Una visione di futuro per la sanità digitale italiana
Un trend ben consolidato e irreversibile. Così il white paper di Anitec-Assinform “Una visione di futuro per la sanità digitale” descrive l’avvento della digitalizzazione nel mondo sanitario. Secondo il Rapporto “Il Digitale in Italia” 2023 realizzato sempre dall’associazione delle imprese Ict, il mercato Ict in Sanità ha raggiunto nel 2023 un volume di 2.229,5 milioni di euro, con previsioni di crescita fino a 2.360,1 milioni nel 2024 e 2.849 milioni nel 2026.
Oltre all’importante crescita del volume di mercato, la sanità vede sempre maggiori investimenti in tecnologie innovative: solo il cloud vale più di 200 milioni di euro e le soluzioni di IA sono sempre più diffuse (oltre +35% tra 2022 e 2023).
La Digital Transformation nel settore è guidata da obiettivi ambiziosi: la telemedicina è vista come una priorità dal 72% delle strutture sanitarie, mentre l’introduzione o l’estensione delle cartelle cliniche elettroniche (Cce) è un obiettivo per il 60%.
La strategia di gestione dei dati emerge come un altro elemento cruciale in questo panorama. L’80% delle regioni sta mostrando un impegno verso l’integrazione dei dati e molte sono già in fase avanzata nell’attuazione di data strategies articolate.
La spesa riguarda soprattutto l’It con i servizi come componente dominante che vantano tassi di crescita notevolmente superiori ad hardware e software. Secondo il rapporto aziende ospedaliere e Asl stanno approcciando digital enabler come il cloud che viaggia a un tasso di crescita vicino al 30% superato solo dalla blockchain e dall’Ia che però possiedono un volume di mercato molto basso, anche se l’intelligenza artificiale è considerata una delle applicazioni più promettenti.
Telemedicina che passione
Decisamente più maturo il mercato Internet of Things (IoT) che vale più del cloud anche se cresce meno, mentre un 20% di crescita caratterizza cybersecurity e big data.
Fra tutte le soluzioni spicca l’adozione della telemedicina indicata da oltre il 70% del campione a ulteriore dimostrazione, spiega il rapporto, di come il futuro dei sistemi sanitari passi da prestazioni e monitoraggio in remoto dei pazienti.
Rilevante anche il dato relativo all’introduzione o estensione delle cartelle cliniche elettroniche e all’interoperabilità applicativa. Fra gli obiettivi della digital transformation l’intelligenza artificiale si ferma al 21% (la telemedicina è al 72%) perché viene vista come un progetto per il momento ancora molto avanzato.
Nell’ambito della data strategy emerge che solo il 20% delle regioni ha una completa integrazione dei dati e il 40% l’integrazione dei dati amministrativi. Il rapporto prosegue poi con la presentazione delle varie tecnologie con attenzione a quelle definite di frontiera come i digital twin e le priorità delle aziende.
Seguire il modello donazione degli organi
Durante il dibattito che ha accompagnato la presentazione del white paper è emerso però un tema già presente in altri convegni che si sono svolti di recente che riguarda il ruolo della privacy.
Il deputato Francesco Ciancitto della XII commissione Affari sociali Camera dei deputati ha affrontato il tema partendo dai vantaggi del digitale senza il quale “non si riesce ad avere due passaggi fondamentali, l’omogeneizzazione del trattamento dei cittadini e la semplificazione delle prassi. Il digitale è fondamentale se si inizia a lavorare con il Fascicolo sanitario elettronico”.
Attraverso il Fse è possibile tracciare e utilizzare i dati ma se oggi aziende e industrie vanno avanti velocemente con il digitale nella sanità rimane il problema dell’interoperabilità dei sistemi “che devono parlare fra loro in modo da fare ricerca, fare economie di scala e definire percorsi perché dai dati si individuano gli indirizzi da prendere”.
E proprio l’utilizzo dei dati, secondo Ciancitto, fino a oggi ha bloccato la velocità con cui la sanità digitale poteva andare. Il problema è quello della privacy. “Secondo me dobbiamo adottare il modello della donazione degli organi dove il cittadino dà il permesso una volta per l’utilizzo dei dati per ricerca, terapia o altro. Poi si può recedere dalla divulgazione dei dati. Se non si fa così non si potrà utilizzare la IA”.
La privacy è uno dei temi citati anche nel documento finale con le priorità delle aziende e i messaggi chiave. Risolvere le sfide normative e di privacy è infatti uno degli obiettivi principali “per consentire una maggiore innovazione e l’adozione di nuove tecnologie nel sistema sanitario”. Da questo punto di vista si osserva come una opportunità concreta sta nell’attuazione dell’European health data space.
Altra priorità è la valorizzazione dell’innovazione tecnologica e l’adozione delle tecnologie di frontiera. “Le strutture del Ssn così come le aziende della filiera healthcare e Life sciences devono essere incoraggiate a investire in nuove tecnologie e a innovare nella sanità digitale a partire dalle opportunità offerte dal Pnrr”.
Prima di arrivare alle tecnologie di frontiera però bisogna passare per la promozione dell’interoperabilità e la standardizzazione. C’è un bisogno urgente, sottolinea l’associazione delle imprese Ict, di questi due aspetti con l’obiettivo di un migliore scambio di dati e un’assistenza sanitaria più efficace.
L’interoperabilità è frenata da molti fattori a partire dalla disomogeneità del livello di infrastruttura tecnologica. Poi c’è un problema di difficile coordinamento tra e dentro le organizzazioni, la persistenza di sistemi legacy obsoleti nelle strutture, nonché l’assenza di nomenclature comuni, specialmente per quanto riguarda l’assistenza territoriale.
Secondo Anitec-Assinform è necessario poi facilitare l’accesso al finanziamento. “Questo potrebbe includere la semplificazione delle procedure di accesso ai fondi o l’introduzione di nuovi incentivi – possibilmente orientati da meccanismi premiali – per la ricerca e sviluppo nel software”. Infine, il tema delle competenze tanto più necessario quando si parla di digitalizzazione delle procedure. C’è la necessità di una formazione continua e di sviluppare competenze adeguate a sfruttare tutte le enormi potenzialità della digitalizzazione.