrrebbe l’effetto di de-burocratizzare l’atto medico, snellire l’attività amministrativa necessaria per la gestione dell’intera attività clinica, promuovendo il funzionamento più efficace dei servizi sanitari, semplificando la comunicazione medico-paziente e andando ad alleggerire parte del peso che oggi grava sulle strutture ospedaliere”.
In questo senso secondo Anitec-Assinform una misura rapidamente attuabile potrebbe essere l’istituzione di un fondo per permettere a Mmg e Pls di acquistare questi strumenti per la gestione degli appuntamenti e prestazioni base di telemedicina.
Nel medio periodo, è l’indicazione, saranno necessari interventi strutturali che sfruttino le potenzialità del Fse 2.0 per affrontare la sfida delle liste d’attesa. Il Fascicolo sanitario elettronico dovrà diventare una piattaforma aperta e facilmente accessibile per cittadini e professionisti della sanità. Per esempio, permettere la prenotazione delle viste tramite app connesse al Fascicolo porterebbe a una razionalizzazione delle agende e a una maggiore produttività dei medici. Un passaggio che sarebbe possibile realizzare rendendo le Api condivisibili e integrabili con applicazioni e dispositivi di terzi. Per le strutture sanitarie e i professionisti un Fse aperto consentirebbe ai prescrittori di avere una visione chiara della capacità del sistema sanitario e di indirizzare le domanda in modo consapevole ed efficiente.
Dal punto di vista dell’offerta, oltre a incrementare produttività ed efficienza, il digitale permette di monitorare efficacemente l’allocazione delle capacità produttive a livello di struttura e territoriale, creando strumenti in grado di razionalizzare l’offerta.
Cruciale è l’integrazione dei sistemi informativi e la condivisione dei dati tra le diverse strutture sanitarie. L’implementazione di piattaforme integrate per una visione d’insieme delle liste d’attesa a livello regionale e nazionale è quindi un passo necessario. “Questo approccio non si limita a centralizzare le informazioni, ma mira a creare un sistema federato che permetta una visione completa e in tempo reale della domanda e dell’offerta di servizi sanitari”.
Il documento include anche alcuni business case di sanità digitale realizzati dalle aziende Ict associate ad Anitec-Assinform. Queste iniziative potrebbero ridurre significativamente i tempi per l’accesso a prestazioni sanitarie, se diffuse su larga scala.
È il caso del Cup del Piemonte, un sistema integrato che gestisce oltre quarantamila impegnative giornalmente con un servizio di prenotazione multicanale, oppure l’app Easy hospital che guida i pazienti all’interno delle strutture ospedaliere e gestisce l’intero processo di accettazione digitale. E ancora lo use case relativo allo sviluppo di modelli predittivi per il rischio di riacutizzazione nei pazienti affetti da broncopneumopatia cronico-ostruttiva.